Scrittori che non amano scrivere

Scrittori che non amano scrivere? Ce ne sono

Spesso si parla del processo creativo della scrittura, della pazienza necessaria per scrivere, del lavoro quotidiano che c’è dietro ai libri. Eppure, paradossalmente, ci sono scrittori che non amano scrivere.

Il fatto è che dedicarsi alla letteratura è anche scoraggiante, forse frustrante e qualche volta esasperante. Succede di restare fermi dinanzi alla classica pagina bianca o di non riuscire a trovare le giuste parole da mettere in bocca a un personaggio. O, ancora, di vedersi rifiutato dagli editori quello che si ritiene essere un buon lavoro. Tutte situazioni che non capitano solo agli autori esordienti, ma anche a grandi scrittori della letteratura universale. Tanto che alcuni di questi diventavano quasi scontrosi quando dovevano parlare del loro lavoro.

5 scrittori che non amano scrivere (forse)

Forse è esagerato parlare di scrittori che non amano scrivere. Magari ce ne sono diversi che non amano leggere, ma questo è un altro discorso. Però è pur vero che alcuni scrittori avevano un rapporto di amore/odio con la scrittura.

Kafka

Franz Kafka, per esempio, non era mai contento del risultato della propria opera. Era così insoddisfatto da ordinare al suo amico Max Brod di bruciare tutti i suoi scritti dopo la sua morte. Cosa che Brod non fece, per nostra fortuna. Cos’era la scrittura per Kafka? “La scrittura è solitudine assoluta, la discesa nell’abisso freddo di se stesso“»”. Insomma, una frase che non è proprio incoraggiante per chi scrive. Ma è anche certo che qualcosa di forte ha spinto Kafka a scrivere fino agli ultimi giorni della sua vita.

Vonnegut

Kurt Vonnegut è un altro di questi scrittori interessanti, con un senso singolare dell’umorismo e dell’ironia. Non è stato mai uno che esortava altri a scrivere, sebbene nella sua vita abbia parlato di quest’arte diverse volte. “Mi sento come un uomo senza braccia e senza gambe, con una matita in bocca”: così Vonnegut si vedeva nel momento della scrittura.

James Joyce

E che dire di James Joyce? Lui che curava la lingua come pochi e usava giochi di parole incomprensibili solo per il piacere di farlo, ebbe a dire una volta: “Scrivere in inglese è la tortura più ingegnosa mai studiata per i peccati commessi nelle vite precedenti”. Come tutti gli scrittori forniva consigli su come scrivere, ma ogni tanto se ne usciva con queste affermazioni.

Virginia Woolf

Dal canto suo Virginia Woolf ha parlato molto su come scrivere ma è stata anche una critica con pochi peli sulla lingua. Sulla lettura ci ha lasciato questa frase: “Perché una volta che il male di leggere si è impadronito dell’organismo, lo indebolisce tanto da farne facile preda dell’altro flagello, che si annida nel calamaio e che suppura nella penna. Lo sventurato comincia a scrivere“.

John Dos Passos

Infine, una frase lapidaria del grande John Dos Passos: “Se esistesse un inferno speciale per gli scrittori consisterebbe nella contemplazione forzata delle loro opere“.

Scrivere, alla fine, non è così bello come tante volte si dice. Ma chi scrive non può evitare di farlo.

Foto | serkucher via Depositphotos

Roberto Russo

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