Un vero colpo di fulmine. Anche in letteratura come in amore vi sono incontri, voluti da caso, che causano in noi una inattesa accelerazione del cuore. Un improvviso scombussolamento dei sensi che ci lascia frastornati, in bilico tra l’incredulità e la percezione assoluta di aver finalmente trovato ciò che da anni, più o meno coscientemente, cercavamo.
Le poesie di Louise Glück
Qualche decennio fa e sotto questo segno, carpito a Londra in un freddo giorno di poggia, è nata la mia ferma, inalterabile ammirazione per Louise Glück, Premio Nobel 2020 per la letteratura.
Un palmares letterario invidiabile, il suo. Dal Pulitzer nel 1993 per L’iris selvatico (a cui devo il mio fulmineo innamoramento con la sua poesia) alla nomina a Poeta Laureato d’America nel 2003, fino al più recente National Book Award per Faithful and Virtuous Night, assegnatole nel 2014.
Raccolte poetiche intense, ma senza sbavature o eccessi. Nulla viene mai urlato, eppure il variegato silenzio che sale dalle sue pagine colpisce immediatamente il cuore.
Immagini indimenticabili di isolamento e solitudine che, d’estate come d’inverno, disegnano ombre sulla neve o semplici fiori. Fiori che ora puntano al cielo, ora si rannicchiano tremanti contro un muro.
Una semplicità ingannevole, pronta a scavare in tremende profondità. A dare voce al dolore buio sotto il chiaroscuro della quotidianità di ogni essere; piccolo o grande che sia. Versi universali dove il mistero dell’esistenza diventa una ferita che ogni giorno cerca caparbiamente il sole, paventando però – forse per troppo amore o desiderio – la luce.
Le migrazioni notturne
A seguire una poesia di Louise Glück tradotta da Massimo Bacigalupo, per dare un as/saggio del suo talento.
Questo è il momento in cui vedi di nuovo
le bacche rosse del sorbo selvatico
e nel cielo scuro
le migrazioni notturne degli uccelli.Mi addolora pensare
che i morti non le vedranno –
queste cose su cui facciamo affidamento,
esse svaniscono.Allora cosa farà l’anima per rinfrancarsi?
Mi dico che forse non avrà più bisogno
di questi piaceri;
forse già non essere basta del tutto,
per quanto sia difficile da immaginare.
Foto | The Guardian