Vite di nove ipocondriaci eccellenti

L’ipocondria del successo: Vite di nove ipocondriaci eccellenti, di Brian Dillon

L’ipocondria è uno dei grandi mali dell’era moderna, e il mondo della letteratura – ma anche quello della musica, si pensi al celebre brano Appocundria di Pino Daniele, neologismo peraltro acquisito dalla Treccani – se n’è occupato a più riprese. Si pensi a libri fondamentali come La coscienza di Zeno di Italo Svevo, La cognizione del dolore di Carlo Emilio Gadda o Il male oscuro di Giuseppe Berto.

Siamo tutti un po’ ipocondriaci

Alzi la mano chi, specialmente in questo periodo purtroppo ancora segnato dal perdurare dell’odiosa pandemia, non abbia mai nutrito timori sul proprio stato di salute.

Ma tutto sommato, vista la situazione, come biasimarci? Certo, dovremmo cercare di pensare positivo, ma non manca neppure chi non vuol più neanche sentire il temutissimo aggettivo, ormai definitivamente associato al contagio.

… ma non siamo i soli: Vite di nove ipocondriaci eccellenti

Vite di nove ipocondriaci eccellenti
Vite di nove ipocondriaci eccellenti

Proprio così. A nostra consolazione noi, baldo popolo d’ipocondriaci, siamo in buona compagnia, visto che anche personaggi famosi del passato, ma anche dei giorni nostri, sono stati affetti dalla stessa patologia.

Brian Dillon ricostruisce con passione, puntiglio, ma anche umana partecipazione, le vite di nove ipocondriaci “eccellenti”, come Marcel Proust, Michael Jackson, Charles Darwin, Glenn Gould e altri ancora.

Molti di questi uomini e donne, pur raggiungendo il successo nei rispettivi campi artistici o scientifici, hanno vissuto spesso in preda a terribili ansie, quando non a veri e propri terrori, che li hanno tormentati per tutta la vita.

A volte si è trattato, beninteso, di malattie vere e proprie, dalle quali i celebri malati hanno cercato di difendersi nei modi più disparati, e non sempre dei più ortodossi, come apprendiamo dalle pagine del libro.

Creatività e ipocondria

Interessante il suggerimento lanciato dall’autore del saggio di un possibile collegamento tra la creatività e l’ipocondria, vista anche la frequenza con cui tale disturbi si manifestano in certi soggetti.

Sembra quasi, ipotizza Dillon, che l’isolamento ricercato, o se preferite autoinflitto, dall’artista o dallo studioso nell’ossessivo ascolto dei propri sintomi possa sì giovare alla creatività artistica o scientifica, ma allo stesso tempo danneggi gravemente un equilibrio psichico già precario di suo.

Il libro

Brian Dillon
Vite di nove ipocondriaci eccellenti
Traduzione di Alessandra Castellazzi
il Saggiatore, 2020

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Luigi Milani

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