lo sposo di persefone

Lo sposo di Persefone: tutto quello che c’è da sapere su Ade

Quante cose sai su Ade, lo sposo di Persefone (definizione utile se stai facendo un cruciverba)? Se hai visto Hercules, C’era una volta o letto la saga di Percy Jackson di Rick Riordan, di sicuro qualcosa già conosci. Però ci sono molte più cose da sapere su Ade di quante non immagini. E considerando che in queste opere alcune cose sono state un po’ romanzate per esigenze di scenografia, ecco che oggi andremo a conoscere meglio il Signore degli Inferi.

Ade, lo sposo di Persefone

Ade o Hades è un personaggio della mitologia greca, anzi, un dio. Lui è il dio degli inferi, anzi, dell’Ade: il nome identifica sia il dio che il regno. Il suo corrispondente romano è Plutone.

Famiglia e parenti più prossimi di Ade

Secondo la mitologia, Ade è figlio di Crono e Rea (a loro volta figli di Urano e Gea), fratello di Zeus, Poseidone, Era, Demetra ed Estia. La moglie di Ade è Persefone (Proserpina per la mitologia romana), la figlia di Demetra. Rispetto ad altri dei greci, Ade non ebbe mai figli.

Nell’iconografia classica, solitamente Ade viene raffigurato come un uomo barbuto, freddo, serio e tenebroso. Spesso ha in mano una patera e uno scettro. Vicino a lui si trova associato spesso anche Cerbero, il cane a tre teste a guardia degli Inferi o un serpente. A volte è raffigurato sul suo cocchio, trainato da quattro cavalli neri: Aetone, Meteo, Nonio e Abaste. In alcune opere in testa indossa il suo elmo o un velo che lo copre fino agli occhi. A volte gli viene associata la cappa dell’invisibilità.

Miti collegati ad Ade

La vita di Ade non fu mai facile. Appena nato, venne subito ingoiato dal padre: Crono aveva ricevuto una profezia nella quale aveva saputo che uno dei figli lo avrebbe detronizzato. Aveva così ideato un piano geniale: mangiare i figli appena nati per evitare il compimento della profezia. E il piano avrebbe anche funzionato se non fosse che Rea, la moglie, quando nacque Zeus, stanca del cannibalismo del marito, al posto di dargli il piccolo Zeus da mangiare, gli diede una pietra. Zeus crebbe e detronizzò il padre, facendogli vomitare prima tutti i suoi fratelli e sorelle. Ma questa è un’altra storia.

La Titanomachia

Torniamo ad Ade, prima ingoiato dal padre e poi successivamente rigurgitato. Anche Ade partecipò alla Titanomachia. I Ciclopi gli avevano forgiato l’elmo dell’oscurità (kunée), elmo magico in pelle d’animale che gli consentiva di diventare invisibile (la leggenda vuole che in seguito lo prestò anche ad Atena che stava cercando di sfuggire all’attenzione di Ares e ad Ermes che doveva uccidere il gigante Ippolito). Grazie all’elmo potè entrare di nascosto nella dimora di Crono, rubandogli le armi. Nel frattempo Poseidone minacciava Crono col tridente e Zeus lo colpì con la sua folgore.

Eliminato il padre, ecco che i tre fratelli si spartirono i regni. Zeus si prese il regno del cielo, a Poseidone andarono i mari e ad Ade il regno sotterraneo degli Inferi. Diciamo che non gli andò proprio benissimo.

A dire il vero, pur essendo uno degli dei più potenti, di Ade nella mitologia si parla poco. Più che altro viene citato in rapporto ad alcuni eroi che si dilettavano di fare su e giù dal regno degli Inferi. Fra di essi abbiamo Orfeo, Teseo ed Eracle.

Lo sposo di Persefone

Il mito principale di Ade riguarda la moglie Persefone. La ragazza era la figlia di Demetra, la dea del grano e dell’agricoltura. Ade si era innamorato della fanciulla e decise di rapirla mentre questa stava raccogliendo un asfodelo, uno dei fiori simboli degli Inferi.

Demetra, non trovando più la figlia, cominciò a vagare disperata cercandola ovunque. Solamente dopo dieci giorni, grazie all’aiuto di Ecate e Helios, venne a sapere che Persefone era stata rapita da Ade. Arrabbiatissima, Demetra decise di abbandonare l’Olimpo, rinunciando al suo compito e causando una grave carestia sulla Terra. Zeus allora decise di cercare di far fare la pace a Demetra e Ade, anche perché la Terra non stava più facendo nascere frutti e i mortali e gli Dei erano affamati.

Zeus inviò il messaggero Ermes da Ade ordinandogli di restituire Persefone alla madre, a patto però che lei non avesse mangiato il cibo dei Morti (chi mangiava il cibo dei Morti era costretto poi a rimanere negli Inferi). Ade stranamente non si oppose all’ordine di Zeus. Solo che, visto che Persefone non aveva mangiato nulla dal momento del rapimento, ecco che disse furbescamente a Persefone di mangiare qualcosina prima di tornare dalla madre. Le diede così un melograno, frutto tipico degli Inferi.

Persefone e le quattro stagioni

Mentre Persefone stava per tornare in superficie uno dei giardinieri di Ade la vide mangiare alcuni grani di melograno. Persefone doveva dunque restare nell’Ade. Demetra allora si arrabbiò nuovamente e Zeus escogitò un altro accordo. Visto che Persefone, in fin dei conti, non aveva mangiato tutto il frutto, sarebbe rimasta negli Inferi solo per sei mesi (aveva mangiato sei semi), mentre per gli altri sei mesi sarebbe vissuta in superficie con Demetra.

Tutti acconsentirono alla proposta: Ade e Persefone poterono vivere come marito e moglie per sei mesi (nonostante il rapimento, Persefone amava il marito), mentre per altri sei mesi Persefone sarebbe rimasta in superficie con la madre. Più precisamente, in primavera ed estate Persefone si trova in superficie con la madre. In autunno e inverno, invece, Persefone torna nell’Ade e allora Demetra si intristisce per la figlia, da qui la cattiva stagione.

Ade, lo sposo di Persefone, e le ninfe Menta e Leuce

Diversi miti e leggende secondarie indicano che Persefone amasse molto Ade, tanto da esserne gelosissima. Due ninfe di nome Menta e Leuce impararono a loro spese cosa volesse dire far ingelosire Persefone.

Ade un giorno cercò di sedurre la ninfa Menta che, a dire il vero, si fece sedurre volentieri visto che poi andò a vantarsi con Persefone delle sue capacità amatorie. Persefone, infuriata, la fece a pezzettini. Allora Ade, impietosito, trasformò la ninfa nella pianta profumata della menta. Ma qui intervenne a sua volta Demetra che, prendendo le parti della figlia, maledì ulteriormente la ninfa, ormai tramuta in pianta, rendendola incapace di fare frutti.

Leuce, invece, era una ninfa figlia di Oceano. Vantarsi di essere un’amante degna per Ade non fu una mossa brillante: Persefone, una volta scoperta la tresca, la trasformò in un pioppo bianco.

Foto | Publisher: Eduard Trewendt, Atelier für Holzschnittkunst von August Gaber in Dresden, Public domain, attraverso Wikimedia Commons

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