Louise von François

Louise von François, una scrittrice tra lacerazione e speranza contro la povertà

In uno di quei fatali e inaspettati ribaltamenti della fortuna che segnano indelebilmente il destino di uomini e donne, Louise von François (1817-1893) si ritrovò, lei nata in una famiglia della buona e agiata borghesia della Sassonia, a fare drammaticamente i conti con una povertà che mal si addiceva all’educazione ricevuta. Tuttavia la giovane donna non si perse mai d’animo, cercando, dopo la morte del padre e i cattivi investimenti dell’amministratore dei beni di famiglia, di incrementare come meglio poteva le improvvise ristrettezze in cui lei e i suoi familiari più prossimi si dibattevano.

Grazie ai suoi talenti letterari e all’appoggio di amici e parenti, Louise von François riuscì a condurre una vita dignitosa, dove l’amicizia con importanti scrittori del periodo, prima fra tutte quella con l’austriaca Marie von Ebner-Eschenbach, rappresentarono la sua più grande e ferma consolazione.

Dopo aver rotto il fidanzamento con Alfred Graf Goertz, sempre per questioni finanziarie, la donna riversò tutto il suo affetto sulla madre la cui salute andava di anno in anno declinando. In un clima così difficile e claustrofobico, è facile comprendere come l’amicizia diventasse per l’infelice scrittrice ormai quarantenne centro e fulcro di tutta la sua esistenza, come testimoniato d’altronde dal lungo carteggio con la von Ebner-Eschenbach che usò tutta la sua influenza perché le opere della von François trovassero il giusto accoglimento. Il giusto ascolto.

I romanzi di Louise von François

Pubblicati sotto uno pseudonimo, i suoi tre romanzi più celebri Die letzte Reckenburgerin (1870), Frau Erdmuthens Zwillingssöhne (1872) e Stufenjahre eines Glücklichen (1877) fondono la tradizione romantica e quella naturalista, grazie a una penna che, pur ricca di suggestioni squisitamente sentimentali, dà vita a un realismo che in un solo balzo vitalizza la pagina, proiettandola ben oltre la soglia prevista. Quel suo dolore lacerato, antico compagno di viaggio, diventa la chiave per conoscere a fondo il cuore umano. Quella sensibilità femminile chiusa nelle quattro mura di casa, tristemente celata dietro le tende di pizzo inamidato e quell’acciottolio aggraziato – eppure senza speranze – dell’immancabile tè delle cinque.

Foto | Karl Festge, Public domain, da Wikimedia Commons

Giorgio Podestà

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