Giornata per la custodia del creato

La Giornata per la custodia del creato: frasi di papa Francesco per capire

Il 1 settembre si celebra la Giornata per la custodia del creato. La data del primo giorno di settembre è stata scelta perché è il capodanno ortodosso. La proposta della Giornata per la custodia del creato, infatti, venne fatta nel 1989 da Dimitrios I (1914-1991), patriarca di Costantinopoli. Nella lettera enciclica per il nuovo anno ecclesiastico parlava della responsabilità della Chiesa nei confronti dell’opera di Dio.

Così come è ora la Giornata per la custodia del creato è stata voluta dalla Conferenza Episcopale Italiana in comunione d’intenti con le altre comunità ecclesiali di tutta Europa.

Ma cosa significa «custodia (o salvaguardia) del creato»? Perché è una giornata dal carattere spiccatamente religioso? Tra i discorsi e i documenti di papa Francesco si trovano molti riferimenti a questi aspetti. Noi abbiamo estratto alcune frasi dai testi di papa Francesco per comprendere meglio il significato della Giornata per la custodia del creato.

Frasi di papa Francesco per la Giornata per la custodia del creato

  • Auspico che si rafforzi l’impegno di tutti, istituzioni, associazioni e cittadini, affinché sia salvaguardata la vita e la salute delle persone anche rispettando l’ambiente e la natura.
  • Custodire il creato, ogni uomo e ogni donna, con uno sguardo di tenerezza e amore, è aprire l’orizzonte della speranza, è aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore della speranza!
  • Dobbiamo custodire il creato poiché è un dono che il Signore ci ha dato, è il regalo di Dio a noi; noi siamo custodi del creato.
  • Dobbiamo custodire queste cose belle che Dio ci ha dato; il creato è per noi affinché ne usiamo bene; non sfruttarlo, ma custodirlo, perché Dio perdona sempre, noi uomini perdoniamo alcune volte, ma il creato non perdona mai e se tu non lo custodisci lui ti distruggerà.
  • È importante leggere i testi biblici nel loro contesto, con una giusta ermeneutica, e ricordare che essi ci invitano a «coltivare e custodire» il giardino del mondo (cfr Gen 2,15). Mentre «coltivare» significa arare o lavorare un terreno, «custodire» vuol dire proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare. Ciò implica una relazione di reciprocità responsabile tra essere umano e natura.
  • È necessario un forte impegno comune, basato sulla fiducia reciproca, che renda possibile una pace duratura e consenta di destinare finalmente le risorse non agli armamenti, ma alle vere lotte degne dell’uomo: la lotta contro la fame e le malattie, la lotta per lo sviluppo sostenibile e la salvaguardia del creato, in soccorso di tante forme di povertà e marginalità che non mancano nemmeno nel mondo moderno.
  • L’armonia tra il Creatore, l’umanità e tutto il creato è stata distrutta per avere noi preteso di prendere il posto di Dio, rifiutando di riconoscerci come creature limitate. Questo fatto ha distorto anche la natura del mandato di soggiogare la terra (cfr Gen 1,28) e di coltivarla e custodirla (cfr Gen 2,15). Come risultato, la relazione originariamente armonica tra essere umano e natura si è trasformato in un conflitto (cfr Gen 3,17-19). Per questo è significativo che l’armonia che san Francesco d’Assisi viveva con tutte le creature sia stata interpretata come una guarigione di tale rottura. San Bonaventura disse che attraverso la riconciliazione universale con tutte le creature in qualche modo Francesco era riportato allo stato di innocenza originaria.
  • L’Eucaristia unisce il cielo e la terra, abbraccia e penetra tutto il creato. Il mondo, che è uscito dalle mani di Dio, ritorna a Lui in gioiosa e piena adorazione: nel Pane eucaristico «la creazione è protesa verso la divinizzazione, verso le sante nozze, verso l’unificazione con il Creatore stesso». Perciò l’Eucaristia è anche fonte di luce e di motivazione per le nostre preoccupazioni per l’ambiente, e ci orienta a essere custodi di tutto il creato.
  • La custodia del creato è proprio la custodia del dono di Dio ed è dire a Dio: «Grazie, io sono il custode del creato ma per farlo progredire, mai per distruggere il tuo dono».
  • La Giornata per la custodia del creato è un evento che intende promuovere stili di vita basati sul rispetto dell’ambiente, riaffermando l’alleanza tra l’uomo, custode del creato, e il suo Creatore.
  • La Giornata per la custodia del Creato è un’occasione per rafforzare il comune impegno a salvaguardare la vita, rispettando l’ambiente e la natura.
  • La vocazione del custodire non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. È il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo.
  • Non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo!
  • Ogni comunità può prendere dalla bontà della terra ciò di cui ha bisogno per la propria sopravvivenza, ma ha anche il dovere di tutelarla e garantire la continuità della sua fertilità per le generazioni future.
  • Per «custodire» dobbiamo anche avere cura di noi stessi! Ricordiamo che l’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita! Custodire vuol dire anche vigilare sui nostri sentimenti, sul nostro cuore, perché è proprio da lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono! Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della tenerezza!
  • Quando noi sfruttiamo il creato, distruggiamo il segno dell’amore di Dio. Distruggere il creato è dire a Dio: «Non mi piace». E questo non è buono: ecco il peccato.
  • Questo deve essere il nostro atteggiamento nei confronti del creato: custodirlo perché se noi distruggiamo il creato, il creato ci distruggerà! Non dimenticate questo.
  • Ricordiamo che, secondo il racconto biblico della creazione, Dio pose l’essere umano nel giardino appena creato (cfr Gen 2,15) non solo per prendersi cura dell’esistente (custodire), ma per lavorarvi affinché producesse frutti (coltivare). Così gli operai e gli artigiani «assicurano la creazione eterna» (Sir 38,34).
  • Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana.
  • Vorrei chiedere a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo «custodi» della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente.

Foto | Pixabay

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