Mondo. Immanuel Kant (1724-1804).
Migrazioni e diritto cosmopolitico
I movimenti migratori e gli obblighi verso gli stranieri sono stati da sempre temi della filosofia politica, anche prima di Kant (basti pensare a Platone, Agostino, D’Aquino, Moro, Campanella, Bacone, Hobbes, Locke, Rousseau). Riguardano oltretutto i più disparati ambiti tematici e necessitano di ripercorrere in via preliminare una rassegna definitoria di termini in parte diversi come spostamento, migrazione e fuga.
La discussione contemporanea (ultimi quaranta anni) riguarda sia la migrazione che la cittadinanza. Trae origine dal dibattito sulla giustizia globale, rivelando almeno tre approcci differenti:
- il comunitarismo di Michael Walzer per esempio,
- il cosmopolitismo comunitario di Joseph Carens,
- il nazionalismo liberale di David Miller
Sono tre autori fondamentali per la discussione odierna, di ambito sia anglofono che tedescofono.
Attualità della filosofia politica di Kant
Tra queste correnti (comunque comparabili e intrecciate), la figura e le opinioni giuridico-morali di Kant assumono una collocazione “trasversale”, esprimibile anche come “disarmonia produttiva”.
La sua teoria del diritto cosmopolitico si compose sia di una richiesta di ospitalità universale (e di omissione di atti di ostilità) che di un orientamento anticolonialista, concentrato più sui doveri di virtù degli Stati che sui diritti dei cittadini del mondo, quindi in “disarmonia” con tutte e tre le correnti citate.
Kant ebbe, inoltre, una consapevolezza delle problematiche addirittura superiore. Affrontò temi spesso oggi elusi, esprimendo in modo aperto un indirizzo acuto e complessivamente “produttivo”, anche per affrontare i dilemmi contemporanei sulle immigrazioni (riferiti o alla giustizia o all’aiuto).
Il robusto studio di Karoline Reinhardt
La tesi di dottorato della giovane ricercatrice tedesca Karoline Reinhardt, oggi professoressa di Etica applicata nella facoltà di Filosofia dell’Università di Passau, ricevette nel 2018 autorevoli riconoscimenti come il Kant-Förderpreis della Kant-Stiftung di Friburgo e il Walter-Witzenmann-Preis dell’Accademia delle Scienze di Heidelberg. L’interessante pubblicazione risale all’estate dell’anno successivo.
Giunge ora l’opportuna edizione italiana, efficacemente curata e introdotta dalla professoressa Roberta Picardi (Università del Molise), che sottolinea il giustificato rinnovato interesse per il diritto cosmopolitico.
La struttura del saggio Migrazioni e diritto cosmopolitico
Kant comprende al suo interno il diritto di cittadini, gruppi, popoli e soprattutto degli Stati: i doveri associati non sono doveri positivi di assistenza ma solo doveri negativi o di omissione, ossia il dovere di omissione delle ostilità nei confronti dei nuovi arrivati, la cui obbligatorietà appare pur sempre incondizionata, non intaccabile da considerazioni empiriche.
Reinhardt distribuisce la dotta argomentata trattazione in tre parti “diacroniche” (diciotto capitoli e innumerevoli paragrafi per facilitare l’esposizione e la lettura): il dibattito contemporaneo, le affinate storiche posizioni di Kant, una migliore rivisitazione del dibattitto alla luce di Kant.
I titoli sono significativi:
- I, Confini chiusi – confini aperti, il dibattito sulla migrazione nella filosofia politica contemporanea
- II, Il diritto cosmopolitico di Immanuel Kant nella Pace Perpetua e nella Dottrina del Diritto
- III, Diritto cosmopolitico e migrazione.
Rimarchevole il capitolo 16 sulla possibile asimmetria del diritto di emigrazione (che ogni Stato dovrebbe concedere ai propri cittadini, pur senza poter garantire loro l’immigrazione altrove) rispetto al diritto di immigrazione (che potrebbe non appartenere al singolo individuo sapiens, ma riguardare invece ogni singolo Stato come dovere perfetto e ineludibile).
Ampi riferimenti bibliografici e buon indice dei nomi.
Il libro
Karoline Reinhardt
Migrazioni e diritto cosmopolitico. Sull’attualità della filosofia politica di Kant
edizione italiana a cura e con introduzione di Roberta Picardi
traduzione di Lorenzo Mileti Nardo
Il Mulino, 2022
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