L'angelo di Castelforte

L’angelo di Castelforte: ottimo noir di Gabriella Genisi che racconta una storia di Chicca Lopez

Lecce e Puglia. Febbraio – marzo 2023. Da oltre un decennio, come noto, sempre più inglesi sono innamorati del Salento. Tanti vi si trasferiscono proprio.

La notissima attrice londinese Claire Weston lo ha scelto come suo buen retiro. Lo ha poi consigliato qualche anno fa a Victor Albert Allen, anziano lord (nato a ottobre 1950), amatissimo scrittore (in tutto il mondo, anche all’Idrusa), da poco vedovo di Robert, segretario e storico compagno di vita.

L’angelo di Castelforte

Victor si è documentato sul borgo di Castelforte, uno dei più stupefacenti complessi architettonici italiani, e ha deciso di comprarlo e restaurarlo. Chiude il castello di famiglia e saluta tutti. In due anni riesce ad aprire una residenza letteraria esclusiva per scrittori selezionati in tutto il mondo. È aiutato dall’esuberante nuovo compagno Oronzo Ronny Caputo (nato ad aprile 2001), bello e ricciuto, colto e tuttofare, figlio del massaro nei vigneti di Clara.

La magra fiera carabiniera maresciallo Francesca Chicca Lopez, madre sparita, padre noto e assente (non l’aveva riconosciuta), nata a Leuca e ormai uno scricciolo 30enne, bella con la coda, cintura nera di karate, ha finalmente rotto con la sua storica manesca gelosa compagna Flavia e, pur tampinata da vari maschi, girovaga in Bonneville, è finalmente innamorata e felice con la barista Glenda, con la quale convive nella centrale mansarda storica, avendo dovuto abbandonare la casetta di pescatori a Porto Badisco. Trascorrono insieme una settimana in barca a vela.

Non fa in tempo a tornare che deve indagare su un’autrice franco-canadese ospite del mecenate, scomparsa dopo l’inaugurazione e ben presto trovata morta con la testa fracassata. Potrebbe essere un suicidio, ma vari indizi provano altro e non sarà l’unico omicidio maturato in quel peculiare contesto esclusivo. Forse Allen era arrabbiato. Ronny forse se la fa con un altro. Forse c’entra anche Claire.

Chicca ci si butta a capofitto, aiutata dai soliti irregolari compari di avventura. È un poco distratta dalla ricomparsa del padre Giovanni Contaldo, che spiega il proprio lungo distanziamento e le propone di fare un viaggio che c’entra con la madre (morta) Marisa.

Ottimo noir di Gabriella Genisi

La brava scrittrice Gabriella Genisi (Mola di Bari, 1965), corroborata dal meritato successo televisivo della sua mitica friccicosa barese Lolita Lobosco (dieci romanzi dal 2010 al 2022, interpretata su Rai Uno da Luisa Ranieri), ripresenta la nuova protagonista salentina in grande spolvero, con il terzo ottimo noir della serie (il primo nel 2019).

Certo, l’età e la psicologia di Chicca consentono di offrire uno spettro maggiormente approfondito di emozioni private e dinamiche sociali.

Come ben sanno gli editori, ogni nuova avventura di personaggi seriali è per il lettore una sorta di ritorno in famiglia, passione dopo passione, tribolazione dopo tribolazione.

Stile e struttura de L’angelo di Castelforte

Il titolo – L’angelo di Castelforte – richiama il soprannome del giovanissimo angelico amante di Lord Allen nella piccola comunità locale, ulteriore occasione per sottolineare straordinari beni culturali e artistici (cruciali nella storia) e per renderci meglio edotti su tante delizie di quei luoghi, una guida pure agli spettacolari anfratti meno conosciuti.

La narrazione è in terza persona, non proprio fissa ma quasi, concentrata sulla volitiva Chicca, che indaga sempre anche sulle proprie sensibilità emotive. Due figure genitoriali che le sono venute a mancare, una ex compagna che l’avvinghiava in un rapporto subalterno e morboso, una sessualità gender fluid, affettuose amicizie sincere da coltivare e consolidare, un forte desiderio di realizzarsi sul proprio lavoro di sbirra, un legame viscerale con i magnifici ecosistemi umani del salentino, il nuovo intenso amore al Glenda’s Bar.

Lei è sempre cocciuta e comunque determinata. Non a caso il lord che si rifiuta di parlarle, ritenendosene tormentato, pensa: “Crede di essere Lolita Lobosco, forse? Dovrebbe sapere che siamo in Salento, non a Bari”!

Peraltro, il suo progetto non era male. Offrire vitto e alloggio notevoli e tremila euro al mese per diciotto mesi a dodici scrittori/scrittrici (passati al vaglio di una severa selezione), affinché ognuno potesse realizzare un romanzo ambientato in uno dei 96 comuni della provincia di Lecce.

Fra passato (una rapina del 1966 alle Poste di Torino) e presente criminoso (anche), la vicenda si dipana come al solito attraverso una quindicina di capitoli, scanditi in esergo da versi della grande compianta poetessa Claudia Ruggeri (Napoli 1967-Lecce 1996).

Come inserto, l’incipit di un romanzo a quattro mani (pag. 179-186). Frequenti i riferimenti alle dinamiche del mondo editoriale e letterario, “la fiera dell’ipocrisia”.

Si gusta ottimo Negroamaro. Il padre le cita “Farfallina” di Luca Carboni, nella testa le risuona Lucio Dalla.

Il libro

Gabriella Genisi
L’angelo di Castelforte
Rizzoli, 2023

Valerio Calzolaio

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