Il logo del Premio Strega
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Le 12 donne vincitrici del Premio Strega

Non è sempre facile districarsi nella selva mossa e disordinata dei premi letterari. Concorsi e riconoscimenti fioccano ormai da ogni dove.

Ogni anno poeti e romanzieri affollano speranzosi liste e classifiche che, spesso e volentieri e per i motivi più disparati, lasciano con l’amaro in bocca partecipanti e pubblico.

Tuttavia ve n’è uno che per fama e prestigio sovrasta di svariate spanne tutti gli altri: il Premio Strega. Un passato glorioso, una fondatrice super partes (Maria Bellonci) e un gruppo di talentuosi intellettuali (i celebri Amici della domenica) che, nell’immediato dopoguerra, diedero nuova linfa alle Lettere nostrane. Scrittori e scrittrici dall’estro indiscutibile, lo stile variegato, la forza di volontà spesso granitica. Nomi e talenti che, anno dopo anno, hanno riempito le nostre librerie, nutrito le stagioni dell’anima, aperto nuovi orizzonti.

Le donne che hanno vinto il Premio Strega

La nostra attenzione questa volta è però rivolta unicamente a quelle donne che, in un mondo ancora fortemente maschilista, si sono accaparrate, a testa alta e senza mai tornare indietro, questo ambitissimo premio che, da sempre, moltiplica le vendite. Acuisce in un istante la fama.

1957: Elsa Morante

Con L’isola di Arturo, Elsa Morante fu la prima donna a vincere il Premio Strega. Una foto d’epoca, rigorosamente in bianco e nero, ce la mostra felice e sorridente vicino a Maria Bellonci.

1963: Natalia Ginzburg

L’autrice trionfò nei primi anni sessanta con Lessico famigliare. Tra i finalisti di quell’anno anche Primo Levi con La tregua. Un’edizione davvero agguerritissima.

1967: Anna Maria Ortese

L’Ortese sbaragliò gli avversari di quell’anno con uno smilzo ma indimenticabile Poveri e semplici.

1969: Lalla Romano

Le parole tra noi leggere, scandagliando il rapporto tra madre e figlio, portò alla ribalta il talento fermo e sicuro di Lalla Romano.

1976: Fausta Cialente

Intrecciando il filo della memoria personale con quello della grande Storia, la Cialente ha visto vincere, una accanto all’altra, le sue Quattro ragazze Wieselberger.

1986: Maria Bellonci

L’autrice ricevette il premio per Rinascimento privato, il suo ultimo romanzo. Un riconoscimento postumo per un indiscusso capolavoro che, tra luci e ombre, guerre e intrighi, ci trasporta nel nostro corrusco Cinquecento.

1995: Mariateresa Di Lascia

Passaggio in ombra venne pubblicato poco prima della scomparsa della scrittrice nel 1994. Il Premio Strega le fu riconosciuto postumo l’anno seguente.

1999: Dacia Maraini

Dacia Maraini, oggi una delle veterane delle nostre Lettere, vinse il premio con Buio, per molti il naturale proseguimento di Voci, un romanzo che aveva come protagonista sempre il commissario Adele Sofia.

2002: Margaret Mazzantini

Grazie a Non ti muovere, diventato poi anche un film con Sergio Castellitto, la Mazzantini si aggiudicò lo Strega nel 2002.

2003: Melania Gaia Mazzucco

Vita, un romanzo sulle difficoltà dell’esistenza, decretò il successo della scrittrice romana, già nota per Il bacio della Medusa, finalista Premio Strega 1996.

2018: Helena Janeczek

Con La ragazza con la Leica, Janeczek ci racconta le vicende di una fotoreporter realmente esistita e uccisa nel corso della guerra civile spagnola.

2023: Ada D’Adamo

Un racconto toccante di Ada e Daria, madre e figlia, il cui legame è intrecciato tra una mancata diagnosi e una malattia improvvisa, condividendo fatiche quotidiane, segreti e momenti di tenerezza, in un intreccio tra passato e presente che offre al lettore una straordinaria forza e verità. È questo il libro Come d’aria.

Foto | Dal sito del premio

Giorgio Podestà

Giorgio Podestà

Nato in Emilia si occupa di moda, traduzioni e interpretariato. Dopo la laurea in Lettere Moderne e un diploma presso un famoso istituto di moda e design, ha intrapreso la carriera di fashion blogger, interprete simultaneo e traduttore (tra gli scrittori tradotti in lingua inglese anche il premio Strega Ferdinando Camon). Con Graphe.it ha pubblicato la silloge poetica «E fu il giorno in cui abbaiarono rose al tuo sguardo» e il saggio «Breve storia dei capelli rossi».

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