Ma tu chi sei

Ma tu chi sei: Bruno Arpaia spiega che per esistere dobbiamo raccontarci

Ottaviano. 2019-2022. In esergo Terenzio, Grossman e Leopardi come sintesi centrale.

La morte non è un male… La vecchiezza è male sommo: perché priva l’uomo di tutti i piaceri, lasciandogliene gli appetiti; e porta seco tutti i dolori.

Ma tu chi sei

La madre (vedova dal 1988) e il suo unico figlio scrittore sono di Ottaviano, il bel comune a est di Napoli, sul Parco Nazionale del Vesuvio. Lei ci si è sempre vissuta. Lui ormai da decenni si è trasferito a Milano e gira per il mondo (soprattutto latino-americano), pur tornando spesso da quelle parti.

Ancor di più va e viene in questi ultimi anni, quando in lei si è affacciata prepotentemente la malattia dell’Alzheimer. Va a trovarla nonostante l’arrivo della pandemia. Ha provato a farla svagare in Liguria e Toscana, ha proposto di portarsela stabilmente in Lombardia, infine è riuscito a sistemarla in una residenza campana in cui le vogliono bene, lo aggiornano sul decorso o lo accolgono per le frequenti visite.

L’autore non scriveva un rigo da più di due anni, pur continuando a pensare, tradurre, appuntare, accantonare narrazioni.

La morte è diventata sempre più presente in quei suoi pensieri e nella vita: sa che quella della mamma è prossima; intorno stanno morendo tante persone a lui care (come la cugina Fabiola, Luis Sepúlveda, Pietro Greco). Forse anche la sua non è lontana.

Ha una compagna da quarant’anni ma il rapporto non fila liscio (hanno un amato figlio ed è comunque una consolazione), crescono inevitabilmente i malanni dell’età, l’intensa vita professionale non sempre garantisce il dovuto corrispettivo pratico. E sa da tempo sia che la memoria inganna, ma solo nella memoria la realtà prende davvero forma; sia che la scrittura autobiografica, o dichiarata come tale, non ha funzione terapeutica e anzi contiene sempre un infido germe di violenza verso chi la pratica e verso chi viene tirato in ballo, ma, pur se dolorosa da scrivere, è talora magnifica da leggere. Come in questo caso. Meritevole di fede, letteraria e civile.

La memoria autobiografica di Bruno Arpaia

Il grande giornalista, traduttore, consulente editoriale e scrittore Bruno Arpaia (Ottaviano, 1957) è da decenni un noto serio appassionato di neuroscienze, convinto da sempre che vadano abbattute le barriere tra cultura umanistica e cultura scientifica.

L’intenso bel filo narrativo è costituito dal rapporto con la madre. Il titolo (esclamativo) del libro è l’esordio della narrazione in prima persona, il primo interrogativo appello che l’ormai 92enne pronuncia e poi continua a ripetergli di continuo: “Ma tu chi sei?”. Come è possibile? Quanto è strana e come va assecondata la malattia dell’identità che svanisce? E, allora, lei gli ha mai voluto davvero bene? Ed è decente parlarne e metterla in piazza? Si può denudarsi e mostrarsi sanguinante attraverso vicende personali vissute, sognate, ascoltate, lette?

Per raccontare come funziona il cervello (di tutti) e come possono essere alterati i ricordi (di tutti), Arpaia decide di partire dalla propria esperienza, da buchi, mancanze, stranezze e sgambetti del suo cervello e della sua memoria: la dimenticanza totale di alcuni episodi importanti, la difficoltà a collocare gli eventi nel tempo, la leggera forma di prosopagnosia (incapacità di riconoscere e ricordare i volti).

Stile e struttura del libro Ma tu chi sei

I capitoli alternano gli incontri con la mamma e le riflessioni culturali, i surreali dialoghi reali con in sottofondo emozioni e sentimenti da figlio scrittore e le acute toccanti approfondite riflessioni sui libri pubblicati o da iniziare, oppure sulle notizie che aggiungono spunti competenti o poetici all’attesa della morte, alle paure private e alle angosce collettive (come la crisi climatica, la pandemia e la guerra).

Per esistere dobbiamo raccontarci, anche a noi stessi: quel racconto, anche se non vogliamo, è pieno di bugie. Ogni memoria inventa e affabula, scandisce il tempo che ci consuma. E l’oblio è una forma di morte sempre presente all’interno della vita. Così, non esistono due ricordi uguali, perché evocare un evento passato ne modifica il contenuto presente e condiziona i progetti per il futuro. Anche la nostra identità è plastica e può essere modificata da nuova informazione. Amelia di Joni Mitchell e Allegro giocoso di Brahms, prima o poi. Uno splendido “romanzo”.

Il libro

Bruno Arpaia
Ma tu chi sei
Guanda, 2023

Valerio Calzolaio

Valerio Calzolaio

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

x

Check Also

Sentieri metropolitani

Sentieri metropolitani: Gianni Biondillo narra il territorio con la psicogeografia

Leggi il saggio Sentieri metropolitani di Gianni Biondillo e scopri cosa vuol dire narrare il territorio con la psicogeografia.

Il museo. Una storia mondiale

Il museo: Krzysztof Pomian ne traccia la storia

Il museo. Una storia mondiale, di Krzysztof Pomian è un'opera monumentale in tre volumi che racconta l'evoluzione del museo nel tempo.