Pianeta. Da milioni di anni di tante specie e incarnati umani, da decine di migliaia meticcio.
Provate a immaginare un bambino bianco che a scuola non abbia mai sentito parlare di scienziate e scienziati bianchi, di re e regine, di rivoluzionari e rivoluzionarie, di filosofe e filosofe, di artisti e artiste, scrittori e scrittrici con la pelle del suo colore. Pensate a un mondo in cui tutto ciò che è bello, profondo, fine, sensibile, originale, puro, buono, acuto e intelligente sia soltanto nero. Un mondo dove viva nero anche Dio.
Immaginate il turbamento che si scatenerebbe dentro quel bambino. Tanto più se è l’unico bianco in una classe di neri e a lezione sente spiegare che i suoi antenati erano schiavi e che i neri potevano essere razzisti.
Le mie stelle nere
Poi invertite il colore, non bianco ma nero, e sperate che qualcuno abbia fornito lui una chiave per capire la Storia, per rintracciare grandi figure dell’umanità trascurate dai manuali. A quel punto potrebbe essere davvero utile elencare, studiare, comparare alcune di quelle stelle nere, persone che hanno molto combattuto e sofferto per alzare la testa.
Eccone quarantacinque. Alcune sono singoli individui dalla non sapiens Lucy (di incarnato scuro come gran parte dei sapiens per la maggior parte della nostra storia di specie) e dal saggio Esopo (VII-VI secolo a.C.) a Mandela, Diarra, Abu-Jamal, Shakur, Obama. Altre sono gruppi collettivi dai faraoni neri (Taharqa regnò dal 690 al 664 a.C.) ai cacciatori del Manden o ad alcuni “morti per la Francia” senza nazionalità francese nella guerra 1914-1918. E ancora: autori di testi e azioni che lo hanno formato, da Douglass a Garvey, da Césaire a Fanon, da Malcom X a Martin Luther King. Rifulgono di splendore.
Ottimo libro di Lilian Thuram
Riprendiamo in mano il primo splendido libro del grande atleta francese Lilian Thuram (Guadalupa, 1972), uno dei più straordinari giocatori di calcio degli ultimi decenni (1991-2008). Egli, appena attaccate le scarpette al chiodo, ha promosso la fondazione Éducation contre le racisme, pour l’égalité. Pubblicò quasi subito il suo efficace esordio narrativo no fiction (in Francia nel 2010): la storia di alcuni umani di incarnato scuro la cui conoscenza è imprescindibile per ogni altro umano, specie da questa parte del mondo.
Non a caso, nella ricca appendice (oltre che bibliografia, indice dei nomi e brevi riflessioni di uno psichiatra infantile) c’è anche una mappa del pianeta apparentemente “al contrario”, che ha le sue proprie rimarchevoli ragioni geografiche, psicologiche e sociali:
in termini di rappresentazione non esistono scelte neutre. Quando il Sud la smetterà di vedersi in basso, cesseranno anche i pregiudizi.
Utile ribadire che esiste pure un razzismo maschile di altro “genere”. E, se davvero vogliamo cambiare la società e combattere ogni razzismo, non è sulla discriminazione al contrario né sullo spirito di appartenenza a una comunità che possiamo contare. Soltanto il cambiamento dei nostri immaginari può avvicinarci e far cadere le barriere culturali fra un “voi” e un “noi” determinato dal colore della pelle. È tutto il passato del mondo che dobbiamo recuperare, per capire meglio e preparare il futuro di altre generazioni.
Ogni “stella” un disegno di Piergiorgio Mantini e un’articolata colta scheda non puramente biografica, mediamente una decina di pagine ciascuna.
Ottima prefazione di Emanuela Audisio (“neri si diventa”), che fra l’altro introduce i giusti nessi con i muscoli intelligenti nello sport.
Il libro
Lilian Thuram
Le mie stelle nere. Da Lucy a Barack Obama
con la collaborazione di Bernard Fillaire
traduzione di Sara Prencipe
prefazione di Emanuela Audisio
Add, 2014
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