Oggi, all’età di 90 anni e lontana dai riflettori, ci ha lasciati la grande Monica Vitti. Una vera diva del nostro Paese che ha saputo interpretare con la medesima bravura in oltre cinquanta film ogni ruolo, dai più drammatici a quelli comici.
Monica Vitti, un profilo della diva
Apprezzata e amata dal pubblico, trattata sempre al meglio dalla critica, Maria Luisa Ceciarelli (questo il suo vero nome) era nata a Roma il 3 novembre del 1931. Aveva cominciato a lavorare nel cinema a soli quattordici anni, mostrando subito innate capacità che l’hanno poi fatta apprezzare dai più grandi registi italiani; tutti i famosi mattatori del cinema e della televisione hanno lavorato con lei. La sua bravura e la capacità di emergere in ogni pellicola sono approdate anche all’estero.
Un viso irregolare, una voce roca, tratti che forse potevano essere considerati negativi da coloro che dettavano legge sui canoni di bellezza, ma che in lei hanno rappresentato fascino, suscitando in tutti una naturale attrazione.
Da tanti anni non si mostrava più al suo pubblico, neppure in serate a lei dedicate. Purtroppo non per il timore che i suoi fan potessero scorgere su di lei il segno del tempo: la verità è che una malattia inesorabile e degenerativa l’aveva colpita e indotta a ritirarsi a vita privata con suo marito, Roberto Russo.
I premi vinti dall’attrice
Sulla carriera di Monica Vitti tanto si trova in rete e tanto verrà raccontato in questi giorni. Noi vogliamo solo riassumere il segno indelebile da lei lasciato nella storia del cinema, ricordando i premi ottenuti:
- 5 David di Donatello come migliore attrice protagonista (più altri quattro riconoscimenti speciali),
- 1 Ciak d’oro alla carriera,
- 3 Nastri d’Argento
- 12 Globi d’oro (di cui due alla carriera)
- 1 Leone d’oro alla carriera (Venezia)
- Orso d’argento alla Berlinale
- 1 Cocha de Plata a San Sebastián
- candidatura al premio BAFTA.
I libri di Monica Vitti
Questa autentica star si è cimentata anche nella regia e nella sceneggiatura.
Sette sottane
Forse non tutti sanno che negli anni ’90 la Sperling & Kupfer le pubblicò un libro autobiografico – Sette sottane – in cui lei stessa spiegò la ragione del titolo scelto:
Da piccola mi chiamavano Sette Sottane perché in Sicilia, dove vivevamo noi, non c’era il riscaldamento d’inverno e mia madre mi copriva di maglie, magliette, sottanine, vestitini e grembiulini. Non mi davano noia, anzi, ne ero orgogliosa e quando veniva qualcuno a trovarci dicevo: Vede, io ho sette sottane: una, due, tre, quattro…, mia madre non mi faceva mai arrivare alla settima perché diceva che era una vergogna tirarsi su le gonnelline.
Un libro delizioso, in cui con la consueta ironia ci racconta della sua vita, dei suoi amori, delle sue passioni, delle sue paure (per esempio, ha sempre odiato viaggiare), del suo essere perennemente distratta, condendo le pagine con aneddoti e piccole intriganti rivelazioni legate al suo lavoro.
Il letto è una rosa
Questa autobiografia fu seguita poi da un’altra pubblicazione: Il letto è una rosa.
Ironica (“Scoprire di far ridere è stato un po’ come scoprire di essere la figlia del re”), riservata, sorprendentemente timida, giudice severa di se stessa (“Le attrici, diciamo bruttine, che oggi hanno successo in Italia lo devono a me. Sono io che ho sfondato la porta”), è alla prima teatrale italiana di Notre-Dame de Paris che si mostra al pubblico per l’ultima volta. Era il marzo del 2002, e risale allo stesso periodo l’ultima intervista rilasciata. Qualcuno la ricorda, poco più tardi, in compagnia di suo marito per le vie di Roma. E sarà l’ultima volta che i fotografi riusciranno a rubarle qualche scatto.
La Dolce Vitti
Il 3 novembre 2011, durante il Festival del Film di Roma, in occasione dei suoi ottant’anni, fu presentato un volume intitolato La Dolce Vitti. Edito da Cinecittà Luce fu un omaggio alla grande star per raccontare al pubblico del suo percorso artistico. Lei non era presente, ma noi speriamo che abbia avuto modo di leggere le lusinghiere parole di apprezzamento presenti in ogni pagina del libro. Tra queste, citiamo la considerazione scritta dal regista Ettore Scola:
Monica è l’unica attrice che è entrata di diritto a far parte del ristretto gruppo dei colonnelli della commedia italiana che è un cinema di autori, cioè registi, sceneggiatori e anche attori: Sordi, Gassman, Mastroianni, Tognazzi, Manfredi e la Vitti non possono considerarsi soltanto degli attori.
Abbiamo cominciato questo saluto a Monica Vitti scrivendo che oggi ci ha lasciati: in realtà, lei fa parte di quella categoria di eletti e indimenticabili che non se ne vanno mai.
Foto | Di Jac. de Nijs / Anefo (Nationaal Archief) [CC BY-SA 3.0], attraverso Wikimedia Commons
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