Il resto è silenzio

Il resto è silenzio: Chiara Ingrao racconta guerre di ieri e di oggi

Qui. Ora. L’esperta interprete romana Sara è in autobus. Ha appena finito di tradurre simultaneamente in un congresso di filosofia. Torna a casa stanca. Subisce la bulla provocazione del ragazzotto di una banda. Da un brandello di conversazione telefonica ascolta qualcuno si è messo in casa qualcun altro. Sobbalza.

Il resto è silenzio

Le riemerge dentro in modo annebbiato la storia di Slavenka, l’eroina bruna e bellissima, uccisa sul ponte di Sarajevo, dove si sparavano tutti, assalitori e assaliti, morta per recuperare il corpo del fratello, ucciso forse dai compagni dell’altro fratello, che combatteva con i bosniaci nazionalisti. L’Antigone di Sarajevo, la chiamarono i giornali. Aveva anche un’altra sorella, Musnida (Pacifica è il significato del nome).

La musulmana e la slava, la bella e la sbiadita, in una di quelle famiglie in cui le origini e le provenienze si sono mescolate e dove la guerra scava solchi, separa destini.

Sara ora vive sola, dopo una dolorosa separazione dal marito. Ha delicati rapporti con la sorella e si ritrova proiettata a ricostruire il guazzabuglio di una storia rimossa, di un lutto non elaborato. Le aveva conosciute negli anni Ottanta al festival del Cinema jugoslavo a Pesaro, dove anche Musnida lavorava con lei, mentre Slavenka aveva seguito la sorella per una breve vacanza.

Tutti erano affascinati dalla bella e loquace Slavenka, ma Sara aveva stretto amicizia con Musnida, avevano scoperto affinità culturali e condiviso l’amore dei libri, le poesie declamate a memoria in lingua originale. Poi, dopo più di dieci anni, improvvisamente una sera arriva la telefonata di Musnida, è a Roma in fuga dalla guerra. Non aveva chiesto niente. Sara si era sentita in dovere di offrirle comunque ospitalità a casa sua. Ora rievoca la difficoltà di accogliere l’Altro o l’Altra, e il suo dolore, i guasti delle guerre.

L’intelligente racconto di Chiara Ingrao

La colta sensibile Chiara Ingrao (Roma, 1949), oggi scrittrice e animatrice culturale nelle scuole, già sindacalista, interprete, parlamentare, da sempre dirigente del movimento pacifista e anti-razzista, attiva nel femminismo e nel volontariato, riesce con intelligenza e partecipazione a immergerci nelle dinamiche terribili di ogni conflitto armato.

Per davvero Il resto è silenzio, titolo che viene dall’Amleto, il saluto con cui si lasciavano Sara e Musnida la sera tardi, dopo lunghe chiacchierate.

Guerre di ieri e di pggi

La premessa alla nuova edizione fa ovviamente utilmente riferimento alla guerra in corso dopo l’invasione russa dell’Ucraina:

La guerra che dopo il 24 febbraio 2022 pare rimbombare ovunque, nelle televisioni e sui giornali e sui social, e qualche mese dopo invece scompare, inghiottita dall’assuefazione. La guerra noiosa, sempre tragicamente uguale a sé stessa, che torna sporadica in prima pagina come minaccia alle nostre bollette del gas, o come cronaca di un dibattito fra potenti. La guerra in Europa, che potrebbe farsi totale e travolgerci tutti ma rimane lo stesso guerra degli altri, come tutte le altre in ogni parte del mondo: non sono mai nostre, le carni che morde e la sofferenza di chi fugge… E la guerra indicibile: il suo marchio a fuoco nelle città e nei corpi congelati o straziati, nelle anime di chi non ha più parole per dirsi.

Stile e struttura del romanzo Il resto è silenzio

Fra storia e mito, realtà e narrazione, il bel romanzo Il resto è silenzio nasce da questa indicibilità, dall’impatto duraturo di un’altra guerra europea, dal 1990 al 2001, vicina ai nostri confini, in quella che ancora chiamavamo Jugoslavia (Musnida si autodefinisce ostinatamente “jugoslava”, pure dopo che la Jugoslavia è implosa).

La storia delle due sorelle a Sarajevo viene raccontata in contrappunto con quella delle due tebane Antigone e Ismene; in particolare, in tre capitoli si alternano la narrazione in prima persona di Sara e la voce di Ismene. La terza coppia di sorelle è quella romana odierna. E “sorelle” va oltre il dato parentale.

I dialoghi e i pensieri richiamano anche Israele e la Palestina, Gaza e le Torri gemelle, l’Afghanistan e l’Iraq.

In appendice la stimolante postfazione Noi e la guerra, ieri e oggi di Raffaella Chiodo Karpinskye la dettagliata cronologia della guerra nei Balcani.

Il libro

Chiara Ingrao
Il resto è silenzio. Guerre di ieri e di oggi
Baldini+Castoldi, 2023

Valerio Calzolaio

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