Italia. 1951-2021. L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) è stato fondato nel dopoguerra. Ha festeggiato nel 2021 i primi settanta anni di gloriosa storia all’interno della migliore ricerca scientifica pubblica, italiana e internazionale.
L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare
Il decreto istitutivo del presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) risale all’8 agosto 1951, su impulso della chiara visione strategica di poche menti illuminate. Soprattutto due: Edoardo Amaldi e Gilberto Bernardini. L’obiettivo era dare un assetto istituzionale moderno alla fisica nucleare e particellare, rivitalizzando l’eredità di una grande scuola che era stata capace di risaltare in Europa.
Questo è il punto. Non una decisione imposta dall’alto per colmare un vuoto, piuttosto una strutturazione collaborativa e reciprocamente fertile di scuole e fermenti preesistenti.
Enrico Fermi e Bruno Rossi
Dopo il notevole contributo italiano allo sviluppo della scienza di fine Ottocento e inizio Novecento (astronomia, chimica, biologia e medicina, matematica, fisica), in particolare dalla fine degli anni Venti e per tutti gli anni Trenta la fisica italiana si era indirizzata intorno a due filoni e a due grandi maestri. Enrico Fermi a Roma (via Panisperna) rispetto allo studio dei costituenti del nucleo atomico; Bruno Rossi a Firenze e Padova per lo studio dei raggi cosmici, entrambi giunti al top internazionale in un rapporto di stima reciproca.
Arrivarono le pessime violente disastrose leggi razziali e la fisica italiana pagò un prezzo altissimo. Fermi a Stoccolma per il premio Nobel vinto nel 1938 non indossò l’uniforme e non fece il saluto fascista. La moglie Laura Capon era ebrea. Non ritornarono in Italia, esuli prima a Copenaghen poi negli Stati Uniti.
Rossi era ebreo e fu espulso dall’università. Abbandonò anche lui il nostro paese, prima a Copenaghen (sempre da Niels Bohr) e poi a Manchester e negli Stati Uniti. Entrambi rimasero in contatto con Amaldi, gli antenati nobili dell’INFN.
Una storia di successo
La grande scienziata Lucia Votano nasce nel novembre 1947 a Villa San Giovanni, in fondo alla penisola sullo stretto di Messina, padre Ciccio medico radiologo (specializzatosi a Modena) e madre Alfonsina emiliana (appunto), sposatisi a Crevalcore, dove nel dicembre 1944 nasce la sorella maggiore Graziella, e poi trasferitisi insieme in Calabria.
Il saggio di Lucia Votano
Lucia ha tre anni quando viene fondato l’INFN. Ragazzina diligente e allegra a scuola, spirito libero e critico verso il piccolo ambiente locale, vocata e iscritta alla facoltà di Fisica della Sapienza ad appena 17 anni, immigrata a Roma dove da allora risiede, insegnando e ricercando per università e laboratori non solo italiani, a lungo protagonista in quelli INFN di Frascati, prima donna a dirigere quelli INFN del Gran Sasso.
Racconta qui due storie scientifiche di successo (da cui il titolo): quella dell’istituto italiano e quella, inevitabilmente e sommessamente, propria.
Struttura del testo Una storia di successo
La prefazione è di Antonio Zoccoli, attuale presidente INFN.
La premessa dell’autrice risulta esemplare: parte dai numeri, da alcuni recenti dati sulla popolazione del nostro paese, i bambini nati innanzitutto, una decrescita quasi continua a partire dal picco del 1964, a tratti solo rallentata grazie al fenomeno dell’immigrazione.
Votano è esplicitamente consapevole delle dinamiche complesse e interdisciplinari necessarie ad analizzare le statistiche (come anche l’invecchiamento progressivo delle madri al momento del parto, l’aumento percentuale di genitori non coniugati o di almeno un genitore straniero, la tendenza anche delle donne immigrate a fare meno figli). I numeri servono a porsi domande, a controllare fattori diversi o politici e ad allargare lo sguardo verso il futuro comparato dei sapiens sul pianeta.
Non a caso l’autrice fa spesso riferimento al compianto comune esimio amico Pietro Greco, per esempio sulla Società della Conoscenza e sulla storia della scienza in Europa.
Alcuni snodi fondamentali del libro
Sempre con garbo critico e linguaggio chiaro, i passaggi cruciali nella vita dell’INFN, istituzionale e scientifica (fin da subito collante dell’identità europea verso il CERN, oggi in cinque continenti e oltre trenta paesi, con migliaia di ricercatori e ricercatrici) vengono scanditi da una quindicina di capitoli cronologici, talora intervallati da foto, da poesie e soprattutto dai cenni al personale percorso di ricerca e collaborazione: l’amata Calabria della Costa Viola e dell’Aspromonte, laurea nel 1971, vincitrice di concorso CNEN nel 1974, figlio nato a gennaio 1975, nell’organico INFN dal 1976 al pensionamento nel 2012 (prima più nel campo della fisica delle particelle, poi più in quella astroparticellare, delle grandi dimensioni e dell’universo), successivamente associata senior e oggi emerita.
Dopo le pacifiche conclusioni, manca purtroppo un indice finale dei nomi con le tante straordinarie personalità più volte citate entrando nel merito del loro ruolo scientifico.
Il libro
Lucia Votano
Una storia di successo. L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare
Di Renzo, 2022
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