Anna Estcourt è una ragazza giovane e bella, ma priva di dote. Il suo ingresso in società avviene grazie a sua cognata Susie, ricca, ma poco amata per la sua ansia, troppo visibile, di salire nella scala sociale.
Anna, in realtà, non solo non fa nulla per agevolarle il compito, ma comincia anche a respingere uno ad uno tutti i suoi facoltosi pretendenti e ben presto comincia a modificare il proprio abbigliamento, le acconciature e le abitudini mondane.
Susie, dal canto suo, comincia a sottolineare la quantità di soldi spesi per educarla, inserirla in società, trasformarla da ragazzina in futura moglie di qualcuno, facendo soffrire Anna, che non ama sentirsi né in debito né dipendente da chicchessia.
Confidatasi con lo zio Joachim, giunto in visita da lei, Anna non immagina di porre le basi per un cambiamento importante.
“Dice che sono scontrosa, che ho l’aria seccata, che i miei modi non sono incoraggianti. Non ti sembra orribile dover incoraggiare qualsiasi sventurato provvisto di denaro? Io non voglio sposare nessuno. Non voglio comprarmi l’indipendenza in quel modo. E poi quella non è vera indipendenza.”
“Per una donna è l’unica strada” affermò zio Joachim con grande determinazione. “Non venirmi a parlare di indipendenza. È una parola decisamente poco adatta alle labbra di una ragazza. Una donna dev’essere orgogliosa di appoggiarsi a un bravo marito. […]”
Alla morte dello zio, Anna scopre, con sorpresa, che pur ritenendola troppo indipendente come donna, le ha lasciato una proprietà e una rendita che le consentiranno di essere autonoma economicamente e di restituire a Susie i soldi spesi.
Anna, però, sogna sempre in grande e decide di aprire la sua tenuta ad un gruppo di donne cadute in disgrazia, che non hanno alcun sostegno economico. Inizia da qui, per la protagonista, un percorso che la porterà a perdere la sua ingenuità giovanile.
Presa in giro proprio da coloro che vuole aiutare, assediata da chi vuole trarre profitto dalla sua proprietà, incontrerà solo due persone pronte ad aiutarla, uno scapolo benestante e la sorella di lui.
Il circolo delle ingrate
Il romanzo Il circolo delle ingrate (titolo originale: The Benefactress) di Elizabeth von Arnim (pseudonimo della prolifica scrittrice Mary Annette Beauchamp 1866-1941, cugina di Mansfield, amica di H. James, donna conosciuta per la sua intelligenza) si legge con vero piacere.
Con piacere non solo seguiamo la storia di Anna, ma anche le cattiverie delle ingrate, appunto, che lei ospita. Pochi personaggi si salvano. La maggior parte si rivelano gretti, meschini, animati da cattive intenzioni.
Unica delusione, per la sottoscritta, il finale, che naturalmente non posso svelarvi. L’ho trovato una forzatura rispetto alla parabola della protagonista. Colpa dei tempi in cui è stato scritto o legato strettamente alla mentalità della scrittrice? A voi la risposta. Magari lo troverete perfetto e non così disdicevole.
Il libro
Elizabeth von Arnim
Il circolo delle ingrate
traduzione di Simona Garavelli
Bollati Boringhieri, 2012
Recensione a cura di Mariantonietta Barbara
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