Piove, governo ladro! Chissà quante volte ce ne siamo usciti con questa esclamazione, anche solo per scherzare. La pioggia, spesso, è simbolo di tutte le cose che possono andare male, a cui aggiungere un improperio verso il governo per rafforzare la dose. Eppure la pioggia, per alcuni, è qualcosa di inebriante. È una possibilità di vedere il paesaggio che ci circonda in una maniera nuova. Un punto di vista certamente molto romantico ma che, non possiamo negarlo, riveste un certo fascino. Soprattutto se mentre si piove si è all’asciutto!
Alla pioggia, a come è stata vista nel corso dei secoli, è dedicato l’agile libretto Breve storia della pioggia di Alain Corbin, pubblicato da Marietti 1820 con la traduzione di Valeria Riguzzi.
Il sottotitolo, bisogna dirlo, è un po’ fuorviante: Dalle invenzioni religiose alle previsioni meteo. Il libretto parla di questi argomenti, è vero, ma gran parte è dedicata all’analisi di quanto è stato scritto sulla pioggia nel corso dei secoli, a partire dalla fine del Settecento (ma anche con qualche accenno agli anni precedenti).
La breve storia della pioggia di Corbin
Una lettura veloce (Breve storia della pioggia conta un’ottantina di pagine), gradevole (anche dal punto di vista tipografico, con quattro splendide illustrazioni a colori fuori testo) e ristoratore (ci sta benissimo!), anche se risente del fatto di essere un testo tratto da una pubblicazione più ampia: a volte, infatti, si sarebbe gradito qualche approfondimento in più.
L’occhio dell’autore si sofferma soprattutto sul mondo francese, ma è un libro che è valido a tutte le latitudini. E così se Stendhal detesta la pioggia e Baudelaire ne fa una componente dello spleen, Thoreau scrive nel suo Journal:
Che cosa mi interessa in questo momento? La pioggia persistente, penetrante, che corre lungo le stoppie mentre, nei pressi di una collina spoglia, sopra un letto di avena ribelle dell’anno passato, giaccio disteso e in preda ai miei pensieri. Ecco che cosa mi interessa. Contemplo questo globo di cristallo disceso dal cielo per unirsi a me.
E non dimentichiamo Luigi Filippo I (1773-1850), re dei Francesi, che ebbe a dire: “Io so che quando i francesi si espongono alla pioggia per il re, il re deve gettare via il mantello e lasciarsi inzuppare con loro“. Certo, non è da passare sotto silenzio la pioggia che diventa fango e si trasforma in nemica, soprattutto nei campi della Prima e Seconda Guerra mondiale.
Una lettura agile
Breve storia della pioggia è un libro che si legge in poco tempo: potete approfittarne durante un pomeriggio piovoso, ma anche quando fa bel tempo. Perché la pioggia, per citare la poesia The Voice of the rain di Walt Whitman,
eterna mi sollevo impalpabile su dalla terraferma
e dal mare insondabile,
su verso il cielo, da dove, in forma labile
totalmente cambiata eppure la stessa,
discendo a bagnare i terreni aridi, scheletriti,
le distese di polvere del mondo
e ciò che in essi senza di me sarebbe solo seme,
latente, non nato.
Il libro
Alain Corbin
Breve storia della pioggia. Dalle invocazioni religiose alle previsioni meteo
traduzione di Valeria Riguzzi
Marietti 1820, 2021
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