Disobbedienza profetica

Disobbedienza profetica: il cattolicesimo fiorentino da don Milani ai giorni nostri

Firenze. Il secolo scorso.

Disobbedienza profetica

C’è stato un tempo (pure vicino, non solo antico) in cui Firenze ha nutrito un pensiero profetico, addirittura fiorente negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, nel nome di una critica intransigente della realtà e per una sua rivoluzionaria riscrittura.

Alcuni scritti si possono raccogliere insieme. Sono scritti cristiani, in buona parte di preti, inseriti nella tradizione di lungo periodo di un radicalismo politico cristiano tipicamente toscano, significativi e ispiranti anche per chi sia animato dal più convinto laicismo.

Spunti di reazioni vitali vengono da don Lorenzo Milani (1923-1967), soprattutto nella Lettera ai giudici, padre Ernesto Balducci (1922-1992) in un dialogo radiofonico a più voci, da don Bruno Borghi (1921-2006), attraverso canoni (preghiere) per la messa domenicale o lettere rivolte ai compagni di lavoro scioperanti durante il processo dopo il licenziamento, da don Bruno Brandani (1925-1987), in particolare dopo l’alluvione del novembre 1966, dal sindaco Giorgio La Pira (1904-1977) con due motivati atti istituzionali per fronteggiare la crisi abitativa, da don Enzo Mazzi (1927-2011), appassionato e illuminato parroco all’Isolotto, da padre David Maria Turoldo (1916-1992), poeta (e commentatore) militante, da don Alessandro Santoro (1965), lettere aperte dalla Comunità di Base delle Piagge.

In un’Italia sempre più lontana dalla forza rivoluzionaria del Vangelo e della sua Costituzione quelle riflessioni e quelle azioni appaiono risorse preziose.

Il saggio di Deidda e Montanari

L’ex magistrato di origini sarde (Lanusei) Beniamino Deidda, dal 2009 Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Firenze, in pensione dal 2012, e lo storico dell’arte e saggista, Tomaso Montanari (Firenze, 15 ottobre 1971), dal 2021 Rettore dell’Università per stranieri di Siena, hanno magistralmente individuato alcuni profetici scritti di grandi personalità fiorentine dedicati in qualche modo alla disobbedienza civile, tema che percorre in differenti forme un lungo periodo della vita della Firenze della seconda metà del secolo scorso, durante il quale religiosi e laici hanno animato la cultura cittadina, coinvolgendo inevitabilmente la Chiesa e le istituzioni della politica.

Disobbedienza profetica come Futuro remoto

Per gli autori e per i curatori della raccolta, oltre che per tanti altri, disobbedire (ovvero rifiutare la logica del potere e l’ordine stabilito, la legge del più forte) è parsa e pare l’unica strada per cambiare lo stato delle cose, profeti in patria (da cui il titolo). Non a caso la collana (diretta dallo stesso Montanari e da Francesco Pallante) è intitolata al “Futuro Remoto”.

Nell’introduzione, i curatori Deidda e Montanari accennano ai fili comuni e presentano i singoli autori nelle loro attività e gli scritti nel contesto biografico o politico-sociale. La Lettera di don Milani è un classico. Gli altri testi sono spesso meno noti, chiari e coinvolgenti, scritti negli anni che precedono e seguono il Concilio Vaticano II. Ne emerge un’idea di Chiesa, ma anche un’idea di società civile e di democrazia, alternativa alle logiche del potere costituito e in profonda sintonia con le parole del Vangelo e con il progetto della Costituzione repubblicana.

Il libro

Disobbedienza profetica.
La Firenze di Milani, Balducci, Borghi, Brandani, La Pira, Mazzi, Turoldo, Santoro

a cura di Beniamino Deidda e Tomaso Montanari
Edizioni GruppoAbele, 2023

Valerio Calzolaio

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