Ermetismo

Ermetismo: significato, filosofia ed esponenti principali

Ermetismo è un termine coniato da Francesco Flora (1891-1962) nel 1936. Non rimanda a una vera e propria corrente letteraria, ma a un atteggiamento che un gruppo di poeti cominciarono ad assumere. L’ermetismo, infatti, si rifà a una concezione mistica della poesia stessa, avendo come punto di riferimento Ermete Trismegisto, personaggio leggendario che sarebbe autore di diversi testi spirituali e mistici del periodo ellenistico. Un collegamento al nome può essere fatto anche con Ermete, il dio delle scienze occulte, del logos e della comunicazione, in riferimento al fatto che i componimenti poetici dell’ermetismo erano di difficile comprensione.

Alcuni esponenti dell’ermetismo

L’ermetismo propone poesie chiuse, ermetiche appunto, ma anche molto complesso e che solitamente venivano proposte con una serie di analogie che non erano certamente di facile interpretazione.

Alla base del movimento, che si rifaceva a grandi poeti del decadentismo francese, come Verlaine, Rimbaud, Mallarmé (ma anche al simbolismo di Giovanni Pascoli e al surrealismo), c’erano alcuni dei più grandi poeti: Giuseppe Ungaretti (1888-1970) ed Eugenio Montale (1896-1981) tra i capiscuola, mentre tra gli altri esponenti ricordiamo Salvatore Quasimodo (1901-1968), Mario Luzi (1914-2005) e Alfonso Gatto (1909-1976).

Lo stile poetico

Quello che accomuna tutti i poeti ermetici, oltre al fatto di utilizzare uno stile e una scrittura volutamente difficili, è anche la caratteristica di ricercare la poesia pura, essenziale, senza alcun scopo educativo. Spesso nella poesia ermetica si parla della solitudine dell’uomo moderno che ha perso gli antichi valori, proponendo lo stile romantico e positivista di un tempo, che ormai è andato perduto.

La poesia degli esponenti dell’ermetismo è fatta di sentimenti, sensazioni, del loro io più nascosto che emerge in analogie spesso molto complicate da seguire e apprendere.

Da notare come all’interno dell’ermetismo fossero presenti due categorie di poeti: i cattolici o puristi, dove l’assenza è attesa di una figura che verrà a salvarci, e i laici o storicisti, più vicina alla realtà.

Testo a cura di Miranda
Foto | WikiCommons

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