Bologna. Dicembre 1944. Erano tempi in cui la gente moriva, al fronte o schiacciata dalle bombe, veniva arrestata, torturata, uccisa.
L’inverno più nero
![Carlo Lucarelli, L’inverno più nero. Un’indagine del commissario De Luca](https://librieparole.it/wp-content/uploads/2020/03/CarloLucarelli_Linvernopiunero.jpg)
La mattina dell’uno dicembre il mitico commissario De Luca, vicecomandante della Squadra Autonoma di Polizia Politica, incrocia tre diversi morti ammazzati nell’arco di 400 metri, fra i portici e i vicoli del centro. Lui osserva e s’incuriosisce per l’incredibile coincidenza; da tempo sa che un dettaglio non costituisce una teoria, una pistola non fa l’assassina.
A via Senzanome un ingegnere è stato ammazzato di botte; De Luca non è arrivato lì per caso, ha un incarico preciso: infilare di soppiatto nella tasca del cappotto del morto un foglietto (“così finiscono i fascisti”) per intorbidire le acque e incolpare i banditen partigiani. Santi della Criminale è già sul posto e forse non se ne accorge, comunque spiega che sono stati avvisati da qualcuno che aveva sentito colpi d’arma da fuoco e un sottotenente cieco conferma: tre spari e tacchi sul selciato.
Si mettono a cercare verso via Nosadello e trovano un morto in uno scantinato di via Fregatette: il corpo nudo, supino, fradicio di un tedesco in uno stagno acquitrinoso da qualche giorno, strangolato; meglio filarsela.
Più tardi viene scoperto lì vicino il cadavere del professore universitario Brullo con un buco in un occhio, lo chiamano a dare un’occhiata, potrebbe esserci un sospettato facile.
De Luca vorrebbe indagare approfonditamente ma il suo capo Rassetto gli chiede di trovare il Notaio, anello di congiunzione fra Resistenza e Alleati; poi, a farlo parlare, ci avrebbero pensato quelli di un’altra ala della Facoltà di Ingegneria dove lavorano e alloggiano.
Con qualche fatica, il più brillante investigatore della polizia italiana (come viene definito) verrà a capo di tutte le complicate vicende umane e politiche, su cui confliggono le varie parti in causa; da sbirro, non da militante.
L’inverno più nero, sesto romanzo con il commissario De Luca
Il grande poliedrico scrittore, oltre che sceneggiatore e conduttore televisivo, Carlo Lucarelli (Parma, 1960) mantiene desta l’attenzione sul suo primo personaggio, protagonista della trilogia con la quale, a partire da trenta anni fa, esordì nella letteratura di genere noir, dopo aver raccolto tanti materiali per una tesi di laurea in storia contemporanea sul fascismo e sulla polizia della Repubblica di Salò.
Con L’inverno più nero siamo al sesto romanzo con De Luca, nato a Parma come l’autore.
Gli omicidi, le indagini, gli assassini
La narrazione è divisa in tre parti (gli omicidi, le indagini, gli assassini), sempre in terza persona fissa: sono il pensare e l’agire del protagonista che osserviamo, un investigatore che si eccita se trova un mistero o una pista e non sopporta l’idea che poi si possa individuare un colpevole sbagliato, più per la sua estetica che per l’effettiva verità (o che per l’esercizio della giustizia).
Lui non è redento né redimibile, anche se guarda da un’altra parte rispetto alla dittatura, non alza mai le mani direttamente su nessuno, prova vergogna di non provare abbastanza vergogna e possiede una pietà fredda per ogni persona, anche in quel contesto in cui la violenza è abituale e (quasi) normale.
Nessuno dei delitti è quel che sembra, anche quando una prima volta De Luca pensa di averne capito il senso (non coincidente comunque con la versione ufficiale), tutto torna in alto mare e deve ricominciare da capo. L’autore si cimenta con la sfida di tre inchieste parallele, differenti e indipendenti, private e politiche. La vince.
A renderle unitarie e comuni sono la città e la guerra, da una parte un centro storico con seicento mila civili sfollati fra coprifuoco e bombardamenti, dall’altra le forze in campo, eserciti istituzioni brigate con poteri scossi e spie infiltrate, in un periodo in cui nessuno ha certezza del futuro e tutti cercano complicità per il dopo. Del resto, Brullo teneva il corso di Biologia delle Razze e il Notaio è proprio un insospettabile.
Segnalo l’alto Spagnuolo, segretario particolare del Prefetto. Giravano molti liquori, comunque: Porto, Black Label, anice e chianti. Pure il Trio Lescano cantava Maramao perché sei morto?
Dati del libro
Carlo Lucarelli
L’inverno più nero. Un’indagine del commissario De Luca
Einaudi, 2020
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