Dittatori scrittori

Dittatori che hanno scritto libri: Mussolini, Hitler, Mao e altri ancora

I dittatori, lo sappiamo bene, sono figure autoritarie e oppressive, il cui unico scopo è mantenere il potere con qualsiasi mezzo necessario. Anche attraverso i libri, tanto che alcuni di loro hanno cercato di lasciare un’impronta anche nel mondo della letteratura. È proprio il caso di parlare di dittatori scrittori.

Grosso modo, si possono individuare tre categorie tassonomiche di questo particolare aspetto: coloro che hanno scritto libri e poi sono diventati dittatori, quelli che hanno scritto libri per diventare dittatori, chi ha scritto libri perché era già dittatore

Al primo caso possiamo ascrivere Benito Mussolini, al secondo Hitler, al terzo Mao, Gheddafi, Saddam Hussein, Fidel Castro e via dicendo.

Alla scoperta dei dittatori scrittori del XX secolo

Il rapporto tra libri e dittatura è molto sottile e particolare e mette in luce un aspetto particolare, a cui forse non sempre vogliamo pensare: la lettura dei libri non rende migliori! Lo esprime bene Luigi Mascheroni nel suo pamphlet dal titolo Libri. Non danno la felicità (tanto meno a chi non li legge):

Adolf Hitler, le cui squadre di SA appiccarono i roghi più tristemente famosi del Novecento, leggeva un libro a notte, adorava i libri, li collezionava e portò una biblioteca di sedicimila volumi persino nel bunker della disfatta. I più fedeli censori che lavoravano per Iosif Stalin, accusando scrittori scomodi e purgando libris grafiti, erano a loro volta scrittori, critici, direttori di teatri, editori, poeti…

E tanti altri esempi come Mao Zedong, Pol Pot, l’ayatollah Khomeini.

Benito Mussolini, il Duce e la scrittura

Benito Mussolini, prima di diventare Duce d’Italia, tentò di affermarsi come scrittore. Di lui ci restano circa una ventina di opere, tra cui segnaliamo il saggio filosofico del 1904 L’Uomo e la Divinità. Contraddittorio avuto col pastore evangelista Alfredo Taglialatela la sera del 26 marzo 1904 alla “Maison du peuple” di Losanna, noto anche con il titolo Dio non esiste. Qui Mussolini rifletteva sulla fede e l’ateismo. Questo testo, benché breve, evidenziava già il suo spirito ribelle e la sua predisposizione a sfidare le convinzioni comuni. Ma il vero tentativo letterario di Mussolini fu con il romanzo Claudia Particella. L’amante del cardinale, pubblicato in serie sul giornale “Il Popolo” nel 1910. La storia narrava le vicende amorose di un cardinale e della sua amante, riflettendo la sua critica verso la Chiesa Cattolica, con la quale Mussolini aveva rapporti turbolenti.

Adolf Hitler e Mein Kampf

Adolf Hitler, uno dei dittatori più noti della storia, scrisse Mein Kampf durante la sua prigionia nel 1924.  Il libro, che inizialmente non ebbe successo, divenne un testo fondamentale del regime nazista una volta che Hitler salì al potere. “Mein Kampf” combinava elementi autobiografici con una visione del futuro della Germania sotto il dominio nazista, e servì come manifesto ideologico per il Terzo Reich.

Dittatori scrittori: il “Libretto rosso” di Mao Zedong

Mao Zedong, leader della Repubblica Popolare Cinese, è famoso per il suo Libretto rosso, una raccolta di citazioni e discorsi destinata a diventare una guida per il popolo cinese. Pubblicato nel 1964, il libro fu obbligatorio nelle scuole. I cittadini lo portavano ovunque. Le sue 427 citazioni, divise in 33 capitoli, coprivano una vasta gamma di temi, dall’economia alla politica, fino alla filosofia.

Muʿammar Gheddafi e il “Libro verde”

Muʿammar Gheddafi, leader della Libia, pubblicò il Libro verde nel 1975. Questo testo, diviso in tre parti, delineava la sua visione politica e sociale. Gheddafi proponeva una forma di democrazia diretta attraverso comitati popolari e rigettava le democrazie liberali occidentali. Il libro divenne un testo fondamentale per la costruzione della “Jamahiriya” libica, la sua visione di uno stato in cui governa direttamente dal popolo.

Fidel Castro e “La storia mi assolverà”

Fidel Castro, il rivoluzionario cubano, scrisse La storia mi assolverà come autodifesa durante il processo per l’assalto fallito ai quartieri Moncada nel 1953. Questo testo, che delineava i mali di Cuba sotto il regime di Batista e le sue soluzioni per il futuro, divenne un simbolo della rivoluzione cubana. Una volta che Castro prese il potere il libro ebbe grande diffusione.

Saddam Hussein e “Zabiba e il Re”

Saddam Hussein, il dittatore iracheno, pubblicò Zabiba e il Re sotto pseudonimo nel 2000. Questo romanzo rosa, ambientato nell’Iraq medievale, narrava la storia d’amore tra un re e una donna di nome Zabiba, simbolo del popolo iracheno. La figura del re rappresentava Hussein stesso, mentre il marito violento di Zabiba simboleggiava gli Stati Uniti, in un’allegoria della resistenza irachena contro l’invasione straniera.

Saparmyrat Nyýazow e “Ruhnama”

Tra le opere di dittatori scrittori va annoverato anche Ruhnama di Saparmyrat Nyýazow, presidente a vita del Turkmenistan. La sua opera è un mix tra morale, educazione civica, poesia, concetti politici. Insomma, quasi un poema epico che rivisita la storia e le tradizioni del paese. Divenne un testo scolastico e fu definito la “guida spirituale della nazione”.

Il curioso caso di Kim Il Sung, il più prolifico dei dittatori scrittori

Ma se parliamo di dittatori scrittori, il tiranno nordcoreano Kim Il Sung si aggiudica il primato, almeno in termini di volume. Il grande leader è autore di non meno di 18.000 libri su argomenti diversi. Un bel lascito di saggezza per il suo popolo da parte del presidente eterno, anche se è difficile credere che una persona, per quanto virtuosa, possa scrivere un libro ogni due giorni per 50 anni.

Come leggere i testi dei dittatori scrittori

L’ambizione letteraria di questi dittatori rivela un lato curioso delle loro personalità. Sebbene le loro opere non siano state universalmente apprezzate per il valore letterario, offrono una finestra unica sulla loro mente e sulle loro ideologie. Da Mussolini a Hitler, da Mao a Gheddafi, le loro scritture sono diventate parte integrante della storia, non solo per il contenuto, ma anche per il contesto in cui sono state create.

Questi testi ci permettono di capire meglio le figure che li hanno scritti e il mondo che hanno cercato di modellare a loro immagine. Anche se oggi li leggiamo con uno sguardo critico, è innegabile che abbiano avuto un impatto duraturo sulla storia e sulla cultura.

Via | Humilde lector / Culturizando
Foto | Depositphotos

Roberto Russo

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