rosario

Il rosario, antica preghiera in onore della Vergine Maria

Non in molti sapranno che la parola rosario deriva da una particolare tradizione medievale che consisteva nel mettere una corona di rose sulla statua della Beata Vergine Maria. Da questa usanza nacque così la necessità di creare e utilizzare una collana di grani (la corona), al fine di guidare la meditazione che si ricollegava alla preghiera del rosario.

Le origini del rosario

A partire da questa necessità, nel XIII secolo i monaci cistercensi elaborarono il primo vero e proprio rosario. Una preghiera che venne successivamente resa nota soprattutto grazie a san Domenico, fondatore dei frati domenicani, nonché grande devoto della Madonna.

Il rosario: strumento di meditazione e preghiera

Fu nel 1214 che, secondo la tradizione, san Domenico ricevette il primo rosario da parte della Vergine, ceduto come mezzo di conversione e di predicazione nei confronti dei non credenti e dei peccatori. Ma non solo.

Con san Domenico e il suo Ordine di frati, il rosario divenne un vero e proprio strumento di meditazione e preghiera personale, oltre che comunitaria.

In principio era il Padre nostro

Questa pratica, tuttavia, non era nuova. Già a partire tra il III e IV secolo si era diffusa una preghiera che si avvicinava molto alla recita del rosario come la intendiamo oggi. Si trattava, più precisamente del “rosario del Padre nostro”, una preghiera anche questa che implicava già l’utilizzo di una cordicella accompagnata da dei grani. Solo successivamente, si andò a diffondere il rosario in onore della Vergine Maria. La preghiera consisteva in un iniziale recita di quindici decine di “Ave Maria”, con un “Padre Nostro” al principio di ciascuna e un “Gloria” alla fine, in onore del mistero dell’Incarnazione.

Il movimento circolare che si faceva, e che tuttora si fa, sgranando la corona, ha sempre voluto simboleggiare il percorso spirituale del cristiano verso Dio: un lungo ritorno.

Opere che trattano la celebre preghiera mariana

Nel corso della storia diversi furono i personaggi che contribuirono alla diffusione del rosario. Tra questi il beato Alano della Rupe con il suo Salterio di Cristo e di Maria del 1478 e san Luigi Maria Grignion de Montfort con il suo libro Il segreto ammirabile del Santo Rosario.

Quello del rosario, come è stato dimostrato nel tempo, è un lungo viaggio interiore che porta il fedele non solo a meditare, ma anche a riflettere. Questa preghiera ha sempre permesso, così come ripreso nell’opera di Emmanuel Maillard ne Il Rosario. Un viaggio che ti cambia la vita, di contemplare in maniera più intima la vita di Cristo e di metterci in comunione con Lui, attraverso sua Madre.

Il rosario nel quotidiano

A oggi, la preghiera del rosario accompagna i fedeli anche, e soprattutto, nella loro quotidianità. Lo stesso papa Giovanni Paolo II la definì come il “segreto per aprirsi più facilmente a una conoscenza profonda e coinvolgente di Cristo attraverso Maria”. E ancora: un modo per chiedere aiuto a Cristo per “i tanti problemi, assilli, fatiche e progetti che segnano la nostra vita”.

La corona per pregare

In questo senso, il Rosario è tuttora una risposta a quella “rinnovata esigenza di meditazione”, tipica della nostra epoca.

La recita implica l’utilizzo di un vero e strumento per pregare.

Ad oggi, quest’articolo religioso si presenta in diversi tipologie di modelli, da quelli più classici in legno di ulivo, fino a quelli in argento o addirittura modelli con grani in cristallo. Tra corone classiche, rosari ad anello e decine di rosari, molteplici sono gli esemplari che si possono trovare in siti come ereligio, piattaforma dove poter ricercare e comparare non solo rosari, ma anche diversi altri prodotti del settore religioso.

Foto | Myriams-Fotos da Pixabay

Michela Baldassari

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