viaggio mistico

Il viaggio mistico ovvero un viaggio letterario particolare

Secondo molti mistici, indipendentemente dal credo religioso, la perfezione si raggiunge attraverso un cammino che, a seconda delle peculiarità di ognuno, è fatto di vari stadi e diversi traguardi. Il viaggio mistico è, quindi, anche una metafora del viaggio fisico che compiamo quando ci muoviamo su questa Terra. È innegabile che a volte, dinanzi a uno splendido panorama, si resti senza parole e si faccia un’esperienza che quasi ci porta fuori di noi stessi.

Se il mistico è poi anche un fine scrittore ecco che abbiamo un viaggio letterario nel viaggio mistico. Tramite le parole di chi scrive potremo quasi assaggiare l’esperienza di chi ha raggiunto vette spirituali che non tutti possiamo raggiungere.

Il viaggio mistico di Giovanni della Croce

Tra i mistici più riconosciuti a tutti i livelli (non solo nella chiesa cattolica ma anche in altre culture) spicca lo spagnolo Giovanni della Croce (1542-1591). Tra l’altro, è considerato uno dei maggiori poeti spagnoli. (Se stile e argomento piace, consigliamo anche la lettura dei testi di santa Teresa di Gesù – nota soprattutto come santa Teresa d’Avila – contemporanea e amica di Giovanni della Croce).

Senza addentrarci nella sua dottrina, vi propongo solo su alcune strofe della Notte oscura dell’anima che parla del viaggio dell’anima dalla propria sede corporea verso l’unione con Dio. Un testo non semplice (tanto che lo stesso autore lo spiega attraverso molte pagine), ma colmo di poesia e trasporto che ben illustra il viaggio mistico anche dal punto di vista letterario.

Notte oscura dell’anima

In una notte oscura,
con ansie, dal mio amor tutta infiammata,
oh, sorte fortunata!,
uscii, né fui notata,
stando la mia casa al sonno abbandonata.

Al buio e più sicura,
per la segreta scala, travestita,
oh, sorte fortunata!,
al buio e ben celata,
stando la mia casa al sonno abbandonata.

Nella gioiosa notte,
in segreto, senza esser veduta,
senza veder cosa,
né altra luce o guida avea
fuor quella che in cuor mi ardea.

E questa mi guidava,
più sicura del sole a mezzogiorno,
là dove mi aspettava
chi ben io conoscea,
in un luogo ove nessuno si vedea.

Notte che mi guidasti,
oh, notte più dell’alba compiacente!
Oh, notte che riunisti
l’Amato con l’amata,
amata nell’Amato trasformata!

Là giacqui, mi dimenticai,
il volto sull’Amato reclinai,
tutto finì e posai,
lasciando ogni pensier
tra i gigli perdersi obliato.

Il testo di Giovanni della Croce è tratto da Monastero virtuale e su questo sito potete leggere l’intero testo del santo spagnolo e godere pienamente delle immagini poetiche. Magari sarà l’occasione per avvicinarsi non solo alla poetica di Giovanni della Croce ma anche alla poesia in generale, non solo quella mistica.

Foto | photocosma via Depositphotos

Roberto Russo

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