Il male dei fiori

Il male dei fiori: Baudelaire e il processo che sconvolse la letteratura

Edito da Rubbettino, Il male dei fiori. Baudelaire a processo, è un testo che ci ha davvero intrigati e sebbene sia legato a una vicenda accaduta nella seconda metà del ‘800 ci si rende conto, leggendo, che è più che attuale poiché affonda in quella piaga considerata ingiusta gogna mediatica, attualmente molto in voga.

Antonio Castronuovo – bibliofilo, traduttore, saggista – ha compiuto un accurato lavoro di ricerca restituendo vita e dignità a tutto ciò che sta dietro la condanna inflitta al poeta Baudelaire, il quale fu accusato nel 1857 di oltraggio alla morale pubblica per la sua raccolta poetica I fiori del male.

Il male dei fiori

Ma vediamo meglio Il male dei fiori e la vicenda grottesca che contiene.

La distinzione tra bene e male

Facciamo una premessa. I fiori del male è l’opera maggiore di uno dei più importanti poeti del XIX secolo: Charles Pierre Baudelaire. La raccolta è considerata uno dei classici della letteratura mondiale. Il poeta si fa portavoce di una visione del male più intrigante e accattivante di quella del bene, cosa questa che disturbò non poco i benpensanti dell’epoca. Spleen, ribellione a Dio, poesie a tema lesbico, droga e alcol come fuga dall’angoscia di vivere seppur considerati illusioni di breve durata: questi e altri, i contenuti dell’opera tanto discussa e ostacolata.

L’eccitazione dei sensi che fa paura

Ne Il male dei fiori, Castronuovo ci fa un grande regalo senza eguali: la ricostruzione del processo e di una sentenza ipocrita e inopportuna – quella datata 20 agosto 1857 – con dovizia di particolari e documenti che ne mostrano il ridicolo e l’assurdità, sentenza che ancora oggi fa vergognare gli stessi francesi, dissociatisi da tempo.

Ben sei furono le poesie censurate e incriminate, poiché “conducono all’eccitazione dei sensi mediante un realismo grossolano e offensivo del pudore”.

Suggestioni tra scandali e ambientazione

Ci piace molto la costruzione de Il male dei fiori, poiché ci conduce dapprima in luoghi e suggestioni del tempo, con una ambientazione legata a vie, quartieri, negozi, personaggi, contrasti storici o editoriali emersi addirittura dalle vetrine dei librai. Lo stile è agevole, a tratti leggero, sempre espressivo e scorrevole. Interessante qualunque cosa venga affrontata: dall’immaginazione realistica su stati d’animo o intenzioni, ai dati su edizioni, refusi, copertine, note a margine.

Poi scoccano le frecce avvelenate, i primi stupori e via via lo scandalo: articoli di giornale che danno vita a guai dalla portata inaspettata, e il procuratore generale pronto a gridare allo scandalo con i dovuti provvedimenti già pronti.

Quando il passato racconta del presente

Questo è un libro non soltanto intrigante e originale, ma una vicenda ben raccontata del passato che invade il presente perché non così distante da esso: censura, falsi moralismi, processo mediatico, ostracismo, sono ancora oggi i gravi limiti di una società sulla quale riflettere grazie agli errori madornali del passato.

Persecuzione ridicola ma anche incapacità di chi la pone in essere senza probabilmente possedere le giuste competenze per giudicare un’opera letteraria.

E se non ci fosse competenza a giudicare un libro?

“Un tarlo corrode il giudizio in un processo alla letteratura: quello della competenza, la capacità di agire e decidere a partire da un codice. Se un tribunale è giuridicamente competente – si chiede Ivan Leclerc – come accettare lo sia sul piano letterario? Bisogna anche chiedersi se essere competenti nel codice penale, permetta davvero di separare nel codice letterario l’accettabile dall’inammissibile. Pinard sembrò percepire la questione, quando all’inizio della requisitoria dichiarò: “il giudice non è un critico letterario, chiamato a pronunciarsi su dei modi opposti di apprezzare l’arte e di esprimerla”.

Il male dei fiori: storia di un’amputazione giudiziaria

Questa è una storia di amputazione giudiziaria, di perbenismo, di ossequio alle norme convenzionali del vivere spesso comode per ingraziarsi qualcuno di potente, o per esercitare una superiorità inesistente. Una storia di condanna alla libertà d’espressione, di mutilazione nel campo artistico quasi che il prodotto dell’arte stessa possa favorire malcostume e ribellione. Se cancel culture e politicamente corretto sono locuzioni per voi disturbanti o qualcosa che desiderate approfondire, ebbene Il male dei fiori. Baudelaire a processo è un libro per voi: per scoprire l’immutato nei secoli, per riflettere su quanto attualmente non funzioni. E per abbracciare la libertà dell’arte, della scrittura, restituendo giustizia a un grande poeta:  Charles Pierre Baudelaire.

I libri durano più degli uomini: state attenti a giudicare i libri. (Dupuich, magistrato di cassazione, 1949)

Il libro

Antonio Castronuovo

Il male dei fiori. Baudelaire a processo

Rubbettino, 2023

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Susanna Trossero

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