Robert Bloch (5 aprile 1917 – 23 settembre 1994) fu celebre scrittore e sceneggiatore, specializzato in gialli, horror e fantasy. È ricordato soprattutto per Psycho, da cui Alfred Hitchcock trasse ispirazione per l’omonimo film.
La passione di Robert Bloch per la scrittura gialla, horror e fantasy
Appassionato fin da bambino al genere, cominciò a intrattenere una corrispondenza con Howard Philip Lovecraft, scrittore oscuro e dalla singolare esperienza di vita particolarmente attivo sulla rivista pulp Weird tales. Sarà sullo stesso giornale che Robert Bloch, all’epoca diciassettenne, vedrà pubblicati i suoi primi racconti (The feast in the Abbey e The secret in the tomb).
Se tuttavia gli inizi furono profondamente attraversati dall’influenza di Lovecraft, Bloch sviluppò nel corso della sua carriera uno stile differente e personale. Nei suoi testi l’aspetto psicologico di qualunque trama veniva esasperato e posto al centro della riflessione. Tra l’altro, giova ricordare che Lovecraft gli dedicò il racconto L’abitatore del buio, il cui protagonista si chiama Robert Blake.
Psycho e Hollywood
Il romanzo Psycho fu pubblicato nello stesso anno in cui, grazie al racconto That hell-bound train, Robert Bloch aveva ottenuto l’Hugo Award for Best Short Story. Letto e apprezzato da Alfred Hitchcock, i diritti del romanzo Psycho vennero comprati da un acquirente anonimo e Bloch siglò un contratto con l’agenzia Simon&Schuster nel quale si stabilivano i termini percentuali di profitto dello scrittore. Tuttavia, nonostante il successo grandioso dell’adattamento cinematografico, a Bloch andò una cifra molto contenuta.
Si trattava del primo contatto dello scrittore horror con Hollywood, destinato a inaugurare una lunga serie di collaborazioni con il mondo del cinema. Da allora in avanti, Robert Bloch lavorò infatti come sceneggiatore firmando numerosissimi lavori.
La sua vita personale lo vide due volte sposo. Una prima per convenienza (sposò infatti Marion Holcombe, affetta da TBC, al fine di ottenere l’esonero dalla leva) e una seconda per amore. Dopo aver divorziato nel 1963, prese in moglie la vedova Eleanor Alexander, alla quale fu legato sino alla morte.
A cura di Anna Clara Basilicò
Foto | Will Hart [CC BY 2.0], attraverso Wikimedia Commons
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