Vampiri, pipistrelli, castelli sperduti che nelle notti di luna piena si stagliano contro inaspettati abissi di terrore. Grida di fanciulle straziate. Apparizioni che in un istante hanno la forza di impietrire tutti i cinque sensi. Alle nostre labbra fioriscono allora (e come potrebbe essere altrimenti?) nomi arcinoti come Dracula o Carmilla e autori del rango di Bram Stoker e Sheridan Le Fanu, giusto per citarne un paio.
La nascita del genere si perde, del resto, nella notte dei tempi, ma solo a partire dal Seicento si compatterà molto lentamente in una sorta di filone letterario. In una narrazione destinata a lasciare dietro di sé una scia – consentitemi il termine – d’orrore. Proprio su quel solco nero e tumultuoso si innesteranno (come immensi fiori demoniaci) le storie di vampiri e succhiasangue che tanto successo hanno avuto nel corso dei secoli.
Il vampiro di John Polidori: la nascita di un mito
Tuttavia per vederne le origini più propriamente moderne dobbiamo viaggiare ancora una volta nel tempo, precipitarci in Svizzera, affrontare a capo scoperto una tempestosa notte di pioggia del 1816 (il famigerato anno senza estate), quando dopo la lettura di Fantasmagoriana, una raccolta di racconti di fantasmi, Lord Byron invitò i presenti, tra cui Mary Shelley, a scrivere una storia da brivido. Dall’embrione di quella insolita competizione nacquero sia Frankenstein sia Il vampiro di John Polidori, medico e segretario personale di Lord Byron.
Naturalmente la vicenda è meno lineare e molto più contorta di quanto uno potrebbe immaginare o desiderare (tra depistaggi e sconfessioni varie), ma è fuor di dubbio che l’opera di Polidori, pubblicata nel 1819 e ispirata a sua volta a un frammento composto dallo stesso Byron in quelle giornate da lupi, abbia dato il la a tutta una serie di romanzi ispirati ai vampiri, inclusi, naturalmente, il celeberrimo Dracula e la temibile Carmilla.
All’illustre dottor Polidori dobbiamo, dunque, il primo vampiro della storia letteraria del canone occidentale. Un merito di tutto rispetto. Non vi pare?
Via | Mentalfloss
Foto | F.G. Gainsford, Public domain, da Wikimedia Commons
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