Daria Bignardi la conosciamo tutti. Giornalista in attività dagli anni Ottanta, garbata e ironica conduttrice televisiva e radiofonica, scrittrice i cui libri sono stati tradotti in molte lingue, vincitrice di numerosi premi. Dunque nel leggere il suo Libri che mi hanno rovinato la vita (Einaudi), mi aspettavo da lei qualcosa di originale, particolare, direi “sentito”, per intenderci. E così è stato.
Suddiviso in dodici mesi dell’anno, il libro è una personale e intima riflessione sull’amore per la letteratura anche quando può essere deviante o disturbante. In fondo, ammettiamolo: non c’è amore che non lo sia!
Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori malinconici
Molti di noi, se lettori, abbiamo un percorso di vita accompagnato da libri e canzoni, e a risentire una melodia o a rivedere la copertina di un romanzo ci scopriamo per puro piacere o nostro malgrado a rievocare volti, nomi, momenti, situazioni…
Rievocazioni disturbanti, libri ancora vivi
Questo è ciò che accade in Libri che mi hanno rovinato la vita, il cui titolo continua con e altri amori malinconici. È proprio il sottotitolo a raccontare la verità su questa raccolta di riflessioni avvolte e accompagnate dal pretesto dei libri letti: la letteratura è ambientazione, ma la protagonista vera è una bambina, poi ragazza e poi donna, che vive la scoperta di se stessa senza menzogne e senza menzogne la racconta ai lettori.
I fantasmi della letteratura
Che sia stata chiamata da quel che sto scrivendo? Da Nietzsche, da Sologub, da Djuna Barnes, da Fassbinder, da Carmelo Bene e dal coro di fantasmi che ho evocato? Dal ricordo dei miei amici morti, dei miei pomeriggi perduti, di tutte le scelte fatte per mancanza di lucidità? La tristezza non dura tanto: un giorno, o un pomeriggio. Ma c’è. Forse ora la sento perché la riconosco? E quando c’è mi sembra che sia stato sempre così e che sarà così per sempre.
Un libro intimo, che ho letto in una sera perché mi era impossibile contemplare una interruzione, cara Daria Bignardi! Sarebbe stato come interrompere un’amica che si sta aprendo completamente dicendole “A domani, non ho più tempo”. Impossibile.
Può un libro rovinarci la vita?
La potenza dei libri, la scelta di una lettura e l’idea che ce ne facciamo così mutevole nel tempo – ciò che ieri era perfetto per noi oggi può rivelarsi addirittura noioso – e quell’indurci a valutare possibilità non ancora contemplate: può un libro rovinarci la vita? Può spingerci verso una strada che altrimenti non avremmo percorso? Affascinanti dilemmi che spingono a ideare una personale playlist non di canzoni, immagini o video ma… di libri. E che importa se una vera playlist non contempla i libri!
La libreria. Il posto dove tutto è cominciato mi aiuterà a capire e a maneggiare la malinconia. Guardo i tre libri che ho accusato di avermi rovinato la vita. Sono qui accanto a me, sulla scrivania, mentre scrivo. Da dove venite, fisicamente?
Libri che mi hanno rovinato la vista: spudorato atto di fede
La quarta di copertina definisce Libri che mi hanno rovinato la vita di Daria Bignardi, un memoir di formazione, breviario di bellezza, spudorato atto di fede verso il potere delle parole.
Tutto vero. Ma è anche qualcosa al di fuori di questo, perché se un libro come questo ne racchiude tanti illuminanti o devastanti, spiegandone le ragioni, diviene esso stesso libro che rovina la vita dal momento che costringe a guardare con occhi diversi la nostra personale, intima, indimenticabile e indimenticata libreria.
Il libro
Daria Bignardi
Libri che mi hanno rovinato la vita. E altri amori malinconici
Einaudi 2022
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