I consigli di letture sono sempre ben accetti, non fosse altro perché ci permettono di conoscere testi che forse non avremmo mai preso in considerazione. In pratica, ci aprono mondi.
Valerio Calzolaio ci dà alcuni eterogenei consigli di letture, dalla narrativa alla saggistica. Se le proposte vi stuzzicano, procuratevi i titoli… e buona lettura!
Consigli di letture tra narrativa e saggistica
Gli autori dei nostri consigli di letture sono Bruno Morchio, Francesco Abate, Henning Mankell, John Julius Norwich, Michel Bussi, Peter Mary e Roberta Lena e molti altri presenti in un’antologia gialla per Natale.
Dove crollano i sogni
Genova. Primavera-estate 2018. Tutti nel quartiere la chiamano Blondi, ma il suo nome è Ramona, splendida ragazza verso i 18 anni, occhi azzurri e capelli biondi, padre sconosciuto (da lei) e mamma 38enne che si è lasciata andare, infermiera OSS in un ospizio.
Vivono in un buco a Certosa, il quartiere dove è nata e cresciuta. Ha abbandonato la scuola, né diploma né lavoro, una paghetta settimanale di 15 euro e, da due anni, un’idea fissa: scappare in Costa Rica, la striscia meravigliosa fra Caraibi e Pacifico, decidere lì il suo destino. Scopa con un ragazzo alto, atletico e tatuato, il 23enne Cris, inconcludente narcisista. Quando è rimasta incinta, ha abortito. Lei è sensibile, intelligente, scaltra, deve trovare soldi in un modo o nell’altro, gestendo i conoscenti sciocchi o ignari. Fino al compleanno del 4 luglio e, poi, al 14 agosto.
Nell’ottimo noir Dove crollano i sogni lo psicologo, psicoterapeuta e grande scrittore Bruno Morchio (Genova, 1954) narra in prima al presente.
Bruno Morchio
Dove crollano i sogni
Rizzoli, 2020
I delitti della Salina
Agosto1905. Cagliari. Al passaggio di turno dei salinieri, viene trovato un cadavere di ragazzo, un corpo piccolo e sgraziato tra il fango e la sabbia. Clara Cio-Cio-San Maylin Simon, lunghi capelli neri, dalla nascita orfana di madre (origini cinesi) e di padre (marinaio disperso in guerra), cresciuta dal benestante importante nonno Ottavio, bellissima coraggiosa ribelle giornalista (ma il direttore Ugo Fassberger corregge sempre e spesso firma lui i pezzi) all’Unione (il quotidiano dei sardi, quattro dense pagine) viene indotta a indagare. Sono molti i bambini scomparsi, in realtà, morti. Li chiamano piciocus de crobi, facchini del mercato.
In terza varia l’ottimo giornalista e scrittore Francesco Abate (Cagliari, 1964) narra un’avventurosa storia di oltre un secolo fa: le saline e la Tabaccheria, i poteri forti e il porto, muratori e operai, donne e uomini, lavoro giovanile e dinamiche giornalistiche. Rischia di far risaltare troppo l’occhio di oggi, lo stile è raffinato e godibile.
Francesco Abate
I delitti della Salina
Einaudi, 2020
L’uomo della dinamite
Svezia. 1888-1969. Nel giugno 1911 il 23enne Oskar Johansson, alto e muscoloso, occhi azzurri e capelli biondi, lavora già da ormai sette anni come brillatore, è il più giovane nella squadra impegnata alla costruzione della galleria centrale della ferrovia.
Un sabato pomeriggio un innesco della dinamite fa cilecca, tocca a lui controllare, la montagna esplode e dilania il suo corpo, l’occhio sinistro, la mano destra, mezzo pene, il rene, la vescica. Lo danno per morto, sospirando di sollievo perché non aveva moglie e figli. Sopravvive.
Nessuno allora conosceva Elly, coetanea, capelli castani e occhi verdi. La ritroviamo ancora innamorati insieme a lui su un’isola dell’arcipelago nel maggio 1962, narra lei, un operaio di sinistra militante contro gli sfruttamenti e le discriminazioni.
Ecco l’imperdibile esordio letterario del mitico Henning Mankell (1948-2015), una storia magnifica, L’uomo della dinamite, pubblicato in Italia per la prima volta (con prefazione autorale del 1997).
Henning Mankell
L’uomo della dinamite
Traduzione di Alessandra Albertari e Alessandra Scali
Marsilio, 2020
Il Mare di Mezzo
Mediterraneo. Dagli Egizi alla fine della prima guerra mondiale. Nel 1961 il visconte di Norwich John Julius Cooper (1929-2018) lavorava per il ministero degli Esteri e capitò con la moglie in Sicilia, innamorandosi dell’isola e del mare di cui era centro e che circa 7 mila anni fa diede origine alla civiltà occidentale che oggi conosciamo.
Dopo decenni di studi e ricerche pubblicò un volume storico (con poca geologia ed ecologia) ora tradotto in Il Mare di Mezzo. Le dimensioni relativamente modeste, la forma circoscritta, il clima mite, la provvidenziale fertilità, le coste frastagliate del versante europeo e asiatico, tutto questo si è combinato in modo da creare un ambiente unico e protettivo in cui diversi popoli hanno avuto la possibilità di svilupparsi e fiorire, pur con vari conflitti. Di volta in volta una culla e una tomba, un collegamento e una barriera, una benedizione e un campo di battaglia, da un po’ soprattutto un parco giochi (per questo si è fermato a un secolo fa).
John Julius Norwich
Il Mare di Mezzo. Una storia del Mediterraneo
traduzione di Chiara Rizzuto
Sellerio, 2020
La caduta del sole di ferro
Parigi. Post Apocalisse. Sono trascorsi 12 anni da quando tutti morirono eccetto alcuni neonati. Ormai i sopravvissuti son diventati ragazzi, risiedono in due distinte tribù, quella del Tepee sulla Torre Eiffel tappezzata di pelli, pescando nella Senna e cacciando al Bois de Boulogne, autodidatti e onnivori, quella del Castello negli edifici e nelle ricche sale del Louvre, dove hanno trovato i video degli antenati, istruitisi a quel modo e perciò vegetariani.
Il grande scrittore Michel Bussi (Louviers,1965) ha iniziato una sagace distopia per adolescenti e curiosi, il primo volume si chiama La caduta del sole di ferro. Seguiranno gli altri, ogni volta un biennio fino alla “maggiore” età.
Il titolo fa riferimento all’astro sconosciuto (per gli uni) e al satellite artificiale (per gli altri) che vigila, scalda, schiarisce. Quando alcuni animali muoiono misteriosamente le due tribù interagiscono con capi e spie, infiltrazioni e tradimenti, manipolazioni e conflitti, amicizie e lotte.
Michel Bussi
La caduta del sole di ferro. NEO, libro uno
Traduzione di Alberto Bracci Testasecca
Edizioni E/O, 2020
Lockdown
Londra. In piena pandemia. All’alba un operaio spilungone magro e atletico, scavatore al cantiere nell’Archibishop’s Park (stanno costruendo un ospedale) intravede un borsone in fondo a una buca, è stato buttato nella notte, prima non c’era. Lo apre, sbianca, arrivano altri, trovano ossa umane e il teschio di una bimba di origini cinesi. La scena del crimine va sigillata, sospesi i lavori, anche se in tanti spingono per ricominciarli.
Viene chiamato l’ispettore MacNeil, scozzese alle soglie della pensione, che da mesi non si fa vedere al lavoro, ubriacandosi spesso. L’omicidio è avvenuto da poco e l’esecutore si è sbagliato, il borsone non andava trovato. Il mandante Mr Smith chiama il sicario capo Pinkie per rimettere a posto le cose. Il fatto è che siamo in piena pandemia, tutto chiuso.
Lockdown fu scritto 15 anni fa dal bravo autore e giornalista Peter May (Glasgow, 1951), che fece accurate ricerche su Spagnola e Sars. Ora finalmente è stato pubblicato ed è proprio un bel noir.
Peter May
Lockdown
Traduzione di Alessandra Montrucchio e Carla Palmieri
Einaudi, 2020
Dove sei?
Torino e Siria. Nel settembre 2017 la laureanda Maria Edgarda Eddi Marcucci (Roma, 1991), militante antifascista e contro le nocività ambientali, redattrice in una radio piemontese, parte con una delegazione di compagni per il Rojava, vogliono informarsi e informare su quell’esperienza pluralista laica femminista, dove i curdi hanno realizzato “l’unica rivoluzione riuscita di questo secolo e dove c’è la pace”.
Avvisa “mamacita” Roberta con amore e fermezza, va, incontra e documenta, con alcuni si ferma per combattere lo Stato Islamico, si unisce al corpo combattente femminile, torna in Italia a giugno 2018. Nel 2020 il Tribunale di Torino ha poi riconosciuto solo Eddi come soggetto socialmente pericoloso, da sottoporre a “sorveglianza speciale” per almeno 2 anni (sequestro di patente e passaporto, divieto di uscire di casa).
In Dove sei? l’attrice e regista Roberta Lena (Bologna, 1963) racconta ora benissimo la figlia lontana in Siria, con un proprio materno diario, notizie, foto.
Roberta Lena
Dove sei?
Postfazione di Alberto Dentice
People, 2020
Natale in giallo
Anglo-America. Tempo fa. Per un buon Natale vi è l’occasione di trovare tempo e modo di leggere e rileggere, ancor più quando il contesto suggerisce prudenza e riservatezza, uscire poco da casa e mantenere molto distanziamento sociale.
Qui trovate una raccolta di dieci inquietanti graziosi racconti di genere mystery o noir o giallo, datati fra 150 e 80 anni fa, sei pubblicati in precedenti (differenti) raccolte natalizie dello stesso editore, quattro inediti, tutti scritti in lingua inglese da americani e britannici, più o meno celebri, due autrici.
Natale in giallo si può fare con Vari Autori: Conan Doyle (1892, data prima pubblicazione, in genere su periodici del loro tempo), Amelia B. Edwards (1867), Scott Fitzgerald (1940), Hardy (1881), Hornung (1905), Nicholson (1917), Runyon (1932), Saki pseudonimo di Munro (1913), Stevenson (1885), Ethel Lina White (1930).
Ladri, furfanti, assassini (e scrittori) si dilettano e ci sovrastano anche a cavallo con la fine di ogni anno.
Natale in giallo
Einaudi, 2020
Foto | Matias North via Unsplash
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