la mappa nera

La mappa nera: Jeffery Deaver e una nuova avventura di Colter Shaw

San Francisco. Inizio estate 2019. Il taciturno Colter Inquieto Shaw di mestiere fa il localizzatore, ovvero insegue ricompense, materiali e affettive. In genere, cerca le persone che qualcuno vuole ritrovare, valutando caso per caso; non lavora per criminali, risulta allergico alle burocrazie.

Chi è Colter Shaw

Ha circa 31 anni, parla solo sobrio e composto, sorride molto raramente, è permanentemente leale e irrequieto. Uno da non prendere alla leggera: talento da vendere nello sviscerare ogni tipo di indizio, calcola gli eventuali nessi di causa ed effetto e le probabilità dei possibili eventi futuri.

Sfiora il metro e ottanta, capelli biondi corti, occhi blu con spruzzate di grigio, carnagione chiara, corporatura muscolosa e compatta, spalle larghe, muscoli tesi, cicatrici su guancia, coscia e (più grande) collo; vive solo in un camper (Winnebago), se può gira in moto (Yamaha da cross), affitta berline anonime e servizievoli.

Il padre Ashton ha insegnato ai tre figli il grande Libro del Mai, l’arte della sopravvivenza in condizioni estreme o inattese (sfiduciati verso le autorità ma rispettosi della legge), pure al maggiore Eremita Russell (circa 37), da tempo altrove, e alla minore Astuta Dorion (circa 28), sposata con prole nel Maryland. il capofamiglia è stato ucciso molti anni prima; la madre vive ancora isolata alla Tenuta, vicino a Fresno.

La mappa nera

Colter decide di darsi definitivamente e finalmente l’indispensabile sfida personale: completarne la missione, scoprire chi e perché lo volevano morto. Sa che la società BlackBridge faceva pessime cose e che è ancora in corso un progetto per manipolare i collegi elettorali con le droghe.

Il padre aveva anche carpito e nascosto qualcosa, forse indicato in una mappa, che potrebbe sconvolgere la California, gli Stati Uniti, il mondo.

Colter s’avventura ma deve pure ritrovare la giovane Tessy, la madre glielo chiede nel modo giusto. E si rifà vivo il fratello. Il pericolo costante è il loro mestiere.

Altro ottimo noir di Jeffery Deaver

L’eccelso scrittore americano di thriller Jeffery Deaver (Glen Ellyn, Illinois, 6 maggio 1950), dopo altri cicli ed esperienze narrative (dal 1988) e lo straordinario successo della serie con Lincoln Rhyme (dal 1997), ben conosciuto in 24 lingue e oltre centocinquanta paesi, pure al cinema, insiste con il nuovo affascinante personaggio.

Dall’inizio della pandemia, ha scritto ancor di più: la nuova avventura di Lincoln di prossima uscita e varie consecutive storie di Colter Shaw, questa volta quasi in contrastata coppia con Russell.

Come al solito i testi dell’autore hanno meccanismi perfettamente oleati, ormai ritmi e linguaggi delle serie televisive, meno chiacchiere e più azione, dialoghi godibili ed essenziali.

Uno sguardo ravvicinato a La mappa nera

Il titolo americano (The final twist) richiama il momento “finale” circa la ricostruzione della vicenda paterna; il titolo italiano (La mappa nera) lo strumento iniziale usato per capire il da farsi, senza successo.

L’esergo rende l’idea dell’argomento di fondo, una frase di Noam Chomsky: “Per i potenti, i crimini sono quelli che commettono gli altri”.

Siamo al confine fra la corruzione pubblica nello spionaggio industriale e gli interessi privati a condizionare ogni mercato:

le aziende non hanno coscienza né convinzioni, non hanno sentimenti, pensieri o desideri… Non fanno parte del Popolo, dal quale e per il quale la nostra Costituzione è stata redatta…

Gli eroi solitari, come il protagonista, dovrebbero cercare di limitare i danni. Non a caso preferisce scrivere appunti a mano sulla carta: se digiti o ascolti crei un rapporto effimero con le parole.

Tante birre locali, anche se l’onnipotente cattivo beve pessimo Chardonnay barricato mentre i manifestanti urlano: “Non ci vendiamo alle multinazionali”!

Il chitarrista preferito di Colter è l’australiano Tommy Emmanuel, ma Russell conosce meglio il rock.

Il libro

Jeffery Deaver
La mappa nera
traduzione di Sandro Ristori
Rizzoli, 2022

Valerio Calzolaio

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