Libri noir

7 libri noir da leggere se ami questo genere

I libri noir godono sempre di un grande fascino. Ma chiariamo subito i termini: qual è il significato di libri noir? Eleonora Carta nella sua Breve storia della letteratura gialla, così scrive a proposito di questo genere

Noir: derivato dall’hard-boiled statunitense, la storia ha per oggetto un’indagine, ma più che la soluzione del caso l’attenzione si concentra sull’analisi dei personaggi, sul contesto sociale, sull’ambientazione. Non è detto che la vicenda abbia una soluzione, o che la stessa sia consolatoria.

Per scovare i migliori libri noir la soluzione è una sola: leggerne tanti (e leggere tanto in generale, in ogni caso).

Ti proponiamo, allora, alcuni romanzi noir selezionati e recensiti da Valerio Calzolaio.

Libri noir italiani

Iniziamo con alcuni scrittori noir di casa nostra.

Fiori per i Bastardi di Pizzofalcone, di Maurizio De Giovanni

Napoli. Primavera. Viene massacrato e ucciso l’amato fioraio di uno storico chiosco di Pizzofalcone, Savio Niola. La pista del racket e della criminalità organizzata ancora una volta non convince i mitici Bastardi poliziotti del locale Commissariato. Faticheranno per venirne a capo.

Fiori è il decimo bel romanzo dell’ottima e contemporanea serie del bravissimo scrittore Maurizio de Giovanni (Napoli, 1958). Nel 2017 e nel 2018 i personaggi li abbiamo visti su RaiUno, ormai hanno anche quei volti posture dinamiche. La terza stagione sarà ancora in prima serata da lunedì 20 settembre 2021, alle 21.25 circa. L’attore protagonista resta Alessandro Gassmann, nei panni di Lojacono, ispettore di origini siciliane. La secondasi era conclusa con l’esplosione di un’auto davanti al ristorante dove la squadra al completo stava festeggiando la conclusione di un’indagine complicata. Ovviamente, serie televisiva e serie letteraria procedono in modo diacronico.

Via delle Oche, di Carlo Lucarelli

Bologna. Primavera ed estate 1948. Ci fu una volta un delitto in un casino di Via delle Oche, vittima Ermes, un buttafuori da bordello; al numero 23 proprio della più rinomata via dove a Bologna c’erano le case chiuse (prima della Legge Merlin). Seguirono altri omicidi, apparentemente indipendenti, ma il commissario della Buoncostume indagò con acume pure nel terzo romanzo della storica serie del grande Carlo Lucarelli (Parma, 1960). Lo avevamo incontrato in pieno regime fascista, poi ritrovato negli ultimi giorni di Salò, ora è appena sfuggito all’epurazione, siamo in pieno Quarantotto: rancori antichi e moderni, le elezioni infuocate, l’attentato a Togliatti, la maglia gialla di Bartali. Gli ottimi romanzi ebbero notevole successo trent’anni fa e vengono riproposti ora nella mitica collana Stile Libero, senza apparati o presentazioni, con l’identica dedica “a Tecla” (la cara Dozio, cui l’autore e tanti scrittori o appassionati di gialli e noir devono molto).

Via Flaubert, civico 11, di Antonio Carannante

Autunno 2013. Giorgio è un ultraquarantenne capace di controllare tutto; ha un lavoro ben retribuito, con ottime prospettive, segretaria e ufficio al diciottesimo piano. Il direttore generale De Marchi lo chiama: entro un anno trasferiscono tutto in Germania e devono chiudere lo stabilimento di provincia. Dovrebbe andare Giorgio a seguire gli ultimi mesi, capisce che è una priorità del presente e un investimento sul futuro, parte.

La sua compagna Dori è d’accordo, stanno insieme da quattro anni, da due convivono. Lei è laureata al Dams, soffre di vertigini, ama poesie e gliele legge, non ne scrive perché rispetta troppo i poeti. Un giorno riceve un Whatsapp dallo sconosciuto Livio Aubry, si tratta di Perna, un antico amico all’università privata, aspirante pittore. La sua esistenza ha uno scarto emotivo, forse l’indirizzo dove Livio vive è Via Flaubert, civico 11, titolo di un bel romanzo, intimo con intense venature noir, dell’avvocato procidano Antonio Carannante (Napoli, 1969).

Altri libri noir consigliati

Dopo alcuni dei migliori libri noir italiani, allarghiamo lo sguardo ad altri autori noir e scopriamo alcuni loro romanzi.

Freddo a luglio, di Joe R. Lansdale

LaBorde, East Texas. Un’estate di fine anni ottanta. Il tranquillo corniciaio Richard Dane vive con la moglie Ann e il loro piccolo figlio malato Jordan. Sentono un rumore, prende la pistola nella scatola da scarpe, trova un ladro, quello gli spara, lui contraccambia. Il ladro muore, certo è legittima difesa ma Ben Russell, l’ex galeotto padre del ragazzo criminale Freddy, vuole vendicarsi. Sta per riuscirci quando si capisce che forse il ladro era un altro e c’era sotto qualcosa di più grosso, seguono altre morti e violenze, a più non posso. Ecco un Lansdale d’annata! Forse avrete letto l’edizione di venti anni fa (a quel tempo non sempre veniva tradotto in italiano), forse avrete visto il film del 2014 con Michael C. Hall, Sam Shepard, Vinessa Shaw e Don Johnson, eppure non è invecchiato, tutto è ancora teso e struggente, ben mescolando i sottogeneri del crime.

Con Freddo a luglio il grande scrittore texano-orientale Joe R. Lansdale (Gladewater, 1951) firmò un classico (la traduzione italiana è di Giancarlo Carlotti).

Il canto del nemico, di Tony Hillerman

Riserva indiana in Arizona. Evviva: ricominciamo dall’inizio! C’era una volta uno straordinario colto scrittore, nato povero, veterano pluridecorato della Seconda guerra: Tony Hillerman (Sacred Heart, Minnesota, 1925 – Albuquerque, Nuovo Messico, Yootó Hahoodzo, 2008).

Nel 1970 con Il canto del nemico (traduzione italiana di Sara Caraffini) collocò con maestria crimini nel contesto delle riserve dei nativi, tribù navajo, hopi, zuni. Il ritrovamento di un cadavere tra sterpaglie del Many Ruins Canyon impone che lavorino insieme il fiero razionale tenente dalle origini amerindie Joe Leaphorh con l’antropologo Bergen McKee (esperto di riti e superstizioni): Horseman era l’”ennesimo poveraccio che non sapeva bene come essere un navajo né riusciva a imparare a comportarsi da bianco”. Uscì in italiano con buona accoglienza oltre un ventennio dopo, quando già erano apparse circa altre 10 avventure, alla fine saranno 20, tutti romanzi di ottima qualità, via via con il sergente Jim Chee a fare da aspirante sciamano. Imperdibile.

La lingua del fuoco, di Don Winslow

Dana Strands, California, l’ultimo pezzo incontaminato della costa sud (vicino Laguna Beach). Estate 1997. Jack Wadepadre imprenditore edile, tanti muscoli per 1,90, non ha figli e fidanzate, surfa e lavora. Ha fatto la scuola per entrare nella Squadra Incendi, poi 7 anni nell’ufficio dello Sceriffo (felice e innamorato, è stato incastrato e licenziato per aver protetto un testimone) e 12 come perito liquidatore nella compagnia di assicurazioni California Fire and Life (da cui il titolo americano). Con lui entriamo nel sistema di competenze, delitti, raggiri e truffe del mondo degli incendi (capaci di consumare le stesse relative prove), che ancor oggi riguarda molti paesi del mondo, compresa l’Italia, compresa la Sardegna.

Jack parla correttamente e coraggiosamente La lingua del fuoco (da cui il titoloitaliano – traduzione di Alfredo Colitto), trattata dallo splendido romanzo del grandissimo esperto Don Winslow (New York, 1953), a inizio delle opere all’ovest dopo l’epopea di Neal Carey a est e nel mondo.

Martini Shot e altri racconti, di George Pelecanos

Washington. 1933 e più recentemente. La capitale americana e il District of Columbia possono essere dolenti, dietro clamori e luccichii delle istituzioni costituzionali. Il bravissimo autore di origine greca George Pelecanos (Washington, 1957) da decenni le descrive in modo eccelso. In gioventù aveva fatto innumerevoli diversi lavori prima di divenire un romanziere premiato e affermato, commentatore giornalistico, soggettista, sceneggiatore, distributore cinematografico, sempre con un’alta qualità di scrittura.

Martini Shot è una raccolta di otto racconti, perlopiù già pubblicati in volumi collettanei (ma non tradotti finora – e, a proposito, qui la traduzione è di Giovanni Zucca), sei dei quali narrati in prima persona. L’ultimo e più lungo dà il titolo al volume, protagonista Victor Ohanion, di origini armene, un autore, produttore e sceneggiatore televisivo, abbastanza innamorato e affamato di Annette (bevono un buon Merlot, il Rodney Strong), alle prese con la morte del capoelettricista Skylar Branson, che spacciava marijuana sui set.

Foto | Drew Hays on Unsplash

Valerio Calzolaio

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