Giovanni Verga (1840-1922) – Ritratto penna acquarello di Antonino Gandolfo, collezione Francesco Paolo Frontini

Cavalleria rusticana, di Giovanni Verga

Cavalleria rusticana è una novella di Giovanni Verga (1840-1922) pubblicata nel 1880 da Treves editore. Si tratta di uno dei testi più noti di Verga e fa parte della raccolta Vita dei campi, prima opera verista del Verga.

Come comincia Cavalleria rusticana

L’incipit di Cavalleria rusticana è il seguente:

Turiddu Macca, il figlio della gnà Nunzia, come tornò da fare il soldato, ogni domenica si pavoneggiava in piazza coll’uniforme da bersagliere e il berretto rosso, che sembrava quella della buona ventura, quando mette su banco colla gabbia dei canarini. Le ragazze se lo rubavano cogli occhi, mentre andavano a messa col naso dentro la mantellina, e i monelli gli ronzavano attorno come le mosche. Egli aveva portato anche una pipa col re a cavallo che pareva vivo, e accendeva gli zolfanelli sul dietro dei calzoni, levando la gamba, come se desse una pedata. Ma con tutto ciò Lola di massaro Angelo non si era fatta vedere né alla messa, né sul ballatoio, ché si era fatta sposa con uno di Licodia, il quale faceva il carrettiere e aveva quattro muli di Sortino in stalla. Dapprima Turiddu come lo seppe, santo diavolone! voleva trargli fuori le budella della pancia, voleva trargli, a quel di Licodia! però non ne fece nulla, e si sfogò coll’andare a cantare tutte le canzoni di sdegno che sapeva sotto la finestra della bella.

La trama della novella del Verga

Siamo a Vizzini, in provincia di Catania, nella seconda metà dell’Ottocento. Turiddu, tornato da soldato, trova la sua promessa sposa, Lola, sposata a compare Alfio. Si fidanza, allora, con Santuzza, ma intreccia nello stesso tempo una relazione con Lola. Santuzza, per vendicarsi, svela la tresca a compare Alfio che uccide in duello il rivale.

Al Verga s’ispirò il libretto di Cavalleria rusticana di Menasci e Targioni Tozzetti, musicato da Pietro Mascagni e rappresentato per la prima volta al teatro Costanzi di Roma nel 1890. L’opera ebbe grande successo, ma Giovanni Verga fece causa per plagio e ne uscì vincitore.

Via | Dizionario della letteratura italiana, a cura di Ettore Bonora
Foto | Antonino Gandolfo [Public domain], via Wikimedia Commons

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