Anatole France

Cinque libri di Anatole France, il grande dimenticato

Anatole France (1844-1924). Un destino beffardo il suo. In vita fu considerato lo scrittore francese più importante della sua generazione. Il deus ex machina delle lettere d’oltralpe, il detentore di premi e onorificenze su vasta scala, incluso (e come sarebbe potuto essere diversamente) il Premio Nobel nel 1921.

Persino l’inarrivabile Marcel Proust, in quegli anni di luce e trionfo, si ispirò a lui per la figura dello scrittore Bergotte in Alla ricerca del tempo perduto.

Un’aura di splendore vasta, rassicurante, ma spentasi rapidamente dopo la sua morte, quando le nuove generazioni (in primis quella dei surrealisti) lo additarono come un mero pallone gonfiato. Uno scrittore melenso. Un uomo tronfio di sé, compiaciuto del proprio successo, ma governato da una natura (continuavano imperterriti) senza ombre. Senza profondità.

Attacchi certo duri, perpetrati nel tempo, che fecero cadere, una dopo l’altra, le sue opere nell’oblio.

Un trattamento ovviamente ingiusto e del tutto ingiustificato che ha però avuto conseguenze di vasta portata. I suoi libri sono oggi spesso introvabili. Pochi li leggono. Quasi nessuno li ricorda.

I libri di Anatole France da ripescare dal dimenticatoio

Cerchiamo allora di saperne qualcosa di più, soffermandoci su cinque titoli di Anatole Franche che, nel corso degli anni, vennero tradotti e pubblicati in Italia.

Un breve viaggio, potremmo chiamarlo anche così, nell’opera di un grande dimenticato.

Buona lettura a tutti!

Taide

In questo romanzo Anatole France ci racconta la vita della prostituta Taide che la Chiesa, dopo la sua conversione al Cristianesimo e l’espiazione dei suoi peccati in un convento di clausura, dichiarò santa. Massenet, conquistato dall’opera, ne fece una comédie en musique, andata in scena a Parigi nel 1894.

Il giglio rosso

Un matrimonio di convenienza e non d’amore, conduce la bella Thérèse nelle braccia di Robert; l’uomo sembra però preferirle la caccia alla volpe. Giunta in Italia per dimenticare l’offesa subita, la donna parte finalmente scoprire il vero, grande amore nella figura di un giovane artista di nome Jacques.

L’isola dei pinguini

Il romanzo del “gran scandalo” che, nel 1908, fece infuriare il Vaticano (del resto, non dimentichiamolo, tutte le opere di Anatole furono messe all’Indice a partire dal 1920).

La storia, ambientata attorno all’anno Mille, prende l’avvio quando un vecchio monaco giunge su una isola abitata dai pinguini. L’uomo, ormai quasi cieco, li scambia per esseri umani e li battezza. Dio e i santi decidono, a questo punto, di dar loro una piccola anima, ma da quel momento in avanti l’avidità e l’ambizione dei pinguini iniziano a crescere a vista d’occhio!

Gli dei hanno sete

Siamo in Francia negli anni del Terrore quando le teste cadono senza sosta sotto il sibilo tagliente della ghigliottina. L’ossessione di Gamelin per una giustizia senza compromessi lo rende però cieco di fronte al dispotismo sanguinario in cui egli stesso opera.

La ribellione degli angeli

Ci troviamo a Parigi dove stuoli di angeli ribelli abbandonano il Paradiso per vivere tra gli uomini. Una nuova scalata al Cielo per rovesciare Dio sembra ad un passo dalla propria attuazione. Il romanzo di France è, in verità, un’invettiva contro ogni forma di violenza, anche contro quella che si mette in atto per imporre la giustizia.

Foto | WikiCommons

Giorgio Podestà

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