Homo Migrans

Homo migrans: una storia delle migrazioni dall’antichità a oggi

Pianeta (tutto raggiunto e abitato a partire dal continente africano). Da milioni di anni.

Homo migrans

L’uomo è l’unica scimmia migratrice. Nessun’altra migra, né quelle della savana, né quelle delle foreste. Siamo dunque una specie di scimmie migratoria o addirittura invasiva (fra le almeno 182 identificate)?

Le specie umane iniziarono almeno due milioni di anni fa, al tempo dei più antichi Erectus che riuscirono a lasciare l’Africa (attestati prima in Georgia, poi in Cina e India, forse nello stesso periodo o certamente da 800.000 anni fa, in Spagna e Francia circa 1,2 milioni di anni fa). Le scoperte archeologiche non sono ancora abbastanza numerose né i sistemi di datazione sufficientemente precisi per permetterci di ripercorrere nel dettaglio modi e tempi di questi spostamenti.

Le migrazioni dei sapiens ci hanno via via condotto ancor più lontano degli antenati umani, con una svolta stanziale legata al Neolitico e al relativo boom demografico (con l’avvento dei “popoli”, mai delle “razze”).

Esistono molte categorie di classificazione delle migrazioni umane, rimaste più o meno le stesse nella lunga durata: di popolamento o di conquista, economiche o politiche, dovute a forze esterne o a curiosità interiori, individuali e di gruppo.

Per una storia globale delle migrazioni umane

Se si tenta una storia globale delle migrazioni umane si deve riflettere su alcune premesse: probabilmente non vi è mai un’esclusiva causa scatenante; partire e arrivare, veder partire o veder arrivare è sempre una questione di punti di vista; assumono pure ovvi significati diversi qualcuno che vuole espatriare rispetto a qualcuno che è costretto a rifugiarsi all’estero, pur entrambi migranti; la vita nomade era assolutamente prevalente fino al Neolitico ed è rimasta praticata da minoranze anche dopo, anche ora; interrogativamente, il “Grande Confinamento” conseguente alla pandemia di Covid-19 potrebbe forse anticipare una tendenza alla fine delle migrazioni? Forse se o quando gli uomini smetteranno di migrare ci sarà da preoccuparsi.

Il corposo saggio di Jean-Paul Demoule

L’esperto archeologo e storico della tarda preistoria Jean-Paul Demoule(Neuilly-sur Seine, 1947), dopo innumerevoli volumi e saggi sulle teorie e sulle pratiche del Neolitico, ha deciso di prendere di petto la questione delle migrazioni umane con un corposo documentato studio tematico.

Il migrare umano esiste da prima, ma da diecimila anni ci ha proprio radicalmente trasformato: sapiens eravamo poche centinaia di migliaia sparsi in tutti i continenti ma non stanziali, isolati in gruppi erranti. Ora siamo circa otto miliardi, sedentari, perlopiù con residenza unica o prevalente nelle fasi dell’esistenza (pur talora migrante).

L’introduzione progressiva dell’agricoltura e dell’allevamento ci ha reso “residenti”, diffondendo anche “pratiche” che esistono ancor oggi: lavoro, guerra, religione.

Struttura del saggio Homo migrans

L’autore ha predisposto nove meditati capitoli secondo uno schema cronologico:

  1. quando Homo erectus e sapiens si avventurarono fuori dall’Africa;
  2. nel momento in cui le rivoluzioni neolitiche e le colonizzazioni agricole «rovesciarono» il pianeta;
  3. quando gli «indo-Europei» popolarono il mondo;
  4. nell’occasione in cui nacquero gli Stati, gli imperi e i «barbari»;
  5. quando i barbari «invasero» l’Impero romano;
  6. mentre uomini, merci e idee circolavano liberamente nel Medioevo;
  7. quando l’Europa partì alla conquista del resto del mondo;
  8. allorquando le grandi potenze costruirono gli imperi coloniali, accelerando i movimenti delle popolazioni;
  9. quando gli imperi caddero a pezzi nella violenza.

Le conclusioni ragionano su chi ha inutilmente (e un poco scioccamente) paura delle migrazioni, fenomeno indissociabile dalla storia umana per cinque principali costanti: la demografia, la volontà di potenza, il meticciato costante che «agita» popoli e culture, il bisogno di capri espiatori (boucs émissaires) esterni (barbari e immigrati) per definire sé stessi, la solidarietà sociale.

In fondo non mancano ricchi apparati: le brevi note, l’ampia bibliografia, grafici e carte, fonti, articolato indice di nomi di persone e popoli, indice dei tanti luoghi citati, sommario.

Il libro

Jean-Paul Demoule
Homo migrans. De la sortie d’Afrique au grand confinement
Payot & Rivages, 2022

Valerio Calzolaio

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