Sviluppo insostenibile. 1992-2022. Occorre rafforzare le dimensioni culturali, umanistiche, letterarie e narrative del sapere accumulato sulla nostra crisi ecologica, per poi investire in comunicazione e divulgazione.
Il pensiero ecologizzato affermatosi fra la seconda metà degli anni ’60 e la prima metà dei ’70 del XX secolo è essenziale. Ha formulato pilastri teorici e scientifici che possono essere utilmente ricostruiti e aggiornati.
La stessa pandemia del Covid-19 è una malattia derivata da globalizzazione e insostenibilità e ci sta costringendo a riflettere sulle nostre città, sulla qualità della vita urbana, sul processo di urbanizzazione che ormai coinvolge circa il 70% degli Umani.
L’umanità a un bivio
Forse siamo davvero a un bivio. Ciascuno di noi deve scegliere verso quale direzione procedere. Nessuno può chiamarsi fuori da questa sfida, se non altro per responsabilità verso figli e nipoti, con l’aggravante che non ci è più concesso di sbagliare direzione (con un negazionismo climatico che ha fuorviato le scelte concrete) o di continuare a temporeggiare preferendo vivere e pensarci in un eterno presente (come è accaduto a Glasgow durante l’ultima conferenza Onu).
I maggiori rischi per le attuali forme di vita sul Pianeta sono provocati proprio dagli esseri umani.
Fin dall’inizio della Rivoluzione industriale già in corso alla metà del XIX secolo nei principali paesi dell’Occidente, noi sapiens abbiamo iniziato ad alterare l’equilibrio dinamico e insieme complesso che governa le leggi della Natura fino a giungere alla definitiva compromissione avvenuta con la grande accelerazione degli ultimi settant’anni e, ancor di più, con il trionfo della globalizzazione.
Gli squilibri si sono determinati perché ci siamo persuasi che avremmo potuto modificare qualsiasi stato delle cose, creando pure un probabile ossimoro, sviluppo sostenibile. Rimane poco tempo.
Lo studio di Gianfranco Franz
L’architetto e pianificatore urbanistico Gianfranco Franz (Rimini, 1964) insegna dal 2008 Politiche per la sostenibilità al Dipartimento di Economia dell’Università di Ferrara.
Il volume rispecchia l’ormai trentennale percorso accademico transdisciplinare, caratterizzato da un forte nomadismo di pensieri e di vita, con ricerche, master e collaborazioni in tante università del mondo: dalle abitazioni per famiglie a basso reddito e con bisogni speciali ai temi dello sviluppo regionale, dalla riqualificazione urbana alla ricostruzione dei piccoli centri, dagli aspetti comportamentali al deficit narrativo rispetto alla crisi ecologica (senza affidarsi solamente a scienze e tecnologie).
La struttura del libro L’umanità a un bivio
L’autore consegna un testo crossover. Non appartiene a una specifica tipologia: non divulgativo ma neppure accademico, ricco di materiali e spunti.
Complessivamente si tratta di otto capitoli distribuiti in quattro parti. Ovvero:
- Uomo e ambiente: un divorzio costoso (i limiti dello sviluppo);
- Un grande mondo opprime un piccolo pianeta (l’impronta ecologica, l’Antropocene e i Planetary Boundaries);
- Riconnettere misura e cultura (l’eccesso di fiducia nella tecnologia, l’ecocritica e la Citizen Science, pure con letteratura e cinema);
- Siamo al bivio: ecologizzare città, produzione e linguaggio (l’economia circolare, con sobrietà e parsimonia).
L’aggressione russa dell’Ucraina e la guerra stanno spostando l’attenzione dei governi e dei media dalla crisi climatica e da quella pandemica a quelle umanitaria e politica in corso. Il quadro è fosco e allarmate per la pochezza dei governi. Eppure non bisogna disperare, documentiamoci meglio!
Accurata parziale bibliografia, buon indice dei nomi.
Il libro
Gianfranco Franz
L’umanità a un bivio. Il dilemma della sostenibilità a trent’anni da Rio de Janeiro
Mimesis, 2022
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