Italia. 2011-2022, con spunti rilevanti sul prima e sul dopo.
La società italiana e le sue istituzioni hanno faticato a riconoscere di essere diventate meta di migrazioni internazionali, ma hanno sperimentato una fatica ancor maggiore a entrare nella prospettiva di adempiere al dovere di dare asilo a vittime di guerre e persecuzioni, benché previsto dall’art.10 della nostra Costituzione (che ampia addirittura la casistica rispetto alla Convenzione di Ginevra).
L’arrivo di immigrati per lavoro, sebbene colpiti dall’accusa (poco fondata) di sottrarre posti di lavoro ai disoccupati italiani, ha potuto trovare una sponda nei bisogni insoddisfatti del mercato del lavoro, nella visibile carenza di offerta delle mansioni più faticose e socialmente sgradite e, di conseguenza, nella partecipazione dei datori di lavoro alle ripetute sanatorie, famiglie comprese.
Rifugiati e solidali
Tutto ciò, invece, manca ai richiedenti asilo. La legittimazione della loro accoglienza discende pressoché unicamente da motivazioni umanitarie, accolti nei casi più favorevoli soltanto in quanto vittime traumatizzate. Così, nell’ultimo decennio, a partire soprattutto dalle Primavere arabe del 2011, si è accentuata non una “crisi dei rifugiati”, ma una crisi dell’accoglienza ai rifugiati, certo in Italia e pure nell’Unione Europea.
Nel nostro paese si è diffusa una rappresentazione intossicata dei rifugiati, oltretutto spesso confusi con l’immigrazione in generale (con la nota ostilità verso quasi chiunque arrivi e verso le minoranze religiose), accanto all’idea falsa (smentita dai dati) che siano i confini marittimi la principale porta d’ingresso.
La gestione politica dell’asilo non è mai riuscita ad affrancarsi da un quadro emergenziale, fra l’altro con la diffusa riluttanza di molti comuni a collaborare volontariamente. I cosiddetti decreti Salvini hanno peggiorato la situazione, riducendo finanziamenti, competenze, dotazione di personale, accesso ai servizi. Sarà meglio fare un punto chiaro e concreto sulla realtà di dati e dinamiche.
Lo studio curato da Maurizio Ambrosini
Il grande sociologo delle migrazioni Maurizio Ambrosini (Vercelli, 1956) è un docente e un esperto serio e preparato.
Apre l’introduzione al testo con la novità del caso ucraino, una risposta abbastanza positiva del nostro paese all’emergenza, riassumendo poi il quadro organico delle ricerche su sperequazioni e contraddizioni nella protezione dei rifugiati, svolte attraverso una collaborazione fra le Università di Milano, Genova, Trento e Verona, coinvolgendo decine di studiosi.
I contributi presenti in Rifugiati e solidali
I capitoli sono nove, opera di differenti autori, e riguardano:
- le “lezioni” acquisibili da un decennio di governance dell’asilo (coi casi di Bologna e Venezia);
- la prova dell’accoglienza durante il Covid-19;
- visioni, esperienze e dilemmi tra gli assistenti sociali per de-confinare i rifugiati;
- gli operatori e i volontari nell’accoglienza;
- le donne rifugiate nell’esperienza di “Lucha y Siesta” a Roma;
- i documenti, casa e lavoro, la conoscenza linguistica dei rifugiati a Milano;
- i rifugiati senza dimora (con il caso di Como);
- i migranti in transito (visibile e invisibile) sul confine triestino;
- il conflitto su mobilità ed accoglienza ai migranti in transito a Briançon.
Molti esami concreti e localizzati, dunque. Del resto, i rapporti tra autorità locali e forze della società civile non sono riconducibili a una semplice dicotomia tra accoglienza e chiusura.
Un confronto utile e necessario
I sociologi coinvolti hanno potuto identificare una tipologia più complessa, esaminata nel volume e forse utile a tanti amministratori comunali e regionali: conflitto, opposizione passiva, tolleranza implicita, devoluzione, cooperazione. L’arretramento della tutela dei diritti umani nell’Unione europea è reale e va contrastato, sul piano giuridico e sul piano sociale, a livello istituzionale e a livello amministrativo, con scelte solidali individuali e collettive.
L’auspicio è che la lettura e il confronto rispetto ai temi del volume possano favorire un salto di qualità nel dibattito scientifico (ricchi seppur parziali sono i riferimenti bibliografici) e nel discorso pubblico su argomenti così cruciali per la convivenza umana e per le scienze sociali contemporanee.
Il libro
Maurizio Ambrosini (a cura di)
Rifugiati e solidali. L’accoglienza dei richiedenti asilo in Italia
Il Mulino, 2023