Giorgio Faletti

Giorgio Faletti, autore larger than life

Così lo definì Jeffrey Deaver, maestro del thriller americano (è quello che ha scritto Il collezionista di ossa, per capirci) dopo aver letto alcuni suoi romanzi del genere: uno che sarà leggenda. Non sappiamo dire se sarà così, ma certo è che Giorgio Faletti, scomparso nel 2014 a 63 anni, è uno di quelli che se n’è andato troppo presto, e lo sanno i cuori di molti fan che non possono dimenticarlo. Lui sarebbe contento di tutto questo affetto, perché, come ha dichiarato la vedova in una recente intervista, soffriva di continua ansia da prestazione ed era terrorizzato all’idea che il suo lavoro venisse dimenticato.

Giorgio Faletti e l’amore per il noir nato in soffitta

Sembra che sia stato proprio da piccolo, in quella periferia di Asti che tanto amava, nella soffitta della casa del nonno rigattiere sempre ingombra da scatoloni, che Giorgio Faletti abbia scoperto il thriller made in Usa e se ne sia immediatamente innamorato.

Questa passione tornerà fuori anni dopo, dall’altra parte della pagina per così dire, quando nel 2002 pubblica Io uccido, quattro milioni di copie vendute. È la storia di uno psicopatico che di notte uccide per curare il proprio male interiore, ambientata nel Principato di Monaco. Il meritato successo sarà sporcato da un ictus che lo colpirà alla fine dell’anno, ma fortunatamente senza conseguenze.

Seguiranno altri tre romanzi del genere, sempre ambientati negli Usa: Niente di vero tranne gli occhi (2004) in cui l’assassino compone i corpi delle sue vittime prima dei ritrovamenti come i personaggi dei Peanuts; Fuori da un evidente destino (2006) in cui il protagonista si trova a fronteggiare il proprio passato e una maledizione indiana nella cittadina dove abita, accanto a una riserva Navajo; Io sono Dio (2009) storia di un sopravvissuto alla guerra del Vietnam.

Da ricordare in modo particolare la raccolta di racconti Pochi inutili nascondigli del 2008, ma soprattutto Appunti di un venditore di donne (2010) il primo romanzo ambientato in Italia, nella malavita milanese degli anni Settanta.

L’ultima fatica, in ordine cronologico, è Tre atti e due tempi, del 2011, romanzo ambientato nel mondo del calcio che tanto lo appassionava. Per la sua attività letteraria, nel 2005 Faletti ha vinto il Premio letterario “La Tore Isola d’Elba” e ricevuto dalle mani del Presidente Ciampi il Premio De Sica per la letteratura.

Le canzoni sono le poesie di oggi

Non è chiaro se quella del cantautore, o più correttamente dello scrittore di testi di canzoni fosse la sua seconda o la terza vita, perché l’esordio qui è datato 1994 con Signor Tenente, presentata da lui stesso al Festival di Sanremo dove si piazzò secondo e ottenne il Premio della critica. E pensare che la scrisse in mezz’ora, come ricorda ancora la vedova.

L’anno successivo ci riprovò con L’assurdo mestiere vincendo il Premio Rino Gaetano per il miglior testo. A testimoniare che la canzone è la poesia moderna, un genere affatto inferiore alla narrativa, sono i tanti testi che ha scritto e ai quali altri hanno dato voce: Gli anni che non hai cantata da Marco Masini, Diverso per Aldo Donati, The show must go on interpretata da Milva. E poi ci sono Fiordaliso, Gigliola Cinquetti ecc. ecc…

La fine è solo l’inizio

Leggendo la già citata intervista alla moglie di Giorgio Faletti, mi ha colpito una frase che lui a quanto pare diceva anche prima di morire e che dimostra che tipo di persona fosse e come era vissuto: che essendo fondamentalmente un comico la sua vita non poteva che essere comica e che a chiunque altro ne sarebbero servite tre di vite per ottenere tutte le soddisfazioni che lui aveva avuto.

Già, perché qui per evidenti motivi di spazio non abbiamo citato il suo genio per la risata, forse l’elemento che assieme alla soffitta del nonno lo ha portato alla letteratura: non dimentichiamo che il suo debutto letterario è del 1994 con Porco il mondo che ciò sotto i piedi, in cui si mette nero su bianco l’indimenticato e indimenticabile personaggio di Vito Catozzo con cui io, personalmente, sono cresciuta a Drive In.

L’ultimo libro, invece, uscito postumo per volontà della moglie, è La ricetta della mamma (era stato preceduto a La piuma, sempre postumo). Si tratta di un lungo racconto che riassume Giorgio Faletti già dalle prime righe: il suo amore per la provincia e per la lettura, l’immancabile ironia e la passione per la cucina. Pensate che aveva in progetto di scrivere un libro di ricette assieme al grande Jeffrey Deaver…

Foto | WikiCommons

Roberta Barbi

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