Cos’hanno in comune Marco Polo, il Marchese de Sade, Oscar Wilde e Adolf Hitler? Hanno tutti scritto un libro mentre erano in carcere.
L’immaginazione non può essere messa dietro le sbarre e così personalità come Adolf Hitler, il Marchese de Sade e Miguel de Cervantes, approfittarono del tempo libero che avevano in prigione per mettere mano a libri che, in un modo o nell’altro, hanno avuto grandi influsso sulla storia dell’umanità.
Si tratta di libri diversissimi tra di loro: dalle follie di Adolf Hitler allo struggente amore di Oscar Wilde; dalla riflessione biblica e teologica di Luis de León allo studio approfondito delle droghe compiuto da Antonio Escohotado.
I 10 libri scritti in carcere che forse non sapevi fossero nati in gattabuia
Ecco una nostra selezione di dieci libri scritti in carcere. Come sempre, i commenti sono a vostra disposizione per segnalarci altri testi o per dirci se qualcuno di quelli citati vi è parso particolarmente importante o via ha affascinato.
Il Milione, di Marco Polo
L’autore materiale è Rustichello da Pisa che, compagno di carcere di Marco Polo a Genova, ne trascrisse le avventure in Oriente. L’opera è stata scritta dopo il 1295 ed è il libro più noto della letteratura italiana del XIII secolo.
Lazarillo de Tormes
Sebbene sia tramandata come un’opera anonima, l’ipotesi più plausibile è che l’autore sia Diego Hurtado de Mendoza (1503 o 1504-1575), poeta e diplomatico spagnolo. Quand’era governatore di Siena, Hurtado venne accusato di illeciti amministrativi e per questo venne messo in carcere. Si racconta che mentre si trovava in prigione scrisse la celebre opera che è ritenuta precorritrice del romanzo picaresco.
I nomi di Cristo, di Luis de León
Il poeta, traduttore e teologo spagnolo della scuola di Salamanca venne messo in carcere per aver tradotto alcuni libri della Bibbia in spagnolo senza averne ottenuto il permesso. In carcere, nel 1587, scrisse I nomi di Cristo, opera in tre libri, in cui si interpretano i vari nomi che si danno al Cristo nella Bibbia.
È un eccelso esempio di perfetta lingua spagnola e uno dei libri scritti in carcere più interessanti da leggere.
Don Chisciotte della Mancia, di Miguel de Cervantes
L’autore conobbe El Quijote in carcere a Siviglia. Cervantes si trovava in gattabuia per appropriamento indebito di denaro pubblico dopo che si indagò un po’ sui vari conti a cui aveva accesso come esattore delle tasse. Il Don Chisciotte è stato pubblicato in due volumi con un intervallo di dieci anni l’uno dall’altro (1605 e 1615).
Justine o le disavventure della virtù, del Marchese de Sade
Tra i libri scritti in carcere, non può mancare questo romanzo scritto nel 1787 durante una delle lunghe permanenze del Marchese nella prigione della Bastiglia. Justine è ritenuta una “opera maledetta” dal momento che testimonia i pensieri più oscuri dell’autore.
I Neoplatonici, di Luigi Settembrini
Si tratta di un breve racconto scritto dal patriota Luigi Settembrini (1813-1876) mentre era in carcere con l’accusa di cospirazione. È una storia omoerotica che creò un certo imbarazzo, tanto da non essere pubblicata fino al 1977. Su questo ritardo nella pubblicazione pesò il veto di Benedetto Croce che, dopo aver letto il manoscritto, lo definì: “lubrico e malsano […] errore letterario del Venerato Maestro, martire patriottico dei Borbone”.
De Profundis, di Oscar Wilde
È una lunga e sentita lettera che Oscar Wilde scrisse dalla prigione di Reading, in cui era rinchiuso per omosessualità, al suo amato compagno Alfred Douglas, figlio del marchese di Queensberry. In questa lettera, datata 1897, Wilde espone i propri sentimenti e inquietudini e riflette sulla loro storia d’amore. Tra i libri scritti in carcere è probabilmente uno dei più intensi.
Mein Kampf, di Adolf Hitler
Rinchiuso nella prigione di Landsberg am Lech a seguito del suo tentato colpo di Stato a Monaco nell’estate del 1924 Hitler scrisse la sua opera La mia battaglia, che delinea le idee principali del nazismo. La vendita di questo libro è illegale in molte parti del mondo.
La storia mi assolverà, di Fidel Castro
Si tratta di un discorso appassionato con cui Castro difese le sue azioni spiegando la sua visione politica. Fidel Castro, decise di parlare in propria difesa nel processo iniziato il 16 ottobre 1953 che lo vedeva accusato dell’assalto armato alla caserma della Moncada, nella provincia di Oriente, il 26 luglio 1953.
Storia generale delle droghe, di Antonio Escohotado
Pprobabilmente è l’opera più importante e ambiziosa sulla fenomenologia delle droghe. Venne scritta quasi completamente mentre l’autore era in carcere con l’accusa di traffico di droga. L’Historia general de las drogas (1989) è un libro erudito, rigoroso, documentatissimo, in tre volumi di oltre millecinquecento pagine e cinque chili di peso.
Via | Culturizando
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