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Come capire se un testo è scritto con l’intelligenza artificiale

L’Intelligenza Artificiale (IA o, se preferite l’acronimo in inglese, AI) è tra di noi. ChatGPT e Gemini sono probabilmente i due sistemi più noti, ma non sono certo gli unici. È un dato di fatto, pur se c’è chi se ne lamenta e nutre molti dubbi sulla sua effettiva utilità. Ci si chiede se davvero spazzerà via una miriade di posti di lavoro oppure se potrebbe essere un ottimo strumento di collaborazione per facilitare il lavoro stesso. Nel mondo dell’editoria è un problema da non sottovalutare, visto che è relativamente facile far scrivere libri a un’intelligenza artificiale generativa.

Una cosa è certa: l’Intelligenza Artificiale è diventata uno strumento indispensabile per la creazione di contenuti, tanto per parlare di una delle sue caratteristiche più salienti, il linguaggio generativo. Come capire, allora, se un testo è stato scritto con l’intelligenza artificiale? O, se preferite, come non far capire che un testo è stato scritto da ChatGPT? In questo secondo caso la risposta è abbastanza semplice: è sufficiente frase un controllo del testo dell’AI, rileggerlo, modificarlo, dargli un tocco personale e il grosso è fatto.

10 indizi per capire se un testo è stato scritto dall’Intelligenza artificiale

Riconoscere un testo scritto da intelligenza artificiale può essere un po’ più difficile, ma non impossibile. Ci sono anche siti per capire se un testo è stato scritto da ChatGPT o Gemini o altre IA, ma visto che vogliamo usare la nostra testa per comprendere la natura di quanto abbiamo davanti, preferiamo fornire un elenco di segnali che ci permettono di individuare i testi scritti dall’intelligenza artificiale.

Introduzioni generiche

I testi dell’IA iniziano spesso con frasi come: “Nell’eccitante mondo di…”, “L’intricato…”, senza offrire una prospettiva unica o un interessante aggancio umano. Da notare che solitamente ricorrono all’enfasi esagerata: è tutto un fiorire di “incredibile”, “magica”, “meraviglia” e via dicendo.

Riassunto superficiale alla fine

È frequente che l’IA riassuma semplicemente i punti principali alla fine, senza offrire una conclusione originale o stimolante. Di solito scrive: “In conclusione” o “In sintesi” e prosegue elencando i due o tre argomenti salienti del testo.

Uso ripetitivo di frasi

L’intelligenza artificiale tende a riutilizzare combinazioni di parole e modi di dire, il che può portare a contenuti che suonano meccanici e ripetitivi. Spesso il risultato è piuttosto elementare, anche se si danno indicazioni precise all’IA per produrre il testo (il cosiddetto “prompt”).

Mancanza di opinioni o emozioni personali

I testi mancano di un autentico punto di vista personale, mostrando una notevole assenza di passione o di emozione. È, comunque, probabile che le AI si evolveranno in tal senso.

Struttura prevedibile

La struttura dei testi generati dall’IA tende a seguire uno schema prestabilito, con una netta mancanza di creatività nell’organizzazione delle idee. Per quanto si possa chiedere all’intelligenza artificiale di essere innovativa, essa non può far altro che seguire lo stesso schema, il medesimo ordine e gli stessi concetti che sono quasi sempre uguali per ogni utente. Di solito si basa su modelli ben noti di copywriting, come AIDA (ovvero Attenzione – Interesse – Desiderio – Azione, pilastri di una comunicazione pubblicitaria efficace).

Uso eccessivo di parole chiave

Nel tentativo di ottimizzare la SEO (cioè l’ottimizzazione per i motori di ricerca), i testi dell’IA a volte farciscono il contenuto con parole chiave che vanno a compromettere la naturalezza e la scorrevolezza della lettura. In genere, la AI “abbellisce” molto i testi che genera, usando molte parole per esprimere qualcosa che non ne ha bisogno. Naturalmente, non è colpa dell’IA, ma di chi pubblica il materiale, spesso senza rivederlo.

Mancanza di contesto culturale o attuale

L’IA non riesce ancora a incorporare riferimenti culturali attuali o a comprendere il contesto più ampio, o a inserire dati e statistiche con fonti reali, con il risultato che i contenuti sembrano scollegati dalla realtà. Sebbene si stiano facendo progressi, è indispensabile rivedere a fondo tutto ciò che si chiede di fare, per non sbagliare con dati errati, cosa che al momento è molto frequente. Gemini (ex Bard) di Google, di solito ha dati più precisi rispetto, ad esempio, a ChatGPT.

Errori di coerenza

In genere la grammatica e l’ortografia sono corrette, però l’IA può generare testi con errori di coerenza o transizioni brusche tra le idee. È consigliabile dare sempre il proprio tocco personale.

Citazioni e dati generici

L’intelligenza artificiale ricorre spesso a citazioni e dati abusati, senza fornire nuove informazioni o nuove prospettive. Fatica ancora a seguire le tendenze, e se le si chiede qualcosa di molto nuovo fa fatica a rispondere. In questo caso è lampante l’importanza dell’intervento umano. Effettua ricerche più ampie mettendo insieme fonti diverse e poi integra il tutto: la verifica del testo renderà il tuo scritto unico.

Risposte standardizzate per i social media

Sui social, i commenti generati dall’IA sembrano spesso decontestualizzati: ripetono, di fatto, le informazioni del testo originale senza fornire valore aggiunto. Facci caso, soprattutto nei commenti sui profili di influencer e creatori di contenuti molto visti: qualcuno prende un pezzo del post di partenza, lo dà in pasto all’IA chiedendole di fare una riflessione e lo usa come commento, ma si nota subito che è una mera ripetizione di contenuti senza la personalità che è propria, invece, dell’essere umano.

Quali sono gli aspetti positivi di un testo scritto dall’Intelligenza Artificiale?

Al di là di tutto, ci sono dei vantaggi nell’uso dell’Intelligenza Artificiale generativa:

  • tempo risparmiato nella creazione di schemi di vario tipo;
  • rapida generazione di idee che si possono associare per crearne altre ancora migliori;
  • aiuto immediato per scrivere velocemente le basi di testi, relazioni, studi, presentazioni e via dicendo;
  • migliaia di idee che, forse, non avremmo mai avuto.

È fondamentale dare istruzioni precise per ottenere buoni testi. Non è sufficiente chiedere all’AI di scrivere un articolo su un determinato argomento, ma bisogna essere precisi: per esempio, indicare il pubblico di riferimento (una ricerca scolastica è differente da un articolo per un giornale), il tono di voce, la lunghezza, la struttura. Più indicazioni si forniscono, maggiore sarà la possibilità di avere un buon testo. Ricorda, però, di rileggere sempre, integrare, confrontare (Gemini, per esempio, fornisce tre bozze di un testo; Bard le genera su richiesta). In caso di elementi specifici (date di nascita e morte di una persona o statistiche) non prendere per oro colato quanto ti propone l’AI, ma verifica sempre con fonti esterne.

In altre parole, l’Intelligenza Artificiale è una sorta di copilota che, con coordinate precise, ti aiuterà a ottimizzare il tuo tempo e le tue idee. Ma è un copilota, appunto: il pilota, l’autore del testo sei tu e la responsabilità è la tua.

Via | Culturizando
Foto | ryanking999 via Depositphotos

Roberto Russo

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