Natale cancellato

Il Natale cancellato: quando la ribellione popolare rovesciò il governo

Nel 1647, il Natale fu vietato nei regni di Inghilterra (che all’epoca comprendeva anche il Galles), Scozia e Irlanda e non funzionò molto bene. In seguito al divieto totale di ciò che è festivo, dalle decorazioni ai raduni, scoppiarono ribellioni in tutto il Paese. Mentre alcune attività presero la forma di appendere l’agrifoglio in segno di sfida, altre azioni furono molto più radicali ed ebbero conseguenze storiche.

Il Natale cancellato: la storia della ribellione britannica del 1647

Nel 1647, il Parlamento aveva vinto la guerra civile in Inghilterra, Scozia e Irlanda e il re Carlo era tenuto in cattività a Hampton Court. La Chiesa d’Inghilterra era stata abolita e sostituita da un sistema presbiteriano.

La riforma protestante aveva ristrutturato le chiese in tutte le isole britanniche. I giorni festivi, compreso il Natale, furono aboliti.

I consueti festeggiamenti durante i giorni di Natale (dal 25 dicembre al 5 gennaio) furono considerati inaccettabili. I negozi dovevano rimanere aperti per tutto il periodo natalizio, compreso il giorno di Natale. Le decorazioni natalizie – agrifoglio, edera e altre piante sempreverdi – furono vietate. Anche altre tradizioni, come i banchetti e il consumo di alcolici, consumati in grandi quantità, allora come oggi, furono limitati.

Il giorno di Natale, tuttavia, non passò in sordina. I cittadini di tutta l’Inghilterra, della Scozia e dell’Irlanda si fecero beffe delle regole. A Norwich, al sindaco era già stata presentata una petizione che chiedeva di celebrare il Natale tradizionale. Non poteva permetterlo pubblicamente, ma ignorò le celebrazioni illegali in tutta la città.

A Canterbury si giocò la consueta partita di calcio natalizia e i cittadini abbellirono le porte delle case. Durante i giorni di Natale, i festeggiamenti si sono diffusi in tutto il Kent e si è dovuto ricorrere alla forza armata per interrompere il divertimento.

Il giorno di Natale fu celebrato nel cuore di Westminster e i guardiani della chiesa di St Margaret (che fa parte dell’Abbazia di Westminster) furono arrestati per non aver fermato la festa. Le strade di Londra erano addobbate con agrifoglio ed edera e i negozi erano chiusi. Il sindaco di Londra è stato aggredito verbalmente mentre cercava di abbattere le decorazioni natalizie con l’aiuto dei reggimenti di veterani della città.

I peggiori postumi del Natale cancellato

Le conseguenze dei disordini natalizi di Norwich furono le più drammatiche. Nell’aprile del 1648 il sindaco fu convocato a Londra per spiegare la sua incapacità di proibire le feste natalizie. Una folla chiuse le porte della città per impedire che fosse portato via. Vennero nuovamente dispiegate le forze armate e, nei disordini che seguirono, il magazzino delle munizioni della città esplose, uccidendo almeno 40 persone.

Norwich non era sola. Nel Kent, il Gran Giurì decise che i rivoltosi che partecipavano alle feste di Natale non avevano altra scelta che rispondere alla legge e la contea si ribellò esuberantemente al Parlamento. I realisti capitalizzarono il malcontento popolare e iniziarono a organizzare i rivoltosi.

In successione, nel 1647 e nel 1648, i partiti portarono a rivolte, che a loro volta causarono la seconda guerra civile nell’estate dello stesso anno. Re Carlo fu processato dopo la sconfitta in guerra e fu giustiziato. Questo portò a una rivoluzione e la Gran Bretagna e l’Irlanda divennero una repubblica, tutto grazie al Natale.

Le nostre riflessioni sulla cancellazione del Natale

Ogni anno torna, puntuale, la notizia che da qualche parte qualcuno ha cancellato il Natale, ha vietato le feste a tema natalizio, ha cambiato il nome alla festività in nome di una maggiore inclusione. È innegabile che viviamo in un periodo in cui il rispetto e l’inclusione debbano essere il nostro timone e siamo pienamente d’accordo con il fatto che la festa debba avere un senso gioioso per ogni persona. Sappiamo anche che la realtà odierna ha una propria storia alle spalle e ignorarla non è segno di lungimiranza.

Noi amiamo il Natale, sia chiaro! Siamo tuttavia contrari a tutto quello che si fa in nome di tradizioni che forse oggi hanno poco senso. Siamo consci, però, che non siamo funghi nati dal nulla e abbiamo una storia che non possiamo ignorare.

Non facciamo qui un discorso nazionalista o identitario. A quanti si strappano le vesti perché in quella scuola non si fa il presepe o in quell’altra si cambia il nome della festa, vorremmo sommessamente rammentare che il Natale ricorda la nascita di un Bimbo lontano dalla sua casa. Un Bambino che, con sua Madre e suo padre, fu scacciato da tutti e venne alla luce in un luogo di fortuna. Tra l’altro il piccolo Gesù probabilmente non era bianco, biondo e con gli occhi azzurri: se ne facciano una ragione quanti vedono il Natale come una “nostra” festa, apponendoci sopra la bandierina italiana!

Consigli di lettura per un’ampia visione del Natale

Chi volesse avere uno sguardo più ampio sul Natale può leggere il libro Accadde a Natale di Arnaldo Casali (pubblicato dalla nostra casa editrice) e vedrà quante “cose” sono successe il giorno di Natale nella storia. E a proposito della proibizione di celebrare il Natale consigliamo la lettura del racconto Natale a Poganuc di Harriet Beecher Stowe nell’antologia Natale nel Nuovo Mondo a cura di Fabiana Errico (sempre per i nostri tipi).

Via | BigThink
Foto | stokkete via Depositphotos

Roberto Russo

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