Limonare, come tutti ben sappiamo, vuol dire baciarsi. Ma non un bacio qualunque, bensì un bacio alla francese, in cui c’è intreccio di labbra e lingue. Limonare è una voce di origine settentrionale, lombarda per la precisione, che è entrata nel linguaggio comune in tutta Italia.
Perché si dice limonare?
Ma che c’entrano i limoni con lo scambio di effusioni amorose? Le spiegazioni sono varie. Il Devoto-Oli sostiene che derivi dal fatto che i venditori ambulanti vendessero i limoni a due a due; oppure – e su questo concorda anche la Treccani – è un’allusione al movimento della mano che spreme i limoni.
Una citazione letteraria ci sta bene. Carlo Emilio Gadda nel Giornale di guerra e di prigionia annotava il 9 novembre 1915:
Limonai anche con una sarta qui dirimpetto.
Non solo baci…
Una curiosità, che non c’entra tanto con limonare quando con i limoni. Limoni può anche significare testicoli e l’uso equivoco è presente nella forma plurale schiaccialimoni che vuol dire “persona seccante e fastidiosa”, come riporta il Dizionario del lessico erotico della Utet. Lo troviamo in Carlo Dossi che, nella Vita di Alberto Pisani, scrive:
Al che, io, secondo il mio vezzo… pericolosissimo vezzo… di pensare a voce alta, sono in fil filo di dire: «Ah? In casa di quella schiaccialimoni?»
Foto | Pixabay
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