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5 libri sull’Olocausto che dovresti leggere

Il regime nazista è stato uno dei peggiori governi della storia. Adolf Hitler, leader del nazismo, era ossessionato dall’idea di creare un sistema basato sulla purezza razziale. Per il leader tedesco, gli impuri dovevano essere sterminati. L’Olocausto è stato un evento senza precedenti nella storia. Vennero uccise almeno 11 milioni di persone, tra cui bambini, ebrei, rom, omosessuali e dissidenti politici.

Sebbene sia vero che nella storia si siano verificate grandi catastrofi, guerre e genocidi di massa con un numero di vittime superiore, questa è stata una barbarie senza eguali. È noto che il regime nazista abbia posto il termine della “soluzione finale” persino sopra gli interessi economici e militari della Germania, paese in guerra.

Perché leggere sull’Olocausto?

La letteratura sull’Olocausto mantiene il ricordo di ciò che è accaduto. Ci fa immergere nell’esperienza di quel che è successo. Può aiutarci con gli interrogativi o i dubbi che sorgono da questo evento. Come è possibile che persone normali abbiano collaborato a un orrore simile? Cosa spinge l’uomo a perseverare nella lotta per la sopravvivenza quando ha perso la propria libertà e si trova in uno stato in cui non conserva la minima dignità?

Se questo è un uomo, di Primo Levi

Primo Levi, mesi dopo la liberazione, scrisse la sua esperienza nel campo di sterminio ad Auschwitz. Questo testimonianza costituisce un racconto intimo, profondamente onesto, crudo e privo di eccessivo drammatismo.

L’autore, un ingegnere chimico, aveva consapevolezza della necessità e dell’importanza che la sua testimonianza doveva avere dopo una tale barbarie, affinché non si ripetesse.

Per l’importanza che la sua opera ha acquisito nel corso degli anni, Primo Levi ha contribuito con altri due libri alla letteratura sull’Olocausto, completando così il suo racconto e le sue convinzioni su ciò che è accaduto ad Auschwitz: La tregua e I sommersi e i salvati.

Essere senza destino, di Imre Kertész

Questo romanzo si basa sull’esperienza personale dell’autore. Narra in modo obiettivo le vicissitudini di un adolescente che è stato costretto a passare attraverso vari campi di sterminio nazisti. L’innocenza e l’inesperienza si scontrano con i trattamenti più disumani e con l’umiliazione costante.

Proprio per i suoi romanzi e saggi in cui riflette sull esperienza dell’Olocausto, Imre Kertész è stato il primo ungherese a ricevere il Premio Nobel per la Letteratura.

Il diario di Helga, di Helga Weiss

Helga Weiss, da bambina, comincia a illustrare il suo diario per raccontare le difficili condizioni e i momenti felici dall’invasione nazista di Praga. Continua a scrivere fino alla permanenza di tutta la sua famiglia nel campo di concentramento di Terezín. Smette di aggiornare il suo dirio quando viene trasferita ad Auschwitz. Tuttavia, le sue illustrazioni si perdono: le consegna allo zio che riesce a nasconderle.

Helga è stata una delle poche bambine di Terezín a sopravvivere al campo di sterminio. A 15 anni torna nella sua città natale e riprende a scrivere. Il diario pubblicato è il risultato finale della combinazione tra i quaderni originali, le pagine sciolte che ha scritto alla fine della guerra e alcune delle illustrazioni fatte a Terezín.

Il bambino con il pigiama a righe, di John Boyne

Quest’opera è diventata un bestseller, tradotta in più di 30 lingue ed è stata adattata cinematograficamente conservando lo stesso nome.

La storia è presentata come letteratura per bambini sull’Olocausto ma funziona come un primo approccio a un tema così sconvolgente. Il punto di vista è estremamente innocente: i protagonisti sono due bambini che instaurano un’amicizia, uno è prigioniero nel campo di sterminio di Auschwitz e l’altro è il figlio del direttore nazista del campo.

Maus, di Art Spiegelman

Art Spiegelman ci presenta la storia da due visuali. La prima è la sua, quella della generazione ebraica successiva all’Olocausto; coloro che sono figli dei sopravvissuti e non hanno sperimentato personalmente la disumanizzazione e l’orrore. L’altra, espressa attraverso vignette in bianco e nero, è la testimonianza di suo padre, i traumi con cui vive e il senso di colpa che prova per essere un sopravvissuto che ha perso la famiglia e la persona che era prima della Seconda Guerra Mondiale.

Per rendere il racconto accessibile alla sensibilità, Spiegelman utilizza l’ironia, gioca con il tempo e rappresenta gli ebrei come topi, i nazisti come gatti e i polacchi come maiali, creando una storia che narra l’anziano padre nella New York dei tardi anni ’70.

Altri libri sull’Olocausto che dovresti leggere

Queste sono alcune proposte di lettura sull’Olocausto, ma non sono tutte, naturalmente. Tra le varie proposte che trovi in libreria c’è certamente il celeberrimo Diario di Anne Frank come anche Forse sogno di vivere in cui Ceija Stojka racconta il suo dramma di bambina rom a Bergen-Belsen.

Foto | hiddentalentsphoto via Depositphotos

Roberto Russo

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