Un paese immenso. Una civiltà plurimillenaria fatta di luci e ombre che, senza mai stancarsi o ricusarsi, si cercano. Si trovano. Formano un affresco squisitamente circolare da cui ora sale un fragore di armi (l’epoca dei Regni Combattenti), ora l’eleganza crudele e colta della dinastia degli Han, ora la superbia mossa e rarefatta dei Qing. Un tempo vasto. Una storia che scorre, si dipana in un lungo, grandioso nastro dai mille colori, ma caparbiamente tenuto in pugno da un dragone di giada la cui ombra frastagliata emette luce. Le cui fauci risuonano liete o sinistre, benigne o violente a seconda dei casi e delle contingenze.
La letteratura della Cina è fin da subito all’altezza di questo scenario così favoloso. Fin dagli albori ne rispecchia le policromie, le suggestioni, gli incanti di fuoco, gli odi e gli amori fondi e assoluti che lo attraversano, da parte a parte, come tanti fiumi inarrestabili.
Romanzi cinesi fondamentali per la storia della letteratura
Addentriamoci allora in punta di piedi in quello che fu chiamato anche il Celeste impero, all’inseguimento di un universo misterioso e violento, delicato e fecondo, dove bellezza e cultura, guerre e catastrofi – tutte degne di una narratrice accorta e mistificatrice come Sherazade – sono state incise indelebilmente nel Tempo.
I 4 romanzi cinesi da leggere
Quattro romanzi cinesi, considerati fondamentali per la storia della letteratura, che non si possono non leggere. Non fare, in qualche modo, nostri.
Luō Guànzhōng, Il romanzo dei tre regni (1361)
Un romanzo storico dalle proporzioni faraoniche, popolato da quasi mille personaggi e suddiviso in 120 capitoli. Siamo naturalmente in Cina dove la dinastia Han sta per tramontare e il paese vive un periodo drammatico, fatto di guerre intestine e intrighi politici.
Shī nài’ān – Luo Guànzhōng, I briganti (1368)
Una combriccola di invincibili briganti-cavalieri che, nella Cina della dinastia Song, combattono contro le ingiustizie, prendono proverbiali sbronze e vivono una vita a dir poco avventurosa. Il romanzo proprio per le sue tematiche era inviso alle autorità. I funzionari dello Stato, sorpresi a leggerlo, venivano puniti con la soppressione dello stipendio per un anno intero.
Wú Chéng’ēn, Il viaggio in Occidente (1590 circa)
Pubblicato in forma anonima, Il viaggio in Occidente viene attribuito allo studioso Wú Chéng’ēn. Il libro narra, romanzandole, le vicende di un monaco buddista realmente esistito. L’opera non è solo una riflessione su come il buddismo cinese abbia portato pace e unione tra i popoli, assorbendo in sé sia elementi del taoismo sia tratti del confucianesimo, ma anche una storia di purificazione personale. I protagonisti del romanzo durante il loro lungo viaggio (la meta è il Budda del Monte degli Avvoltoi) incontreranno pericoli e disavventure di varia natura che consentiranno loro di raggiungere però l’illuminazione.
Cáo Xuěqín, Il sogno della camera rossa (1792)
Il tema centrale di questo romanzo, pubblicato trent’anni dopo la morte del suo autore, è la famiglia Chia. Una famiglia di alto lignaggio le cui vicende diventano però una sorta di allegoria della vita stessa. Un affresco complesso e variegato, corrusco e malinconico da cui emerge una Cina ripiegata su stessa che sembra guardare con nostalgia e amarezza al proprio glorioso passato.
Foto | sepvone via Depositphotos
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