Roma, Nizza, Marsiglia. Un settembre recente.
Vince Corso va in stazione per raggiungere in treno la fidanzata Feng al lavoro a Napoli. Hanno in programma un romantico weekend. Sbaglia convoglio. Sull’altro binario l’identico Frecciarossa conduce a Milano, diretto senza fermate intermedie. Prova a leggere il libro che si era portato (Notturno indiano), incontra l’anziano Saverio (seduto al posto con l’identica sua numerazione di carrozza e sedile), anche su suo consiglio decide d’improvviso di effettuare finalmente un’investigazione a lungo rinviata.
Notturno francese
Vince è nato a Nizza il 24 aprile 1970, questo lo sa. La madre (d’origine siciliana) lo ha concepito quand’era impiegata o cameriera negli alberghi della Costa Azzurra sul Mediterraneo francese orientale. Lo ha poi cresciuto da sola con amiche e colleghe, continuando a lavorare e trasferendosi anni dopo a Genova dove Vince aveva fatto il liceo.
In punto di morte gli aveva rivelato che con il padre aveva trascorso solo quella fatidica notte in una stanza dello splendido Hotel Le Negresco. La mattina aveva ritrovato sul comodino solo tre libri rilegati di blu.
Come mestiere ora Corso esercita biblioterapia: sapiens gli confidano malesseri e lui suggerisce loro un romanzo, a seconda della descrizione dei sintomi e di una minima anamnesi. Vive in una mansarda di via Merulana 268, ha tantissimi libri, dischi di musica francese, l’amico cane Django. Da lì e da altrove ha inviato (al padre) all’indirizzo dell’albergo una cartolina al giorno per cinque anni. Pochi mesi prima gli ha scritto una lunga lettera allo stesso modo. Capisce che è giunto il momento di visitare di persona dove è stato concepito, un forte decisivo investimento economico ed emotivo, un incerto viaggio a ritroso nel tempo. Lì hanno appeso le sue cartoline, si fa dare il registro d’ingresso del luglio 1969 e domenica 27… qualcosa scopre, quanto basta per proseguire.
I solidi romanzi di Fabio Stassi
Il bibliotecario di origine siciliane Fabio Stassi (Roma, 1962) ha iniziato a scrivere romanzi di vario genere oltre una quindicina d’anni fa, levigati solidi misurati, colmi di notevoli letture e densi di riferimenti ad altrui scritture, seriali quelli con Vince Corso (protagonista anche di vari racconti), narrati in prima persona al passato, qui ancora con 24 brevi capitoli titolati con le secche fasi dell’indagine, fatali all’inizio, meticolose poi.
Il titolo del bellissimo suggestivo romanzo, Notturno francese, rielabora il volume di Tabucchi che Vince si mette nel trolley, stella polare del viaggio, tanto nei passaggi esistenziali quanto nei paesaggi visivi (rivisitati con lo sguardo e il cuore di Izzo).
Un libro fatto di libri
Non a caso la cruciale appendice si chiama “costellazioni, poeti, spartiti, e di Solea”. Vi troverete gli innumerevoli libri evocati (come frammento o ispirazione o interludio), le canzoni citate (s’inizia con Caetano Veloso), l’origine di alcune descrizioni o di personaggi, il nome dell’amatissima labrador accucciata quando l’autore lo ha scritto.
Il protagonista (detective di enigmi letterari, sentimentali più che gialli) svolge l’indagine più importante della sua vita con la prudenza di un investigatore ormai vicinissimo al proprio obiettivo, ma allo stesso tempo con la trepidazione del latitante all’oscuro dell’identità paterna, pedinatore e pedinato intorno a un eventuale cimitero (incantevole) dove seppellirla.
I deliziosi apparati finali sono così completati dalle antiche cartoline con otto amorevoli frasi (ispirate a Osvaldo Soriano) del padre girovago sulla costa francese e dall’indice dei luoghi e delle stazioni ferroviarie attraversate fino a Sète, visto che il figlio spesso suole appuntare citazioni su un taccuino, il Quaderno dei viaggiatori cerimoniosi. Dagli alberghi e dalle pensioni dove la madre aveva lavorato era transitata quasi tutta la letteratura degli ultimi due secoli.
Il libro
Fabio Stassi
Notturno francese
Sellerio, 2023
Lascia un commento