Milano. Luglio 2021. Katia Sironi è l’agente di Carlo Monterossi. Lei ha un aspetto monumentale ed è padrona delle clausole, dei contratti, delle percentuali, delle scartoffie che hanno consentito a lui, autore chic e creatore del seguitissimo vergognoso programma televisivo Crazy Love, di godere dei sostanziosi diritti senza più prostrarsi alla corte della Grande Fabbrica della Merda, la Tivù Commerciale.
A tarda sera del 7 luglio lei lo chiama e lo passa a prendere. Li ha convocati nella sua splendida villa il dottor Calleri, l’inarrivabile padrone, il Dottore, l’Azionista, il capo indiscusso e indiscutibile, elitrasportato, invisibile, ultra-umano.
Flora
Insieme al dottor Gatti, responsabile della sicurezza aziendale, fanno loro vedere su uno schermo gigantesco, il breve video durante il quale Sua Maestà Flora De Pisis, la famosissima amatissima conduttrice (otto milioni di fedeli spettatori ogni mercoledì), annuncia di essere stata rapita e che presto seguirà una richiesta di riscatto, produzione RDP.
Carlo è la persona che meglio la conosce. Inoltre è in contatto con l’Agenzia di investigazioni Sistemi Integrati diretta dal suo amico Oscar Falcone e dall’ex sovrintendente Agatina Cirriell. Calleri vuol tenere tutto segreto e ha bisogno di un mediatore, impossibile dirgli di no.
Carlo sveglia Bianca Ballesi, le è indispensabile sia in quanto produttrice del programma che in quanto compagna di vita. Guardano e riguardano il video, sembra una cosa professionale, che inevitabilmente deve coinvolgere uno studio vero, macchine buone, banco regia, insomma varie persone. E la stessa Flora appare affranta e disordinata ma pulita e non ostile.
Dietro il crimine ci sono due personaggi sconosciuti e ordinati: Corrado Stranieri e Caterina Bassini, lui lo prepara da anni, lei lo aiuta operativamente da circa due. Le prime indagini non portano a niente. Poi arrivano due richieste mirabolanti: dieci milioni di euro e un’ora di emissione senza spot su tutte le reti della Tivù dalle ore 21 del 24 luglio. Poco dopo i rapitori stessi rendono pubblico il rapimento. Clamoroso!
Continua l’ottima serie di Alessandro Robecchi
Il giornalista (spesso argutamente radicale e satirico), autore televisivo (con Crozza dal 2007) e affermato scrittore Alessandro Robecchi (Milano, 1960) continua l’ottima serie metropolitana d’alta qualità, inventando ogni volta notevoli romanzi con differenti impasti culturali storici sociali, densi e appassionanti, emotivamente tesi e ben stesi, ormai sempre più ritmati con matura sapienza.
Con Flora, siamo all’ottava avventura della divertente raffinata epopea monterossiana (2014-2021), ma ogni romanzo costituisce una storia a sé stante, con accenti specifici sui vari protagonisti e comprimari, autonomi obiettivo letterario e ingegno artistico.
La struttura del romanzo Flora
La narrazione è in terza varia, ancor più “gialla” e ancor meno “noir” del solito. La doppia coppia dei “nostri” investigatori intorno a Carlo (citati solo una volta i mitici Ghezzi e Carella); la coppia di insoliti pacifici criminali e i loro complici; la stessa Flora dal rapimento in casa nella notte del 5 luglio, quand’era teoricamente in vacanza; personaggi del primo Novecento.
Quel che conta sono proprio i tre piani temporali, non c’è solo un luglio lombardo dopo l’epidemia, raccontato al presente; scopriamo la storia precedente di Corrado (comunque si chiami davvero) e il percorso di contatto con Caterina per preparare l’evento con arte e scienza, raccontati all’imperfetto (o trapassato prossimo) e al presente; andiamo molto indietro nel tempo per incontrare i surrealisti in Francia e, in particolare, Robert Desnos (Parigi, 4 luglio 1900 – Terezín, 8 giugno 1945), poeta e resistente, la cui esuberante biografia emerge pian piano al passato imperfetto (orme dell’autore accanto a Stranieri).
Un impasto ben riuscito che dà immediatezza e coinvolgimento a ognuno dei quarantadue capitoli. L’autore si e ci diverte rimembrando più volte i falsati casi strappalacrime di Crazy Love.
Un’occasione per approfondire la figura di Robert Desnos
Tutto il romanzo risulta inoltre una bella occasione per scoprire o ritrovare Desnos, Robecchi ce lo presenta in coma il giorno della morte dopo il mattatoio di Theresienstradt e prima del trasferimento delle ceneri a Montparnasse, per poi riscoprirlo attraverso decine di mirabili versi e passaggi surrealisti, dal 1920 con Louise Lame (Yvonne George) in rue des Pyramides alla ricca avventurosa esistenza militante e poetica, un tributo letterario (Desnos non è tutto tradotto in italiano).
Oltre che varie strofe e innumerevoli battute, c’è pure un meraviglioso Dylan per ogni bisogno narrativo, e molto altro in sottofondo.
Si beve spesso e bene, non solo whisky di costosa qualità, il Sauternes Réserve del 1951 può ingentilire eventuale raffinato foie gras.
Il libro
Alessandro Robecchi
Flora
Sellerio, 2021
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