Mario Soldati

Mario Soldati: la penna e la macchina da presa di un maestro del Novecento

Non vi è dubbio che oggi ci troviamo di fronte a una figura chiave del nostro Novecento. Una figura sfaccettata, versata nelle arti, in grado di scrivere indelebili capolavori di letteratura come La giacca verde e Le lettere da Capri (Premio Strega 1954) ma anche libri di viaggio come Vino al vino o dirigere con la medesima maestria e bravura film a dir poco memorabili (e qui non possiamo non citare quel Piccolo Mondo Antico, dove campeggia la bellezza austera e romantica di una Alida Valli poco più che ventenne). Un percorso lungo quello di Mario Soldati, dalle tante imprevedibili ramificazioni sia artistiche che geografiche.

Mario Soldati: un viaggio tra letteratura, cinema e amore per l’Italia

Dalla natia Torino, dove si laureò in Storia dell’Arte nel 1927, a New York dove sperò inutilmente di ottenere la cittadinanza americana; da Roma (in cui lavorò come regista e sceneggiatore) a Tellaro (Lerici, La Spezia) che rimase per oltre trent’anni il luogo d’elezione. Quello forse più vicino al suo cuore. Del resto proprio in mezzo a quei lecci e ulivi centenari, cullato dall’incessante mormorio del mare, Mario Soldati si spense ultranovantenne nel 1999. Una morte che accorò un intero piccolo paese.

Nella sua villa da sempre il regista accoglieva e mescolava intellettuali e pescatori, scrittori e amici del bar. Una miscellanea che rispecchiava appieno la personalità dell’artista, del suo essere anticonformista, quell’indole mossa e colorata che gli consentiva di passare da un genere all’altro, di rendere viva e degna di nota ogni realtà, anche quella che sulla carta poteva apparire meno interessante, come ci testimonia del resto Cesare Garboli, uno dei critici più importanti del nostro Paese a cui affidiamo volentieri il nostro piccolo congedo:

«Una delle grandi qualità di Soldati, come è noto, è la capacità di farci apparire degna di racconto, e quindi interrogabile dall’intelligenza qualunque realtà, grande o piccola indifferentemente: la tragica immensità di Manhattan nell’età del proibizionismo non meno della vita di un pollaio al di là dello squallido cortiletto di un hotel della Valtellina».

Foto | Di Indeciso42 at the Italian Wikipedia project. [Public domain o Public domain], attraverso Wikimedia Commons

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Giorgio Podestà

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