Il 9 aprile 1945 su ordine diretto di Hitler, Dietrich Bonhoeffer, teologo luterano, veniva impiccato nel lager di Flossenbürg, dopo un processo sommario.
Oltre ai suoi profondi saggi di teologia, Bonhoeffer ci ha lasciato diverse poesie e vibranti discorsi sulla pace. Gli scritti e le lettere dalla prigionia che fu possibile portare fuori dal carcere vennero pubblicati, a guerra finita, con il titolo di Resistenza e resa, a cura di Erberhard Bethge, nipote acquisito di Bonoheffer. In Italia i suoi scritti sono pubblicati principalmente da Queriniana.
Chi è stato Dietrich Bonhoeffer
Dietrich Bonhoeffer era nato il 4 febbraio 1906 a Breslavia, oggi in Polonia, figlio di Karl, docente di neurologia e psichiatria, e di Paula. Quando Dietrich aveva sei anni la sua famiglia si trasferì a Berlino e lì egli studiò teologia. Dopo il ginnasio e a soli 24 anni ottenne l’abilitazione all’insegnamento universitario.
Si dedicò all’attività pastorale nella sua chiesa, affiancandovi l’insegnamento prima a New York e poi a Berlino. Compì anche lunghi viaggi in Italia.
Quando Hitler salì al potere, Bonhoeffer divenne una figura di riferimento nell’opposizione ecclesiastica. Seppur la resistenza era proibita per legge, il nostro la mise in pratica, spinto dall’amore nei confronti di coloro che dovevano subire ingiustizie atroci. Si batté con coraggio contro la chiesa filonazista dei “cristiani tedeschi”.
Nel 1939, allo scoppio della guerra, il suo impegno si fece ancora più intenso, e prese parte alla lotta – tanto teorica, quanto militare – portando avanti, in maniera concreta, le sue speculazioni filosofiche e teologiche. Per lui, la morale non si basava su un astratto concetto del bene, ma su quello che realisticamente aderisce alla storia, facendosi carico del destino di tutti, teoria che portò avanti fino alle estreme conseguenze, non fuggendo dinanzi alla morte.
Le poesie di Bonhoeffer
Tra le sue poesie più famose si annoverano Chi sono io? (che già vi abbiamo proposto su Libri e parole) e Da potenze benigne (nota anche come Potenze benevole), che trovate a seguire.
Si tratta di un testo composto da Dietrich Bonhoeffer nel Capodanno 1945, mentre era nel carcere sotterraneo della Gestapo (il testo è tratto volume 8 delle Opere di Dietrich Bonhoeffer nel catalogo Queriniana).
Le composizioni poetiche di Bonhoeffer sono testimonianza intima della tensione che in lui c’era tra depressione e forza interiore.
Da potenze benigne
Circondato fedelmente e tacitamente da benigne potenze,
meravigliosamente protetto e consolato,
voglio questo giorno vivere con voi,
e con voi entrare in un nuovo anno;il vecchio ancora vuole tormentare i nostri cuori
ancora ci opprime il grave peso di brutti giorni.
Oh, Signore, dona alle nostre anime impaurite
la salvezza per la quale ci hai creato.E tu ci porgi il duro calice, l’amaro calice
della sofferenza, ripieno fino all’orlo,
e così lo prendiamo, senza tremare,
dalla tua buona, amata mano.E tuttavia ancora ci vuoi donare gioia,
per questo mondo e per lo splendore del suo sole,
e noi vogliamo allora ricordare il passato
e così appartiene a te la nostra intera vita.Fa’ ardere oggi le calde e chiare candele,
che hai portato nella nostra oscurità;
riconducici, se è possibile, ancora insieme.
Noi lo sappiamo: la tua luce risplende nella notte.Quando il silenzio profondo scende intorno a noi,
facci udire quel suono pieno
del mondo, che invisibile s’estende intorno a noi,
l’alto canto di lode di tutti i tuoi figli.
Foto | Bundesarchiv, Bild 183-R0211-316 / CC-BY-SA 3.0, CC BY-SA 3.0 DE, attraverso Wikimedia Commons
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