Storie della tua vita è un’antologia di racconti di Ted Chiang, autore tanto schivo e riservato quanto apprezzato, e non solo dai lettori di fantascienza.
Pubblicato da Frassinelli e già apparso anni fa per i tipi di Stampa Alternativa, il volume contiene otto racconti, scritti tra il 1990 e il 2002. Tra questi figura Storia della tua vita, vincitore del premio Nebula e ispiratore del film Arrival di Denis Villeneuve.
Rispetto alla trasposizione cinematografica, che non ci aveva convinto del tutto, il testo di Chiang è più chiaro, nei limiti beninteso della peculiare struttura narrativa adottata dall’autore. Chiang utilizza una scrittura limpida, posta però al servizio di un impianto narrativo a volte tendente alla ridondanza e che può far sfociare la storia in una sorta di voluta indeterminatezza.
I racconti contenuti in Storie della tua vita
È quanto accade in Storia della tua vita, ma anche in Torre di Babele. Ispirato in parte al mito della Torre di Babele, il racconto è in larga parte riuscito e coinvolgente, a parte qualche caduta nella descrittività, ma a mio avviso il finale è un poco affrettato e non all’altezza del resto del testo.
Capisci può essere invece considerato un piacevole mix del primo Asimov, di cui ricorda piacevolmente il sense of wonder dei primi racconti, e perfino del grande H.G. Wells. Colpisce per l’accuratezza scientifica e per il mostruoso livello d’erudizione, caratteristiche che appartengono del resto un po’ a tutti i racconti di Chiang. Il racconto affronta il tema affascinante ma anche inquietante della percezione accresciuta. Un racconto magistrale, d’impronta cyberpunk, costruito come un thriller incalzante e che a mio avviso non sfigurerebbe trasposto al cinema.
Incantevole il racconto Divisione per zero, che, poggiando su un paradosso matematico, può ben essere considerato un’acuta riflessione sul senso ultimo dell’esistenza. Senso che può sfuggire, come accade alla protagonista della storia, una valente accademica, quando giunge a dimostrare l’incoerenza della matematica, sua materia d’elezione.
Settantadue lettere è un racconto molto ambizioso, ascrivibile per certi versi al genere steampunk. Molto preciso e riuscito nell’impianto di fondo, non convince del tutto, specie nel finale. In questo testo Chiang riesce a utilizzare contemporaneamente due temi all’apparenza molto distanti. Mi riferisco da un lato alla storia del Golem, a sua volta abbinata alla permutazione delle lettere e dall’altro alla teoria della preformazione. L’ambientazione, curata a livelli maniacali, sembrerebbe vittoriana, ma l’autore immagina una realtà alternativa alla nostra, nella quale l’alchimia eletta a vera e propria scienza.
I racconti meno riusciti
Mi ha lasciato invece abbastanza freddo L’inferno è l’assenza di Dio: la storia, che all’inizio appare intrigante e paradossale, si stempera nel corso della narrazione, fino a sfocarsi del tutto verso lo stanco finale.
Ho trovato infine quasi illeggibile e oltremodo tedioso Amare ciò che si vede: un documentario.
In definitiva, al di là dei pur inevitabili alti e bassi, tipici del resto di qualunque antologia di racconti, mi sento comunque di consigliare la lettura di Storie della tua vita, che dà la misura di quale direzione stia prendendo la migliore fantascienza contemporanea.
Giudizio globale sui racconti di Ted Chiang
Alcuni dei racconti contenuti in Storie della tua vita sono davvero notevoli, soprattutto per i temi trattati.
A volte, tuttavia, l’eccessivo sfoggio di erudizione scientifica e una certa indeterminatezza nei finali dei racconti possono sfociare nella noia.
Il libro
Ted Chiang
Storie della tua vita
traduzione di Christian Pastore
Frassinelli, 2016
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