Genova, Lampedusa, Italia. 2001-2022. Carceri, Cie, case d’accoglienza, tribunali, centri antiviolenza, mari mediterranei.
La vita ti sia lieve
21 luglio 2001, scuola Diaz:
Vengo fermata di fronte al cancello da due colossi abbronzati, travisati e cattivi che mi spingono via. Io, sotto la luce abbagliante di un elicottero, mi qualifico, loro non lo faranno mai; dico chi sono e da chi sono stata incaricata, di loro si deve ancora scoprire il mandante. Li informo che in quanto avvocato nominato devo assistere a quella che credo ancora essere solamente una perquisizione. Spingono e urlano, nelle mie orecchie su tutti rimane un grido feroce.
“Cosa pensi di fare, avvocato del cazzo, puttana, difendi quelle merde del Social Forum? Allora ti ammazziamo insieme agli altri”.
Il falco e il bambino
Prima storia di urla e sangue, si continua a Lampedusa con Il falco e il bambino nell’estate 2011 e a Ventimiglia nell’aprile dello stesso anno.
Complessivamente sono sessanta significative vicende vere: donne e uomini di oggi, ragazzi e ragazze, profughi e migranti, naufraghi e salvati, manifestanti e richiedenti, le loro ragioni e vertenze. Con un’avvertenza:
Evidentemente non tutti i giudici sono insensibili, non tutte le “guardie” sono violente e arroganti, non tutti gli uomini sono maltrattanti, non tutti i poteri sono sempre corrotti o ottusi. Ma capita. E quando capita i danni sono incontenibili e imprevedibili. Ho avuto la fortuna di imbattermi in giudici attenti e coraggiosi, in appartenenti alle forze dell’ordine leali e instancabili, in uomini (e donne) eroici e giusti. E me li ricordo uno a uno con gratitudine e ammirazione. Non sono la maggior parte e per questo sono i più preziosi. Riparano torti, evitano di commetterne, si prendono cura degli offesi. Non ho scritto di loro ma anche a loro dedico quello che ho scritto.
Le storie vere narrate da Alessandra Ballerini
La bravissima avvocata civilista Alessandra Ballerini (Genova, 1970) frequenta i drammi contemporanei con la paura delle persone perbene, senza filtri e senza ideologie, cercando di essere utile a prevenire, diminuire, scovare menzogne e violenze.
Il 21 luglio 2001 era osservatrice per il Genoa Social Forum davanti ai misfatti della scuola Diaz. Il 14 gennaio 2013 ancora a Contrada Imbriacola di Lampedusa a visitare per professione e passione i 231 profughi rinchiusi. Il 14 agosto 2018 a mezzogiorno non lontano dal viadotto sul torrente Polcevera, appena crollato causando 43 vittime, 11 feriti e 566 sfollati (e da anni accanto alla famiglia Regeni per continuare a far cose con Giulio).
Un diario politico e un saggio di giornalismo narrativo
Il suo bellissimo libro La vita ti sia lieve è insieme diario politico, giornalismo narrativo, griglia critica su cronache quotidiane riferite a diritti umani e migranti.
Trovate eventi e personalità di cui abbiamo letto, ascoltato, visto, affrescati attraverso parole, sguardi, sentimenti, odori, colori, spunti che toccano dentro e insegnano molto. Oppure sapiens comuni: donne combattive che cercano di avere la custodia dei propri figli, minorenni abbandonati a sé stessi che chiedono aiuto, prostitute ribelli in un (nostro) paese spesso inospitale.
Dedicato alla madre e a Don Andrea Gallo (“immaginandoli insieme”), al fianco delle sue storie (“fascicoli aperti”) Erri De Luca e Fabio Geda.
La vita ti sia lieve, nuova interpretazione del classico “Sit tibi terra levis”
Il titolo riprende l’estremo augurio, sit tibi terra levis, che tanti usano e che da sempre l’autrice sente e porta seco accanto ai vivi, nei campi di accoglienza, nei centri di rimpatrio, in carcere o nel suo studio legale, mentre ascolta fatti di straordinaria sofferenza, soprusi e crimini: al momento dei saluti, come una silenziosa preghiera per queste creature che hanno già sopportato fardelli insostenibili, le sale alle labbra “che la vita da oggi ti sia lieve”.
Una parte di quei fardelli si trasferisce inevitabilmente sulle sue spalle e, quando non riesce a reggerne il peso, scrive. Mettere sulla carta i torti e le sofferenze di cui è stata spettatrice aiuta a ristabilire un minimo di distanza e alleggerire il carico, una sorta di terapia “casalinga” (indispensabile anche a noi lettori), con l’auspicio che la vita, quella di tutti, sia piena, ma lieve. Ballerini fa così del bene pure ad altri, che possono goderne la scrittura intensa e profonda.
Il libro
Alessandra Ballerini
La vita ti sia lieve. Storie di migranti e altri esclusi
prefazione di Erri De Luca; postfazione di Fabio Geda
Zolfo, 2023
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