Torino. 1911-1921. Il gracile sardo Antonio Gramsci (1891-1937) riuscì a frequentare l’università a Torino vincendo una borsa di studio.
Divenne presto un militante attento a ogni sommovimento sociale, assiduamente impegnato nel Partito Socialista. Studiava linguistica, era colto e curioso, scriveva molto bene, iniziò a fare il giornalista sulle pagine cittadine del settimanale Grido del popolo e del quotidiano Avanti, ben diffusi fra studenti e operai.
Sfido ogni giornalista presente a dichiarare di non aver voluto scrivere (almeno agli esordi) anche di quel che seguiva (privatamente o meno) di vitale nel campo delle arti e degli spettacoli!
Gramsci venne assunto nel dicembre 1915 e fu “usato” frequentemente come cronista teatrale (titolare della rubrica “Teatri”, una passione fin dal liceo cagliaritano). Lo si sapeva da oltre mezzo secolo.
Concerti e sconcerti
Gramsci fu pure abituale cronista musicale, finora non lo si sapeva proprio, meglio impararlo. Non firmò quasi mai i suoi articoli, che comparivano perlopiù anonimi; né pubblicò mai una loro antologia, ovviamente.
Tutti i volumi già usciti che portano il suo nome sono raccolte di “attribuzioni” postume ovvero di articoli che altri, studiosi operanti molti anni o decenni dopo la sua morte, hanno ritenuto scritti da lui, sulla base di diverse considerazioni: notizie sulla biografia, contenuti e stile espositivo, corrispondenza con testi sicuramente suoi (come le Lettere dal carcere e i Quaderni del carcere), testimonianze di collaboratori e compagni di lotta.
Per alcuni articoli gli elementi che riconducono a Gramsci sono molteplici e inequivocabili; in altri casi appaiono più labili e sfumati, hanno dato o possono dar luogo a controversie. La maggior parte dei testi di argomento musicale non gli erano mai stati attribuiti e, comunque, non erano mai stati pubblicati. Che piacere leggerli!
Il corpus degli scritti gramsciani
È in corso la pubblicazione nazionale ufficiale degli scritti di Antonio Gramsci, posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica nel 1990, istituita dal Ministero per i Beni culturali e ambientali con un decreto del 20 dicembre 1996, edita dall’Istituto della Enciclopedia italiana dal 2009.
Dopo che fu nominata la commissione scientifica e fu stabilito l’articolato piano dell’opera (lunghi studi preliminari e lenta pubblicazione), nel 1998 fu approvata una ripartizione in sezioni (ognuna con una pluralità di volumi, in parte pubblicati, in larga parte ancora in elaborazione) con le seguenti denominazioni: Scritti 1910-1926; Quaderni del carcere 1929-1935; Epistolario 1906-1937.
I volumi 1910-1916 e 1917 sono già stati pubblicati nel 2019 e nel 2015, non ancora i successivi.
Le cronache musicali di Antonio Gramsci: Concerti e sconcerti
I testi qui presentati in ordine cronologico sono 47 del 1915-1916, 18 del 1917 e 18 del 1918-1919, 83 in tutto e, per quanto riguarda pochi del periodo 1915-1917 e quelli 1918-1919, sono dunque attribuzioni non ancora pienamente ufficiali, seppur motivate e molto probabili.
Gli “sconcerti” del titolo risalgono al pezzo del 17 maggio 1916 su un concerto pianistico che titillava i nervi, variamente.
Mentre una scelta degli articoli “teatrali” (definiti “cronache” da Calvino, non vere recensioni) era apparsa già nei primi volumi dei Quaderni.
Gramsci e la musica
Mai erano state selezionate le cronache musicali (spesso brevissime) di opere, operette, concerti, balletti e vaudeville, probabilmente per il pregiudizio che Gramsci avesse un cattivo rapporto con la musica. Non era così: l’ottima approfondita introduzione di Maria Luisa Righi affronta le conoscenze musicali gramsciane, biografiche ed epistolari (specie rispetto alla compagna violinista Giulia Schucht, madre dei loro figli): mai nelle argomentazioni di Gramsci si coglie una gerarchia tra le forme artistiche o una svalutazione della musica.
All’epoca l’ascolto della musica sinfonica e operistica era possibile solo assistendo alle esecuzioni dal vivo, cosa che Gramsci fece spesso e volentieri, con sincero godimento estetico e critica curiosità sociale (grazie alla nota influenza di Rolland), per quanto dal 1915 si trattasse di spettacoli in tempo di guerra.
L’altro curatore è Fabio Francione, che firma pure la breve postfazione. In appendice gli indici dei nomi e delle composizioni.
Il libro
Antonio Gramsci
Concerti e sconcerti. Cronache musicali (1915-1919)
a cura di Fabio Francione e Maria Luisa Righi
Mimesis, 2022
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