Marco Travaglio con il suo Bugiardi senza gloria, non tradisce le aspettative di chi lo ha sempre apprezzato, regalandoci un impietoso “riassunto” di dieci anni di storia tutta italiana, quelli che vanno dal 2009 al 2017.
Ma se già le conosciamo – potreste opporvi – perché rileggerle, le suddette vicende? Perché proprio questo libro, pubblicato da PaperFIRST, ci mostra quanto poco in realtà ci abbia fatto conoscere la stampa, e quanti fatti, azioni e notizie siano sempre rivisti e corretti, ripuliti o sporcati, scomposti e ricomposti.
In Italia il problema numero uno – leggiamo nell’introduzione – non è né la politica, né l’economia, né la giustizia: è l’informazione.
Bugiardi senza gloria
Travaglio, fin dall’inizio della sua più recente pubblicazione e prima ancora di dimostrarcelo ampiamente con esempi concreti, ci spiega che mai come nel decennio da lui esaminato l’informazione ha dato il peggio di sé: giornali, telegiornali, talk show, siti web, non hanno fatto altro che manipolare. Chi o che cosa? I fatti e la gente. Perché è facile censurando ciò che accade o modificandone il senso mediante calunnie o al contrario “ingentilimenti”, manovrare e controllare un paese.
Verità bugiarde
La storia comincia con l’uscita del primo numero de Il Fatto Quotidiano, la cui prima pagina riporta a caratteri cubitali il nome di uno dei tanti intoccabili, toccandolo eccome!
E si prosegue senza risparmiare niente e nessuno, in un susseguirsi di capitoli non numerati ma provvisiti di titoli davvero particolari: irriverenti, esilaranti, taglienti, sarcastici, buffi. Ma mai poco attinenti.
Abbiamo i politici protetti e quelli da fucilare (che stranamente sono proprio tra i pochi che hanno realmente “mani pulite”); ci sono poi i complotti e i complottisti, chi se la beve e chi no; abbiamo rivelazioni costruite a tavolino e altre veritiere ma prontamente imbavagliate. E abbiamo i vari “Vi racconto la verità” apparsi nei più grandi quotidiani italiani.
False accuse e vere assoluzioni: l’Italia dei paradossi
L’autore non ci risparmia nomi, fatti circostanziati, testimonianze o articoli di quella stampa considerata “dei padroni” affiancati dalle “dimenticanze” della stessa, tuttavia necessarie ad avere reale notizia degli accadimenti. Ed ecco processi, false accuse o vere assoluzioni, personaggi come Berlusconi e Dell’Utri, pentiti veri e pentiti falsi, la trattativa Stato-Mafia, situazioni grottesche da nascondere sotto il tappeto o nuovi movimenti bocciati sul nascere perché meglio un preconcetto o un giudizio a priori che tentare un rinnovamento.
Una strage annunciata
Un capitolo a parte, meritano le pagine sul terremoto dell’Abruzzo: 6 aprile 2009, 309 morti e 1600 feriti. L’ignoranza emersa dai titoloni della stampa e
chissà se questi commentatori del nulla hanno seguito una sola delle 100 udienze del processo o almeno scorso il capo d’imputazione.
Lee vere accuse vertevano in un unico senso. Anziché rassicurare la popolazione aquilana i giorni prima della tragedia (non c’è pericolo, la situazione è favorevole), “sarebbe bastato che gli scienziati facessero gli scienziati”. Esistono sempre due storie, purtroppo. E a trascurare il nostro intuito, quello disturbante che induce ad andare oltre, significa accontentarsi di menzogne neppure ben confezionate.
Il messaggio dominante di Bugiardi senza gloria
Per chi volesse capire meglio che cosa significa dedicarsi a demonizzare un fenomeno nella speranza di esorcizzarlo sul nascere, suggerisco la massima attenzione una volta giunti a pagina 260: “Mamma li grilli!”. Di ciò che segue – un dettagliato elenco di reazioni estrapolate da giornali e salotti televisivi – segnalo l’importanza.
Sebbene non siano da meno tutti gli altri argomenti che in questo libro si trovano, credo che l’elenco in questione sia l’essenza, il messaggio dominante. Fin troppo spesso alterare la realtà o la percezione di ciò che ci accade intorno, è la migliore arma per lasciare le cose come stanno a beneficio di chi persegue scopi poco limpidi, o addirittura per aver modo di peggiorarle.
Dedicato a chi non vuol essere manipolato
Lo stile di Marco Travaglio lo conosciamo tutti. Benché l’amarezza prevalga nel lettore, si riesce a sorridere e a ingoiare ogni boccone rendendo grazie a chi ce lo mostra in tutta la sua ripugnanza. Ovvero, resta indigesto ma lo si assapora trovandovi un retrogusto insolito: è patetico, ridicolo, addirittura grottesco.
L’ironia discorsiva, pacata, intelligente e sottile tipica dell’autore, diviene su Bugiardi senza gloria vero e proprio scherno. Le 570 pagine volano senza mai appesantire, diventando appetibili (sempre a proposito di bocconi) anche per chi può non amare questo genere di letture. Anzi, proprio a chi non ha mai approfondito tante, troppe cose, è forse dedicato questo libro. Lasciarsi manipolare significa permettere ai troppi furbetti di avere la meglio sul nostro vivere lasciandoci ignari di ciò che ci è stato fatto.
Il libro
Marco Travaglio
Bugiardi senza gloria. Tutto quello che ci ha fatto credere la stampa dei padroni (e non era vero)
PaperFirst, 2020
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