Gore Vidal

Chi è stato Gore Vidal, grande nome della letteratura d’oltreoceano

Vi sono persone che appaiono misteriosamente baciate dalla fortuna o, se preferite, dagli dei. Come se sulle loro culle, celate da immacolate trine, si fossero puntualmente affacciate fate prodighe di doni o spiritelli larghi d’auguri. Non vi è dubbio, infatti, che Gore Vidal (1925-2012), uno dei grandi nomi delle Lettere d’oltreoceano, sia nato sotto una buona stella.

Bello, intelligente e con un nonno senatore del congresso degli Stati Uniti, Eugene Louis Vidal, questo il suo nome per intero al momento della nascita, fin da dai primi vagiti sembrava destinato a grandi cose. Premesse che, in un modo o nell’altro, hanno sempre trovato la via verso la realizzazione. Il successo pieno. Il riconoscimento certo.

Il talento di Gore Vidal

Non vorremmo neppure però essere fraintesi. Gli incidenti di percorso. Le ostilità di alcuni critici ben pensanti (pensiamo a quanto gli costò la pubblicazione nel 1948 de La statua di sale, il cui protagonista omosessuale risultò indigesto a molte illustri penne della carta stampata) non mancarono. Tuttavia il carattere robusto dello scrittore, quella sua intelligenza svelta e agile come un fioretto seppe sempre tenere testa agli avversari. Non cedere di mezzo passo. Ogni duello veniva così combattuto fino in fondo. Senza esitazioni. Senza tremito nelle mani. Il fatidico e atteso touché toccava spesso e volentieri agli altri.

Un talento quello di Gore Vidal poliedrico. Instancabile. Invariabilmente pungente nella sua analisi della società. Della storia di ieri e di oggi. Dei suoi radicali, vasti pregiudizi.

Non solo romanzi come Giuliano o Myra Breckinridge, commedie per il teatro e sceneggiature per cinema (ricordiamo qui al volo Improvvisamente l’estate scorsa e Ben Hur), ma anche la politica. La sua vicinanza ai Kennedy era del resto nota e sottolineata dalla parentela con Jackie, la first lady.

La politica e la residenza a Ravello

La sua candidatura al congresso degli Stati Uniti nel 1960, come è facile immaginarsi, fece versare fiumi di inchiostro (e di veleno). Lo scrittore perse sì, ma per poco e in un distretto da sempre favorevole ai Repubblicani. Ci fu un secondo tentativo nel 1982, questa volta per il senato: ahimè non andò meglio. Le porte del Campidoglio restarono ostinatamente chiuse per Gore Vidal.

Un leone sempre pronto a scendere nell’arena, a ruggire anche a tarda età e che, per anni, visse insieme al compagno Howard Austen a Ravello, in quello lussuosissimo nido tra nuvole e mare che fu la Rondinaia.

Foto | WikiCommons

Giorgio Podestà

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